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Elezioni, “DecidiDiccì”: esultano quelli che hanno perso

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di iena schizopolitica

Non ha vinto le elezioni europee Fratelli d’Italia: i risultati in Sicilia del partito della Meloni sono, rispetto alle media nazionale, deludenti. A Catania, poi, i voti li ha Massimiliano Giammusso, dignitoso sindaco e persona riflessiva, lontana dalla boria, dalla supponenza  e dalle piccole e grandi arroganze dei “Meloni boys” siculi. Ma perde Salvo Pogliese, che di Giammusso è punto di riferimento: chi è causa del suo mal pianga sé stesso. Un posto in Parlamento è la collocazione giusta per un figlio della borghesia catanese e siciliana. In attesa che lo raggiunga nello stesso posto –giustamente- un altro di questi figli, Enrico “Enzo” Trantino, con i suoi ridicoli “appelli per la legalità”. Per la nuova Dc chiamata “Fratelli d’Italia” sono soddisfazioni.

Va bene la Lega in Sicilia e a Catania, dove Raffaele Stancanelli viene eletto grazie a Luca Sammartino e al suo gruppo di riferimento (con alcuni apporti “declamati” che non convincono come quelli di Carmelo Nicotra, all’ultimo “stadio” dei suoi passaggi di casacca). Stancanelli, che riesce a battere in consenso l’esponente della destra radicale, il generale Vannacci (i meriti vanno riconosciuti sempre) rivendica coerenza e ha, in fondo, ragione: passare da Almirante a Sammartino vuole dire seguire una linea di coerenza, quella di stare con il Potere. Lo capirono già i ragazzi della “nuova destra” che nel 1968 all’Università di Roma si trovarono contro la polizia e il Msi di Almirante e Caradonna. Anche loro nel ruolo di “poliziotti” in nome dell’ordine democratico.

A destra perdono i populisti del M5s e di Cateno De Luca: puntare sulla rabbia della borghesia declassata non serve più. Nemmeno con gli slogan pro Piemme e affini.

Al centro, emergono le dichiarazioni propagandistiche di Raffaele Lombardo, che contribuirà a fare diventare parlamentare europeo Caterina Chinnici. La borghesia siciliana lo vuole e quando ci sono queste esigenze non ci sono troppi discorsi da fare, nemmeno sul proprio qualificato elettorato. E così accadrà. “Sponsor” dal lato Forza Italia (“liberali italiani”) Antonio Tajani. Che può rappresentare i liberali in Italia.

Forza Italia strombazza e reclama successo: un partito in tre (Forza Italia, Mpa, Noi Moderati) che fa risultati celebrati e sopravvalutati. Anche grazie a Totò Cuffaro, tornato nelle vesti di uomo di Potere. Soltanto, uomo di Potere. Peccato.

A sinistra, il Pd siculo perde e di brutto ma il segretario regionale fa finta di non accorgersene. Anthony “Raffaele” Barbagallo perde anche con il “suo” candidato Nicita, esponente delle famiglie che contano. Giustamente questo pezzo di sinistra, anche con il suo “antifascismo elettorale”, puntava su di lui. Ma il segretario regionale continua nel suo utilizzo a fini personalistici di un partito: comunque perde e resta in carica. Almeno per adesso.

All’ estrema sinistra (dicono così) successo di SI in alleanza con i Verdi: il “voto occidentale” per Ilaria Salis (per i diritti individuali contro l’abuso dell’ “Università del Crimine” chiamata Stato) è stato espresso da un elettorato che in parte vivrebbe tranquillamente sotto il regime politico-giudiziario della Federazione Russa, di cui è “cugino” quello dell’Ungheria. L’augurio è che la difesa dei detenuti “morti di fame” -scaraventati in carcere dalla giustizia di classe e difesi, spesso, solo da altrettanti “morti di fame”- non sia soltanto uno slogan. Ma ne dubitiamo.

Poi ci sono quelli che “sbagliando” non hanno votato. E che hanno dimostrato di aver capito.

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Benanti

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