Elezioni in Sicilia. A “Tiro incrociato” i candidati alla presidenza della Regione parlano al grande pubblico

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di Federico Tringali

Sull’emittente catanese Antenna Sicilia è andato in onda il programma di approfodimento politico “TIRO INCROCIATO”, condotto dal direttore Michela Giuffrida. E’ stato un vero e proprio laboratorio di democrazia in cui si è potuto assistere a un dibattito e confronto tra i principali candidati delle più svariate fazioni politiche.

Nello Musumeci, candidato per il centro destra, ha dimostrato la classe, che lo contraddistingue nel panorama politico regionale e nazionale, e di avere in mente idee ben chiare riguardo al suo programma di governo.

Claudio Fava, candidato per buona parte della sinistra, ha notevolmente colpito per quanto riguarda il suo approccio su alcune questioni così delicate, per il coraggio di dire come sono le cose come stanno realmente (chiaramente se fossi un elettore di centro sinistra non avrei alcun dubbio nel votarlo).

Vorrei lanciare una freccia a favore di Mariano Ferro, leader dei Forconi, che, pur essendo un ospite inaspettato, ha avuto il merito di portare dinanzi alla platea televisiva le reali esigenze delle classi e dei ceti siciliani più in difficoltà in questa grave crisi economica come quello dell’agricoltura , dei commercianti ed è stato l’unico a pronunciare qualche parola riguardo vergognoso sfruttamento industriale in atto, ormai da decenni, sul territorio di Priolo, Melillli e Augusta, in cui vi è la più alta percentuale di mortalità per tumore più alta d’Europa (naturalmente silenzio assoluto). Le istanze portate dal signor Ferro, che sono chiaramente un campanello d’allarme , dovranno trovare accoglimento e riscontro dal nuovo presidente, a prescindere chi vincerà.

Di certo non hanno fatto una bella figura Gianfranco Miccichè, candidato per Grande Sud e per il Partito dei Siciliani (“ex” MpA), colui che, dopo una serie di resistenze e frizioni da parte dei vertici del PdL nei confronti della decisione di Silvio Berlusconi di voler candidare il leader “autonomista”, lanciò la candidatura di Nello Musumeci, salvo poi rompere col centro destra e proporre la sua candidatura con l’appoggio, seppur discutibile, del partito dell’ex presidente Lombardo: abbandonare gli studi televisivi, oltre a essere un gesto poco rispettoso nei confronti degli sfidanti, dei giornalisti e dei telespettatori, è un atteggiamento degno di chi non è in grado di rispondere alle domande dei giornalisti e di saper reggere il confronto con gli avversari.

In ultima battuta Rosario Crocetta, candidato per il Partito Democratico e l’UDC, il quale è apparso abbastanza nervoso nei confronti dei giornalisti, in primis riguardo la conduttrice, e degli sfidanti, in modo particolare con Musumeci e Fava. Idee confuse, programma poco chiaro e, soprattutto, un’alleanza incomprensibile. L’UDC, partito erede della DC, ha sostenuto nel 2001 e nel 2006 la candidatura di Totò Cuffaro, presidente della Regione condannato a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra e rivelazione di segreto istruttorio. Come si può pensare di unire insieme i post comunisti con i post democristiani? Neanche il compromesso storico, di Enrico Berlinguer e Aldo Moro, riuscì nell’intento. Mi auguro che gli elettori di centro sinistra, al momento del voto, possano avere le idee chiare sul loro candidato e soprattutto sul programma da applicare.

A prescindere da chi sarà il candidato vincitore di questa campagna elettorale, che riserverà non poche sorprese, è doveroso fare un in bocca al lupo a tutti i candidati e augurarci che vengano risolti tutti i problemi che affliggono la nostra regione stanca di decenni di mala politica e cattiva gestione della cosa pubblica. Parola d’ordine: rigenerare la politica!

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Redazione Iene Siciliane

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