EDITORIA E POTERE DI SICILIA: ARRIVA RISPOSTA DI ARNONE. CHE SCRIVE: “REPLICA A CASTALDO, OVVERO STORIA DI ‘TROIE, ASINE, GIOVENCHE’, ‘STRIGLI’, E …GRANDISSIMI BUGIARDI”


Pubblicato il 17 Novembre 2014

Riceviamo e pubblichiamo dall’avv. Giuseppe Arnone:

“Egregio direttore,

oggi è un bel giorno per la civiltà e per la comunicazione giornalistica. Abbiamo la certezza che Franco Castaldo ha letto un giornale serio, Le Iene Sicule. E’ quindi oggi possibile che rifletta su cosa significa giornalismo. A mio parere Castaldo ha un’idea dell’attività giornalistica e della deontologia giornalistica che semplicemente ridicolizza l’esistenza dell’Ordine dei Giornalisti. Oltre che delle regole di buona educazione e di civiltà.

Tra breve entrerò nel merito, con poche battute, dei profili, per così dire politici, dell’intervento di Castaldo. Inizio invece nello spiegare ai lettori cosa intende Castaldo quando dice, riporto testualmente, “di essere più documentato sulle vicende agrigentine, specializzandomi nello studio di turbo Arnone”.

Caro direttore, lo scrive Castaldo di essere “specializzato” nello studio della mia persona. Adesso spieghiamo ai lettori in cosa consiste questa specializzazione e quello che dico ognuno lo può accertare collegandosi al giornale on-line Grandangolo e cercando nell’archivio il nome “Rocco Siffredi”, o ancora i sostantivi “troie, asine, giovenche”, o il termine “Striglio” o la malattia, terribile, “AIDS”. Facendo questa ricerca scoprirà a quali livelli di inciviltà, grazie alla copertura e all’ignavia dell’Ordine dei Giornalisti, può pervenire il signor Castaldo.

Dunque per mesi Giuseppe Arnone è stato descritto come un soggetto dotato di “uno striglio”, comparabile per i connessi interessi a Rocco Siffredi e a John Holmes, dedito a frequentazioni di signore indicate con gli appellativi di “troie, asine, giovenche”. L’AIDS è la malattia che si profetizzava dovesse colpire Arnone. Con grande viltà, questi articoli non riportavano il nome dell’autore, bensì il vigliacco che li scriveva, con la compiacenza del direttore Castaldo, si firmava “Attila”. Poi abbiamo altri articoli ove Arnone viene qualificato come iettatore emarginato da tutti.

Ed è pure avvenuto che il signor Castaldo, non avendo, evidentemente, foto con le quali corredare la prima pagina del suo giornale, Grandangolo, per singolare coincidenza, in cinque numeri collocava in prima pagina la foto della tomba di Arnone. Si, il sepolcro di famiglia, la simil-cappella che si trova al cimitero.

Questo è il giornalista Castaldo. Vogliamo pure ricordare gli editoriali intitolati “avviso ai naviganti” ove si avvisava l’editore di un’emittente televisiva che o smetteva di consentire interviste ad Arnone o il suo nome sarebbe stato associato – del tutto gratuitamente – a Totò Riina quale indagato per la morte di Falcone e Borsellino?

Se esiste un Ordine dei Giornalisti, può convocarmi e avrà spiegate queste e molte e altre cose. Tutte assolutamente indecenti. Come percepire stipendi per oltre sette anni, ogni mese, da un importante imprenditore, che spiegava poi al PM la generosità del pagare di nascosto, in nero,  Castaldo per non fargli fare nulla con questa testuale motivazione: scelta di avvedutezza imprenditoriale”, ovvero lo pagava per tenerlo buono. Qualcuno si interroghi su quali sono le qualità dei pennivendoli, e se tra tali qualità vi sono anche quelle di percepire per anni le somme in nero da imprenditori.

Ma andiamo adesso alla risposta di merito. Caro Castaldo, ti risulta che talvolta un uomo e una donna si amano, si sposano e fanno figli? Ti risulta che in un certo numero di casi dopo anni ognuno scopre i difetti dell’altro e si mandano reciprocamente a quel Paese? La moglie dell’assassino di Yara, dopo aver scoperto chi è il marito, lo vorrà ancora nello stesso letto?

Così è avvenuto tra me e Lumia, tra me e Crocetta, tra Nicolò Marino e Lumia, tra Antonello Cracolici, Lumia e Crocetta. Ognuno di noi, alla prova dei fatti, ha scoperto che l’accoppiata di Lumia e Crocetta, con contorni di vari Ciceri e Confindustria, belle donne amanti di Eros e Thanatos, si muovevano esattamente nella direzione opposta rispetto a quella concordata.

Arnone, Marino, Cracolici, hanno sostenuto Crocetta per moralizzare la Regione, a partire dall’IRSAP, poi ad esempio hanno scoperto che Cicero all’IRSAP formava un albo di circa cinquecento avvocati, ma dava tutte le cause a venti amici suoi. Oltre duecentomila euro di parcelle al suo avvocato personale, la Petitto, parcelle con molti zeri a Fiumefreddo, parcelle ricche all’avvocato di Confindustria Galasso.

Ritornando alla metafora del matrimonio, questi comportamenti di Crocetta, Cicero & co., sono esattamente quelli di chi si fa scoprire dalla moglie a letto  con il portiere dello stabile, o con il ragazzo della spesa. Non penso proprio che queste scoperte faranno felice la signora e garantiranno un ottimale proseguimento del rapporto.

E non parliamo poi della violazione del dovere di solidarietà quando Lumia abbandona nelle mani dei nemici i compagni di battaglia, i compagni delle battaglie concordate assieme, applicando quel noto detto “armiamoci e partite”. Oggi mi chiedo che considerazione avesse di Lumia il presidente Titta Scidà. La considerazione che ha Nicolò Marino è chiara.

 Nel concludere vi è solo da chiedersi se vale la pena di querelare Castaldo per le falsità spudorate scritte in ordine ai “benefici che io avrei avuto dall’ASI di Enna” e falsità similari. Capisco che Castaldo è abituato ai pagamenti in nero, come dimostra lo stipendio preso per sette anni da quell’importante imprenditore, ma dovrebbe sapere che l’ASI di Enna non può pagare in nero. Ed io lo sfido a trovare un impegno di spesa, un mandato di pagamento, un esborso anche di un euro dell’ASI di Enna, di un’altra ASI, di un assessorato, dell’IRSAP, della Regione, a favore di Arnone. Tempo addietro, Castaldo si inventò che Arnone aveva ricevuto una consulenza dal Comune di Gela, lo querelai, venne a testimoniare il ragioniere capo di quel Comune e Castaldo fu irrimediabilmente condannato. Si era inventato tutto. Come sempre!

Un’altra volta scrisse che Arnone e Legambiente governavano Agrigento, con “il ricatto, l’intimidazione…”, come se fossero Bernardo Provenzano e Cosa Nostra. Al processo si coprì di… ridicolo e fu condannato.

La politica è come il rapporto tra uomo e donna: si può stare assieme per amore, per passione o, come dimostrano le vicende di Berlusconi, per soldi.

Castaldo non riesce a comprendere che Arnone o Nicolò Marino stavano con Crocetta e Lumia per condivisione di interessi immateriali, i valori, la passione. Non per soldi. E se si scopre ciò che si è scoperto, cioè che Lumia e Crocetta, con i loro vari amichetti ed amichette, hanno costruito un sistema clientelare e di interessi che fa rimpiangere quello di Totò Cuffaro, (penso che Cuffaro si sarebbe opposto alle trivelle a mare, a modo suo aveva una dignità che il “canciabannera” Crocetta non ha, vedi anche  vicenda Niscemi e americani), la gente seria ovviamente continua a schierarsi con la Sicilia, con la legalità e inizia la grande battaglia contro i traditori della Sicilia e della legalità.

Io sono disponibile a percorrere scalzo e vestito da Biancaneve, in minigonna, via Etnea se Castaldo trova traccia di incarichi retribuiti conferitimi dall’ASI di Enna, dall’IRSAP, da Cicero, ecc.. ecc.., Castaldo è disponibile, se non trova nulla, a fare altrettanto? O, se non gradisce il certo vestito di Biancaneve, è disponibile a percorrere via Etnea con l’armatura di paladino portando il cartello “io sono il paladino di Lumia e Crocetta?”. Concludo: ai lettori de Le Iene Sicule il responso: se Castaldo non accetta questa sfida, lo devo querelare? O persino la querela è troppa importanza per cotanto soggetto….  

 

P.S. quando l’Ordine dei Giornalisti si sveglierà sarà, ovviamente, sempre troppo tardi.

P.S.2. Ho comunque l’impressione che Castaldo sia comunque fortemente attratto dalla personalità di Rocco Siffredi.”

 

 

 

 

 

 

 

 


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