“E’ andata meglio di ogni aspettativa. Era evidente che c’era una candidatura autorevole e rispettabilissima”, quella del presidente delle Azzorre Vasco Cordeiro, “ma era la candidatura delle segreterie dei partiti, concordata a livello europeo. La mia candidatura, invece, voleva essere un’affermazione di autonomia”. Così il consigliere comunale di Catania, Enzo Bianco, commenta l’elezione di Cordeiro a prossimo presidente del Comitato europeo delle Regioni (CdR) per il gruppo socialista Ue. Bianco era l’unico altro candidato in corsa e ha raccolto 28 voti, contro i 43 del suo avversario.
“Subito dopo l’elezione, ho fatto il gesto simbolico di andare a stringere la mano e augurare buon lavoro a Cordeiro – continua Bianco – ma il fatto che i voti che ho ricevuto siano stati molti più della delegazione italiana o del semplice bacino del Mediterraneo, mi dà la forza per continuare questa battaglia”. “Il CdR deve evitare di essere un organismo che dirama pareri, un ‘parerificio’ – insiste l’ex ministro dell’Interno – se non si capisce questo, cioè che c’è bisogno di più concretezza e meno burocrazia, non supereremo il momento delicato che stiamo vivendo – conclude – ma ce la possiamo fare”.
Il presidente del governo regionale delle Isole Azzorre, Vasco Cordeiro, è infatti stato eletto dal gruppo del Partito socialista europeo (Pse) come prossimo presidente del Comitato Ue delle Regioni (CdR). Il politico portoghese ha raccolto 43 voti fra i membri del Pse al CdR, 15 in più di Enzo Bianco, consigliere comunale di Catania e capo della delegazione italiana al Cdr, unico altro candidato alla guida dell’organismo che rappresenta gli enti locali e regionali europei.
Cordeiro, 46 anni, che guida il governo delle Azzorre dal 2012 ed è oggi presidente della Conferenza delle regioni periferiche e marittime d’Europa (Crpm), siederà sul banco più importante del Comitato per metà del mandato quinquennale che comincerà nel febbraio 2020. Da prassi, la guida del CdR è infatti affidata ai due candidati dei maggiori partiti dell’assemblea, cioè Pse e Partito popolare (Ppe), che si danno il cambio ogni due anni e mezzo. Non è ancora stato deciso a quale dei due gruppi spetterà la presidenza nella prima parte del mandato, raccogliendo il testimone del socialista belga Karl-Heinz Lambertz.
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