Ovviamente Napoli, la città del “caffè sospeso”, ha messo in atto un’analoga iniziativa: il “panaro solidale” per combattere la povertà generata dall’emergenza coronavirus, ideato da alcuni cittadini partenopei, che hanno deciso di usare il tradizionale panaro per aiutare chi ne ha bisogno, in questo difficile periodo.
Con l’emergenza Covid-19, che ha messo in ginocchio il sistema sanitario e quello economico del Paese, i rischi di indigenza per i cittadini sono altissimi, anche per chi avrebbe un lavoro “stabile” e oggi, con le misure di contenimento della pandemia, ha un lavoro “sospeso”; ovviamente, primi a restare in ginocchio in questa situazione sono quelli che già da prima avevano problemi economici e/o sbarcavano il lunario con lavoretti saltuari.
I classici panieri calati dai balconi, quindi, sono stati corredati con un cartello con la scritta “Chi può, metta. Chi non può, prenda”. Un invito insomma a chi ha più disponibilità economiche a lasciare del cibo per chi, invece, dopo quasi venti giorni di serrata nazionale, inizia a risentire difficoltà economiche. Una risposta solidale in controtendenza rispetto agli “inviti”, arrivati a mezzo social nei giorni scorsi, ad “assaltare” i supermercati lanciati a spronare gli indigenti.
Inviti sconsiderati e folli che hanno fatto scattare l’identificazione di diverse persone (per lo più in Sicilia), ma avevano messo in allarme anche la Campania.
Nei giorni scorsi, infatti, era andato sui social un video, girato nella periferia orientale di Napoli, in cui una persona priva di denaro tentava comunque di fare la spesa, che aveva suscitato scalpore in rete, ma pare si fosse trattato di un’azione puramente “dimostrativa”.
Un episodio che, comunque, facendo scattare la solidarietà civile e umana, ha generato un’iniziativa cordiale e sorridente com’è nel dna del popolo napoletano: la città di Totò e di Pulcinella, due personaggi seri, cordiali e sorridenti, sempre capaci di mettere il dito sulla piaga, inventare una soluzione e far scaturire un sorriso.
Carlo Majorana Gravina
Ovviamente Napoli, la città del “caffè sospeso”, ha messo in atto un’analoga iniziativa: il “panaro solidale” per combattere la povertà generata dall’emergenza coronavirus, ideato da alcuni cittadini partenopei, che hanno deciso di usare il tradizionale panaro per aiutare chi ne ha bisogno, in questo difficile periodo.
Con l’emergenza Covid-19, che ha messo in ginocchio il sistema sanitario e quello economico del Paese, i rischi di indigenza per i cittadini sono altissimi, anche per chi avrebbe un lavoro “stabile” e oggi, con le misure di contenimento della pandemia, ha un lavoro “sospeso”; ovviamente, primi a restare in ginocchio in questa situazione sono quelli che già da prima avevano problemi economici e/o sbarcavano il lunario con lavoretti saltuari.
I classici panieri calati dai balconi, quindi, sono stati corredati con un cartello con la scritta “Chi può, metta. Chi non può, prenda”. Un invito insomma a chi ha più disponibilità economiche a lasciare del cibo per chi, invece, dopo quasi venti giorni di serrata nazionale, inizia a risentire difficoltà economiche. Una risposta solidale in controtendenza rispetto agli “inviti”, arrivati a mezzo social nei giorni scorsi, ad “assaltare” i supermercati lanciati a spronare gli indigenti.
Inviti sconsiderati e folli che hanno fatto scattare l’identificazione di diverse persone (per lo più in Sicilia), ma avevano messo in allarme anche la Campania.
Nei giorni scorsi, infatti, era andato sui social un video, girato nella periferia orientale di Napoli, in cui una persona priva di denaro tentava comunque di fare la spesa, che aveva suscitato scalpore in rete, ma pare si fosse trattato di un’azione puramente “dimostrativa”.
Un episodio che, comunque, facendo scattare la solidarietà civile e umana, ha generato un’iniziativa cordiale e sorridente com’è nel dna del popolo napoletano: la città di Totò e di Pulcinella, due personaggi seri, cordiali e sorridenti, sempre capaci di mettere il dito sulla piaga, inventare una soluzione e far scaturire un sorriso.
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