Le “lancette” delle imprese alle prese con le misure stringenti antiCovid si sono fermate: il tempo è finito. Dai vertici di Confcommercio arriva lo “stop”.
“Non abbiamo più tempo, le nostre attivita’ sono al collasso e chiediamo notizie certe sulle riaperture. Stiamo facendo gli straordinari per tenere calmi i nostri associati che, giustamente, senza alcuna prospettiva, vogliono scendere in piazza. Ecco perchè abbiamo scelto la strada della non violenza: lo sciopero della fame, l’ultima carta che rimane da giocarci con l’auspicio che qualcuno capisca”. L’ha detto in conferenza stampa, a Ragusa, il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, che, davanti a un caffé e a un cappuccino, ultimo pasto prima della protesta, ha dato il via allo sciopero della fame che era stato annunciato lunedì scorso.
“La scelta del caffé e del cappuccino non è un caso – ha proseguito Manenti – sono l’emblema delle nostre attività. Non se ne può più, e lo diciamo con il cuore in mano. Sappiamo che ci sono i contagi, ma allo stesso tempo, e l’esperienza degli ultimi mesi ne è la riprova, sappiamo che le nostre attività, nel pieno rispetto dei protocolli, si sono adoperate per garantire la massima sicurezza”. Assieme a Manenti, ad attuare lo sciopero della fame anche i presidenti provinciali di Confcommercio Catania Piero Agen e di Trapani Pino Pace, il presidente regionale Fipe Sicilia Dario Pistorio, e, in ultimo, si è aggiunto il presidente Confcommercio Sciacca, Giuseppe Caruana. A Catania e a Trapani, stamane, si sono tenuti incontri riservati ai giornalisti rispettivamente di Agen con Pistorio (nella foto) e di Pace. Da parte loro, sono stati ribaditi gli stessi concetti.
Il presidente Pietro Agen,da parte sua, ha detto: “Non è più possibile continuare così, non è possibile ascoltare le parole del ministro degli Esteri che parla di ripresa del turismo senza che sia certezza sulla riapertura delle attività, senza la certezza dell’abolizione del coprifuoco, e senza che siano stati definiti gli aiuti annunciati. Cosa dovrebbero venire a fare i turisti in Italia? Come si può pensare in questa situazione di combattere la concorrenza Greca e Spagnola? A questo punto vogliamo date certe e risposte concrete senza cui ogni programmazione diventa inutile per non dire dannosa”.
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