La migliore della settimana andata: dal quotidiano catanese arriva…
di iena liberista&socialista all’italiana marco benanti
In Italia e, in particolare, nella Trinacria esiste -da molto tempo- uno strano tipo di “imprenditore liberale”: uno che sui suoi mezzi d’informazione o simili naturalmente prende posizione contro le “ingerenze statali” nell’economia (“snellire, snellire”-un tempo,ora:”smart, smart”). Quando, però, “l’ingerenza statale” significa soldi per le casse dei suoi media, beh, allora, i “rigori” della dottrina liberale si allentano…
Insomma, il denaro pubblico non è più “un’ingerenza”, ma anzi un fattore di sviluppo economico. Meno ipocritamente, questo strano ‘”imprenditore liberista&socialista” nello stesso tempo usa il pubblico per ammortizzare le sue perdite, magari anche in termini di suoi lavoratori da piazzare sul “mercato”, occupazionale o politico (e gli esempi non mancano, nemmeno di recente). Certo, c’è anche chi ha a cuore il fondamentale “problema della cartellonistica”, ma anche per questo c’è l’apposito Stato che ci pensa, come successo anche a Catania, con il suo “splendido comune”.
Allora, tornado a questa “libera impresa” dal comune alla Regione, passando per tanti enti pubblici, lo Stato con le sue articolazioni non rappresenta più ” un’ ingerenza” nel “libero corso” dell’economia. Quei quei pochi autentici liberali vissuti in Italia -vissuti politicamente e nel sentire dell’opinione pubblica da emarginati- lo hanno scritto decenni fa: l’ impresa fintoliberale all’italiana socializza le perdite.
Bene, passano i decenni e guarda cosa bisogna leggere ancora nel 2014: un articolo non firmato (ergo riferibile al direttore, Mario Ciancio) su “La Sicilia” di domenica scorsa. In prima pagina. Titolo: “Crocetta e il dovere della trasparenza”. Un capolavoro dell’ “imprenditoria liberista&socialista”.
Ecco i passaggi salienti, avvio: “i giornali da anni sono in gravi difficoltà, non perchè i lettori si siano rarefatti, ma perchè la pubblicità si è pesantemente ridotta. E’ l’anima del commercio, ma se il commercio non va, anche i giornali non vanno: e si abbassano le difese della comunità civile perchè in giornali in crisi sono tentati di non fare a pieno il loro dovere di cane da guardia del potere…”Proprio così, insomma: c’è la crisi, cala la pubblicità. E che succede se vengono meno i controlli sul potere? Ad esempio, succede quello che è accaduto a Catania negli ultimi secoli?
L’articolo va avanti e cosa cita? Parla di Europa o di Stati Uniti? No, cita il caso della Regione Molise, dove è stata presentata una proposta di legge per sostenere i giornali. Proprio così, il Molise: ma gli esempi anglosassoni mai? Mai un “modello liberale americano” ad esempio?
Comunque, andiamo avanti: “in Sicilia l’Ars aveva approvato una legge per il sostegno all’editoria, ma è stata bocciata su un punto dal commissario dello Stato. Forse basterebbe cambiare quel punto per ottemperare alla legge nazionale che impone agli enti locali la pubblicazione dei bilanci, leggo che solo in Sicilia non si applica.” Capito? Un problema di legalità?
“Renzi voleva abolirla, ma poi ha fatto marcia indietro e ha dato due anni di proroga. Perchè anche la Regione non approfitta di questi due anni di respiro nella speranza che l’economia si riprenda?” Insomma, Saro Crocetta che fai? Non comprendi? Fai come Renzi, che tutti, a cominciare dai “giornali seri”, ti applaudiranno.
E ancora: “poi c’è un lato oscuro: non si capisce perchè non sono pubblicati almeno i bilanci dei 13 enti inutili di cui è stato deciso anni fa l’azzeramento, ma che continuano a sopravvivere. Non viene resa pubblica nemmeno la legge che tagliava questi enti. Abbiamo detto che siamo pronti a pubblicare gratis questi bilanci perchè vorremmo chiarezza, ma la nostra proposta non è stata accolta”. Insomma, problema di trasparenza è, mica di soldi.
Finale da antologia: ” Forse si temono altri scandali e Crocetta non se la sente di tirarli fuori? Ma almeno disponga la pubblicità dei bilanci degli altri enti perchè è nella sua facoltà e servirebbe a quella trasparenza che spesso manca e che lui dovrebbe essere il primo a pretendere”. Insomma, Crocetta -per trasparenza- sembra segnare il passo rispetto a Mario Ciancio! Tutto chiaro? Problema di trasparenza è: mica di denari pubblici.
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