Elezioni rossazzurre: al “gran circo” del Pd si ratifica la nomina di Bianco. Fra sbadigli e “contestatori paraventiniani”


Pubblicato il 06 Aprile 2013

Oltre tre ore di “fumo politico” e chiacchiere inutili, poi il voto in meno di un minuto. Cronaca “maleducata” di una direzione che decide quello che era già deciso. Con i “giovani contestatori” che fanno l’ennesima figura da peracottari politici…

di iena assonnata Marco Benanti

Avevano già deciso tutto: candidato unico Enzo Bianco, primarie niente. Eppure, ieri, in un’atmosfera da “programma per l’accesso”, quella roba che viene trasmessa dopo l’una di notte, la direzione provinciale del Pd ha tirato per le lunghe, prima di decidere in meno di un minuto per Bianco. E quando già gli “oppositori” dell’ “area Berretta” avevano deciso -forti di diciassette firme su due documenti, annunciati e ritirati prima del voto finale- di non partecipare al voto. Alla fine: 39 a zero per Enzo Bianco. Rimasto in sala fino alla fine. Seduto, senza intervenire. Mentre il segretario del Pd Angelo Villari (non omonimo del segretario della Camera del lavoro di Catania) girava all’ingresso della sala del solito hotel del centro, dove si stava celebrando l’ennesima sceneggiata di partito.

Ci aveva provato a “metter pace” Enzo Napoli, coordinatore dell’esecutivo regionale del Pd Sicilia e del comitato di coordinamento del Pd di Catania: la sua relazione era stata una sorta di “invito alla concordia”. Da “buon padre di famiglia” che sa. Sa come vanno le cose. Anche perchè le cose le hanno decise altri. Attorno a lui anche alcuni componenti del comitato di coordinamento, insomma i “commissari” di un partito spaccato, diviso fra personalismi e ambizioni di provincia. Dove è possibile sentire dire ad quello che dovrebbe essere un leader per il cambiamento (Giuseppe Berretta) che non vuole il candidato del suo partito, ma che nello stesso tempo sosterrà il partito.

Questo leader, ieri, non è intervenuto: come nei film di Nanni Moretti, l’ “uomo di centrosinistra” quando si “alza la battaglia” va a prendersi un cappuccino. Però, dall’ex segretario del Pd di Catania sono stati presentati due documenti, in sostanza “di contestazione”, pardon “di condizionamento politico”: uno sulla composizione delle liste e uno sulle primarie. Aria fritta, tanto per cambiare. Alla fine, sono stati ritirati dallo stesso presentatore. Che ha annunciato il non-voto. Parabolicamente, una “dura opposizione” -dalle stelle alle stalle- in meno di tre ore. E il plebiscito finale.

Nel mezzo di questa “indimenticabile pagina” del partito che avrebbe dovuto rinnovare la politica italiana, appunto tre e passa di interventi puntuali, fluenti, prevedibili, prolissi, interminabili, ma sopratutto interessanti sempre meno la sala (tranne quello di Giacomo Torrisi che trovava perfettamente d’accordo il figlio Iacopo).

 

Una serie di finte argomentazioni, dalle “primarie sì primarie no” al “programma della città che non c’è”, a fare da consona cornice ad uno scontro di potere tutto d’apparato, di un partito definitivamente dilaniato dalle correnti e dalle sottocorrenti, che “balla” sulle sue stesse macerie. Dove parlare di “battaglia di ideali e di principi” non fa nemmeno ridere.

Fra chi giocava col telefonino, chi parlava con l’amico, chi scorrazzava all’ingresso e chi sprofondava in poltrona, il clima della direzione si è lentamente -e giustamente- assopito.    Ad mettere un pò di pepe, l’impeccabile look del redivivo Saro Condorelli, già segretario cittadino del Pd, già assessore della giunta Bianco, già presidente del consiglio comunale ai tempi di Bianco.  

E come dimenticare la presenza di Mario Bertino “Mago Charlie” (nella foto accanto) che ci annuncia la sua candidatura per le municipalità? Un simpatico ed intelligente “illusionista” che involontariamente si attagliava perfettamente all’evento politico in corso.

E se tutto questo non vi è bastato, ecco il documento finale, votato 39 a zero:

“la città di Catania, dopo 13 anni di pessime amministrazioni di centrodestra ha bisogno finalmente di voltare pagina e superare i numerosi problemi. Il Comune ha già avviato la procedura di pre-disseto e Catania vive una pesante crisi, oltre che finanziaria, economica e soprattutto sociale. Il centrosinistra e il PD hanno dimostrato una difficoltà, in termini elettorali, che ci impone, per avere possibilità di vittoria, di essere uniti, compatti e di scegliere un candidato sindaco autorevole e competente, che intercetti le energie vitali della società civile catanese. Sulla scia del mandato ricevuto dalla direzione provinciale, il comitato di coordinamento si è riunito varie volte in questi giorni con tutte le forze politiche del centrosinistra, dell’area progressista e di quella moderata, con il mondo delle associazioni. Dal punto di vista del profilo del candidato sindaco, del programma e del metodo si è registrata un’ampia convergenza. Riteniamo che, soprattutto in questa delicata fase, il PD e l’ampio fronte democratico debbano avere un unico candidato e presentarsi compatto all’appuntamento catanese. Pertanto il Partito Democratico individua in Enzo Bianco, che nelle settimane scorse ha deciso di impegnarsi nella propria città ed ha già avviato un’interlocuzione con le la società civile, con le forze politiche, con il mondo dell’associazionismo, del lavoro, delle imprenditoria, il candidato da offrire alla coalizione per la guida della città di Catania. Nelle altre città, ferma restando la candidatura dei sindaci uscenti del PD, la direzione dà mandato al comitato di coordinamento di proseguire il dibattito con i partiti della coalizione ed il mondo della società civile per individuare i candidati migliori nei comuni interessati al voto, lavorando per dei profili unitari, da sottoporre successivamente al vaglio della direzione. La direzione provinciale in vista dell’importante turno amministrativo impegna il comitato di coordinamento a stabilire in maniera rapida e con il coinvolgimento dei circoli e dell’assemblea cittadina di Catania, le modalità di costruzione della lista da presentare alle prossime elezioni amministrative e impegna lo stesso a rispettare nella composizione della stessa, il protocollo di legalità sottoscritto dallo stesso Pd in Prefettura e il codice etico del Pd”.


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