di Iena Ridens Gli argini non tengono più e la piena sta per tracimare. La nascita del governo Monti segna la sconfitta politica del centrodestra berlusconiano, che seppe leggere la crisi con il pamplhet tremontiano “La paura e la speranza” del 2007, ma non ha saputo formulare una ricetta capace di curarla. Se questa affermazione, valida per la contingenza, viene assommata alla rivoluzione promessa nel ’94 e mai realizzata, perché un centrodestra o riesce a fare riforme come quella previdenziale (passaggio dal modello retributivo a quello contributivo) e fiscale (abbassamento delle imposte su lavoro e investimenti) o altrimenti non è centrodestra, il verdetto finale non può che essere uno: fallimento.Al netto delle escort e delle “serate eleganti”, delle leggi ad personam e della crisi di consenso interno e di credibilità internazionale di Berlusconi, è questa la sostanza della fine del principato di Arcore. In cui si mischiano la deriva personale dell’ex premier e grossolani errori di tattica politica :su tutti la battaglia contro il dissenziente Fini, alimentata dai Gasparri e dai La Russa desiderosi di regolare quei conti che dentro An non ebbero forza e coraggio di regolare. Sempre che non si voglia andare appresso la balla del complottto demo-pluto-giudo-massonico dei banchieri della Triade Bce-Goldman Sachs – Club Bildeberg, ricetta buona per tutte le stagioni e per tutte le mistificazioni.Comunque. Il Big Bang del 12 novembre, le dimissioni di Re Silvio, nonostante i tentavi di tenere compatto il partito che il giovane segretario Alfano ha cercato di condurre, subito oscurato dal nuovo protagonismo di Berlusconi che così ha quasi ucciso sul nascere la possibile leadership dell’agrigentino, produrrà la deflagrazione del Pdl. A tutti i livelli, a tutte le latitudini.In Sicilia, restando alle cose di casa nostra, i giochi non sono iniziati, perché i vari protagonisti sulla scena si trovano nella situazione dei pugili messi a tappeto da un gancio sinistro. Di Alfano abbiamo detto; la Prestigiacomo ha vinto la battaglia per evitare che l’ambiente venisse accorpato al superministero guidato da Corrado Passera, ma sembra davvero aver fatto il suo tempo dentro il Pdl. Dove andrà è troppo presto per dirlo. La Russa sta cercando di compattare gli ex An su posizioni oltranziste, di netta contrapposizione alla soluzione del governo tecnico, premendo perché si andasse a votare. Il perché è abbastanza comprensibile: diciotto mesi di tempo sono forse pochi per uscire dalle secche della crisi economica, ma sono tantissimi per costruire quella nuova Dc a cui lavora Casini con l’imprimatur della Chiesa, da oggi pure ufficiale con la presenza dentro al governo di tre pesi massimi del mondo cattolico come Ornaghi, Riccardi e Balduzzi. Progetto potenzialmente in grado di attirare le zone moderate dei due poli, ma soprattutto di un Pdl allo sbando. In quel caso La Russa&Co verrebbero schiacciati a destra, sulle posizioni di Storace, anticamera per la marginalizzazione.Il dato certo è uno: i maggiorenti siciliani del Pdl faranno bene a svegliarsi, ed in fretta. Perché nell’attesa di riorganizzarsi potrebbe pure sopraggiungere un Papa Straniero a fare shopping dalle loro parti, mirando a prendersi l’intera baracca. Ed un uccellino si è posato sulla spalla della Vecchia Iena Ridens, sussurrandogli che, ad esempio a Catania, questo starebbe già succedendo…
Iena Ridens
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