Riceviamo e pubblichiamo:
“Caro direttore,
leggo, divertito, sul tuo sito una nota di Giuseppe Arnone con la quale accosta gratuitamente e inopinatamente un mio articolo (http://www.grandangoloagrigento.it/lanti-mafia-del-fare-e-lanti-mafia-del-parlare-scontro-confindustria-marino-non-finira-in-parita/) con un altro firmato da Antonio Fiumefreddo, entrambi avente per oggetto la dura disputa che vede pubblicamente contrapposti Confindustria e i suoi vertici siciliani, Rosario Crocetta, Alfonso Cicero ed altri nonché l’ex assessore regionale Nicolò Marino.
A parte il fatto che riconosco di non possedere le qualità di scrittura e di esposizione dell’avv. Fiumefreddo e di essere meno preparato sulle dinamiche e sui “triangoli” vigenti a Catania (pur avendo acquisito, mio malgrado, un ottimo patrimonio di conoscenze), tuttavia una sommessa risposta voglio darla, perché espressamente richiesta leggendo il comico commento di Arnone.
Ho appositamente copiato e incollato qui il link che riporta al mio articolo (dato che Arnone si è solamente preoccupato di rendere visibile il testo dell’avv. Fiumefreddo) affinchè voi “Iene sicule” e l’opinione pubblica vi rendiate conto di ciò che ho scritto.
Nessuna difesa per alcuno e nessun attacco per il magistrato Marino. Ho semplicemente voluto raccontare uno scontro mai visto prima che – come ho affermato in altre sedi – non finirà in parità. Punto e basta.
Ogni accostamento malizioso tra il mio scritto e quello dell’avvocato Fiumefreddo, come si può notare leggendo i due testi, è assolutamente gratuito e maliziosamente fuorviante.
Ho confessato di non essere molto pratico delle vicende catanesi. Sicuramente l’avvocato Fiumefreddo ne sa più di me. Parimenti, posso dire con altrettanta sicurezza, di essere più documentato sulle vicende agrigentine, specializzandomi nello studio di Turbo-Arnone.
Caro direttore, rassicuri l’Arnone (che ribadisco anche qui, è sempre meno turbo) non difendo nessuno e soprattutto non ho ancora cambiato idea sugli odierni duellanti.
Semmai, e Turbo-Arnone lo confessa, è quest’ultimo che ha cambiato repentinamente giudizio su quanti, in questi anni, lo hanno tenuto politicamente in vita.
E non fa onore a Turbo-Arnone, che per di più confessa, l’aver omesso di raccontare alle Iene che la sua idea su Lumia e Crocetta è cambiata quando questi ultimi non gli hanno garantito la candidatura (fortemente voluta e da ottenere a qualsiasi costo alle ultime elezioni regionali).
Dovrei raccontarvi, forse, dei manifesti furenti e intimidatori (poi mai affissi) che TurboArnone ha fatto stampare per costringere Lumia e Crocetta a candidarlo?
Non occorre: questa storia ormai è patrimonio dell’opinione pubblica.
Non fa onore ad Arnone l’aver omesso di raccontare a Voi Iene che con Alfonso Cicero, che pur lo aveva beneficiato al Consorzio Asi di Enna, è entrato in rotta di collisione sol perché non ha dato esecuzione ad una sua richiesta ben precisa: un incarico per il fratello Pietro di cui non sto qui a tesserne le… lodi.
Ecco, tutto questo solo a chiarimento, poi ognuno si faccia l’idea che crede.
Valuti l’opinione pubblica se sono queste le nobili ragioni di Arnone che lo spingono (dopo aver pubblicamente, spudoratamente e, a questo punto, anche vigliaccamente tessuto lodi sperticate) ad aggredire Cicero, Lumia, Catanzaro, Crocetta, Lo Bello Montante e compagnia cantando.
Certo, io non ho chiesto una collocazione all’Irsap di Cicero così come non ho chiesto una candidatura a Crocetta e Lumia.
La differenza sui cambi di opinione sta in queste pochissime righe che spero, caro direttore, avrai la compiacenza di pubblicare evitando altresì di stampare l’inevitabile replica di Arnone senza interpellarmi e replicare in contemporanea.
Con viva cordialità
Agrigento, 17 novembre 2014
Franco Castaldo.”
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