Elezioni d’Ateneo a Catania: astensione record. Sconfitta la Politica


Pubblicato il 13 Ottobre 2012

Focus sul voto universitario: trionfano le giovani leve di Raffaele Lombardo. Bene le liste del Pdl. Tiene il Pd. Fuori dai giochi la sinistra del Movimento Studentesco.

di Fernando M. Adonia

Ancora sul sito dell’ ateneo catanese vengono proposti come “dati provvisori”, ma ormai siamo in grado di dire chi ha vinto le elezioni universitarie duemiladodici: vince l’astensione. I numeri ufficiali dicono che soltanto il 21, 19% degli studenti aventi diritto si è recata nei seggi predisposti in facoltà per scegliere i propri rappresenti i seno agli organi collegiali della Siciliae Studium Generale. Percentuale che comunque consente di veder raggiunto e superato il quorum fissato al 15%. Tradotto: avrebbero votato circa 10.000 teste sul di un totale di 53. 325. Numeri preoccupanti, che sembrano confermare i dati sull’astensione che gli istituti di statistica stanno fornendo sulla scadenza del 28 e 29 ottobre per l’elezione del presidente della Regione e il rinnovo dell’Ars.

Difficile infatti non mettere in relazione le due tornate. Il voto delle universitarie è da sempre una sorta di campionato “under 21” per la politica dei grandi. Sia per i numeri i campo, che per la qualità del voto espresso. Le oltre 53mila persone chiamate al voto, sono tutte maggiorenni e, nel caso di Catania, quasi tutte localizzate sul territorio della Sicilia Orientale. Molti big attuali si sono fatti le ossa proprio nelle Università: da Raffaele Lombardo, a Salvo Pogliese, passando per il sindaco di Pedara Anthony Barbagallo al giovane consigliere comunale Alessandro Corradi. Ma la lista è davvero lunga. Inoltre, sono le stesse segreterie politiche a nutrire una particola attenzione a questo tipo di elezione, fornendo un supporto logistico non indifferente.

L’università è comunque un luogo di potere nel senso più vasto del termine. A Catania, l’Ateneo è la prima realtà economica in termini di occupati, servizi e indotto. Istituzione morali sì, ma anche dall’altissimo valore strategico. A febbraio, con un anticipo di due mesi, si voterà anche per il nuovo Rettore. E’ in procinto di scadere il mandato di Antonino Recca. Le voci lo darebbero come probabile candidato al Parlamento per l’Udc. Lui però non smentisce. Il dato interessante è che gli studenti eletti in questa tornata al Senato accademico e all’Amministrazione saranno di diritto “Grandi elettori”. Fattore che dà un valore aggiunto ai risultati dell’ultima consultazione.

Ma veniamo ai numeri. Il voto per il Senato Accademico è la vetrina nobile delle elezioni universitarie, dove si ragiona in termini “proporzionali”. Grande affermazione delle liste vicine al Movimento per le Autonomie. Vince Actea (1714 voti) che porta in Senato Giovanni D’Amato. Dietro il Pd- Studenti Democratici (1535). A ruota i pidiellini di Azione Universitaria (1427). Arriva quarta l’Intesa Autonomista (1306). Quinti gli Studenti per le Libertà (1208). Raggiunge il seggio pure Studi Centro (1025). Restano fuori gli esponenti del Movimento Studentesco (720).

All’Amministrazione sono solo due i seggi a disposizione. Si ragiona in “termini maggioritari”, vale il gioco delle coalizioni. Anche qui vince il polo Autonomista che riesce ad aggiudicarsi un seggio. L’altro va’ in quota al cartello di Liste del Pdl. Dietro l’alleanza di centro sinistra tra Pd e Studi Centro. Fanalino di coda è la sinistra radicale del Movimento studentesco.


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