Nove arresti della Guardia di Finanza e il sequestro di beni per un milione e cinquecentomila euro circa contro un’associazione a delinquere specializzata in truffe per il conseguimento di contributi pubblici: stamane, in conferenza stampa, inquirenti e investigatori hanno illustrato nomi e fatti al centro di un’indagine della Compagnia della Guardia di Finanza di Enna, in collaborazione con il Nucleo di Polizia Tributaria di Catania, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Catania, con il Procuratore facente funzioni Michelangelo Patanè e i sostituti Lucio Setola e Giuseppe Sturiale.Si tratta di un’ulteriore tranche dell’0perazione “Bufala” che aveva già portato nel recente passato ad un arresto ed al sequestro di beni per circa otto milioni di euro. Secondo l’indagine, gli arrestati sarebbero coinvolti in svariati episodi di truffa finalizzati all’indebita percezione di finanziamenti regionali e comunitari nel settore degli allevamenti di animali.In particolare, secondo l’inchiesta illustrata stamane ai giornalisti, grazie alla connivenza di funzionari pubblici infedeli, a professionisti compiacenti ed ad un direttore di una filiale di banca, gli associati sarebbero riusciti a dimostrare falsamente l’avvenuta effettuazione di lavori e l’acquisto di animali in realtà mai avvenuti.Questi i nomi degli arrestati: Vittorio Grasso di 60 anni, Michele Messina, di 52, Gaetano Costanzo di 66, Alberto Barbera, di 43, Antonino Moschitto, di 45, Prospero Lentini, di 44, Salvatore Zuccarello, di 52, Pietro Celso Di Salvo, di 55, Giuseppe Grasso, di 30. Nel complesso, il procedimento penale riguarda 17 soggetti. Secondo l’Accusa, a capo dell’associazione figurava Vittorio Grasso che, utilizzando alcune società fittizie facenti capo allo stesso, avrebbe formulato richiesta di pubblici finanziamenti apparentemente destinati all’esecuzione di lavori in realtà mai avvenuti.
Per perpetrare le varie truffe, secondo l’inchiesta, Grasso avrebbe avuto la necessità di avvalersi di vari professionisti che fossero disponibili a falsamente certificare la regolare esecuzione dei lavori. In tale contesto, sarebbero entrati in gioco Antonino Moschitto, perito agronomo e socio di uno dei maggiori studi di consulenza del settore in Sicilia, lo studio Spata srl con sede in Catania, nonchè l’amministratore dello stesso studio di consulenza, Alberto Barbera, i quali avrebbero assecondato i progetti di Vittorio Grasso producendo false documentazioni attestanti il possesso dei requisiti necessari all’ottenimento dei finanziamenti. Simile condotta criminale -spiegano gli investigatori- si rileva in capo a Prospero Lentini, noto professionista di Catenanuova, vicesindaco dello stesso comune, il quale avrebbe messo a disposizione il proprio studio di geometra per la produzione di documentazione varia rigorosamente “falsa” ma anche questa propedeutica all’ottenimento dei fondi.
E’ da rilevare -aggiungono gli investigatori- come sia stata determinante per l’attuazione della truffa la connivenza di alcuni funzionari pubblici infedeli, Michele Messina, Gaetano Costanzo e Pietro Celso Di Salvo, tutti funzionari dell’Ispettorato Provinciale Agricoltura di Catania, i quali avrebbero attestato, in mancanza di qualsivoglia requisito, l’avvenuta realizzazione e messa in opera dei progetti finanziati.Figura di primo piano nell’ambito dell’associazione -hanno evidenziato finanzieri e magistrati- sarebbe l’ex direttore della filiale della Banca Popolare di Lodi di Catania, Salvatore Zuccarello, già allontanato dal proprio incarico a seguito delle indagini condotte dalla Guardia di Finanza. Lo stesso, secondo l’inchiesta, avrebbe messo a disposizione degli associati gli sportelli della filiale, permettendo la gestione finanziaria delle somme in totale spregio delle disposizioni in materia di antiriciclaggio, con il risultato di interromperne la tracciabilità. Con riferimento ad alcuni degli arrestati, Prospero Lentini, Michele Messina, Alberto Barbera, Pietro Celso Di Salvo e Giuseppe Grasso, l’Autorità Giudiziaria ha disposto la misura degli arresti domiciliari.Nella mattinata la Guardia di Finanza ha inoltre provveduto a notificare altri provvedimenti nei confronti di ulteriori soggetti che avrebbero prestato i propri servigi infedeli per l’effettuazione della truffa. Tra questi, alcuni veterinari che avrebbero attestato il buono stato di salute dei capi di bestiame mai esistiti o la loro avvenuta identificazione con microchip, nonchè altri funzionari dell’Ipa di Enna, per i quali è stato disposto il divieto di svolgere attività professionale o imprenditoriale nonchè la sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio.iena marco benanti
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