di iena sovrappreso marco benanti
Ecco la lettera aperta:
A tutte le Autorità di terra, di mare, di cielo (internazionali, nazionali, regionali, provinciali, comunali, rionali)
Qui vi parla il direttore di “ienesicule” da Catania City, una tragicamente ridente realtà venuta fuori direttamente della cinematografia italiana (angolo commedia all’italiana). Sul palcoscenico di questo mondo buffonesco -colorato di rossazzurro e di personaggi in cerca di autore (e di consulenze)- passo le mie giornate raccontando le meraviglie che vedo e registro.
Ma, all’orizzonte, vedo materializzarsi gravi e incombenti minacce! Attenzione!
Un susseguirsi pericoli, di lanci e di tranci, di segnali –di fumo e di arrosto- che mettono seriamente in pericolo… la mia linea! La cosa a cui tengo di più!
Ve li passo in rassegna: l’altro giorno bighellonando sul mio superscooter (una “bestia” capace di sostenere una “bestiaccia” come me) ho fatto scoperte. Sconvolgenti.
Direttamente dal carburatore usciva, infatti, un filo (un piccolo filo, insomma un filetto, come quelli che piaccono tanto a me) che finiva la sua corsa sul bauletto. E cosa veniva fuori dal bauletto? Aprendolo, sono rimasto letteralmente agghiacciato (malgrado i 45° gradi del contesto attorno a me): una vassoio di arancini fumanti! Un fumo inquietante, avvolgente, insistente, talmente forte da farmi venire l’acquolina in bocca.
Ma è stato un attimo: verificando con l’ausilio di una squadra di artificieri arrivati direttamente dalla base di Sigonella (specialisti dell’antiterrorismo e dell’antisofisticazione delle bombe alla tuma) abbiamo potuto verificare un altro dato assolutamente sconvolgente: quelli con le melanzane (le terribili melanzane tipiche della pasta con la salsa) erano nettamente in maggioranza.
Una melanzana –dovete sapere care Autorità- è un messaggio tipico della mafia: il “clan della pasta alla norma”, ormai dilagante in città grazie all’alleanza con “la cosca col nero delle seppie” lo usa per le sue riunioni. Con la melanzanza, poi, si ricavano sfoglie per i pizzini, quelli veri e quelli falsi; non solo: tagliata a pezzi, la melanzana del “clan della pasta con la salsa” viene utilizzata per le mazzette di denaro sporco. In questo modo, infatti, lo si raffina e può essere utilizzato nei migliori negozi del centro cittadino.
Ma non è finita, Eccellentissime Autorità: guardando sotto la moto ho visto…letteralmente gli Inferi! Un cartoccio di tuma fumante, una vera e propria bomba che si allungava al tocco della mano: filava, filava, filava. Sembrava un sofficino. Un altro chiaro messaggio di mafia!
Nel gergo del “clan della pasta con la salsa” il significato è chiaro: vai via, fila via, fila via che è meglio per te!
Ma non è finita, ancora: sul sellino ho ritrovato un preservativo usato. Io ero convinto di averlo buttato, l’altra sera, dopo un mio incontro del “terzo tipo” . Invece, il condom era lì: ma perché? Un altro messaggio? Ho chiamato subito un cultore della materia, il mio amico “Turbominkia”.E lui mi ha svelato l’arcano. Terrificante. Ne è venuto fuori uno “scenario thrilling”: il significato? “Siamo dentro di te, quando meno te lo aspetti, usciamo e a te non resta di meglio che venire fuori”: questa è stata la spiegazione datami dal mio consulente. A costo zero. Ho pensato subito ad un esorcista per risolvere il problema. Ma tutto inutile.
Io, ancora sotto sopra, per gli odori degli arancini, per la tuma fumante, sono uscito…fuori di senno. E ho cominciato a correre con la moto. Che, viste le mie attuali dimensioni, da tempo soffriva e non poco nel tirarmi via per le lande desolate e desolanti del palcoscenico rossazzurro. E, invece, cosa è succcesso?
Ad un certo punto, ha preso una velocità pazzesca. Roba da Grand Prix! Io ho pensato subito: ecco il “clan della pasta con la salsa” che vuole attentare, non alla mia vita, ci mancherebbe, a chi interessa, quanto piuttosto alla sicurezza pubblica, usando un “cicciobomba” come me.
Mi è venuta veramente la tremarella, proprio come quella che provo quando entro a Palazzo degli Elefanti, nel regno della Legge (la loro Legge). Per fortuna, è durata poco, la tremarella, s’intende: mi sono girato e ho visto cosa era realmente accaduto: un gruppo di palestrati, corridori muscolosi mi stava spingendo. In progress, tipo trenino: forte più forte, e ancora più forte ancora!
Ma, anche se questo “arcano” è stato spiegato, non bisogna abbassare la guardia (come gridava Rocco Siffredi al termine delle sue giornate sul set). I pericoli sono dietro l’angolo, come le gastronomie che non fanno più gli arancini di una volta. Quindi, occhio vivo! E magari di bue!
Allora, Vi chiedo Eccellentissime Autorità: non voglio alcuna scorta, né di pathè né di “bolognesi”.
Al massimo fate una cosa, ve lo chiedo in nome del Ragù e dei suoi Derivati: una guantiera di cannoli! Da usare, a mò di ariete, contro gli assalti, a base di melanzane –che prima o poi arriveranno- del “clan della pasta con la salsa”. Ne vale, il futuro della gastronomia rossazzurra!
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