di Fabio Cantarella, iena delle iene
“Per molti anni sono stato uno studente modello a Medicina, sostenevo gli esami con trenta e lode, poi la politica si è impadronita di me e così mi laureai con notevole ritardo”. E’ un Raffaele Lombardo inedito quello che si concede per una breve intervista alla nostra testata giornalistica e alla nostra provocazione di non credere in un suo ritiro a vita privata, ribadisce:”c’è una provvidenza divina che decide quando bisogna staccare, inizia una fase nuova della mia vita e in prima persona, in politica, non farò più nulla. Al contempo credo che debba iniziare una fase nuova anche per il Mpa e per la sua classe dirigente che deve essere rinnovata”.
Il governatore di Sicilia torna a parlare della sua passione per l’agricoltura: “nel settore ho un po’ di esperienza e mantengo ancora un po’ di vigore fisico, forse non mi metterò a coltivare gli agrumi, ma mi occuperò di sociale, forse potrei occuparmi d’un minimo d’imprenditoriale, ma l’impresa non m’è congeniale, anzi sono negato per il mondo imprenditoriale. Sono uno che ha sempre dato poca confidenza agli imprenditori e questo lo riconosce anche il geologo Barbagallo: ‘quando si parlava d’impresa, Lombardo quasi si contrariava’”.
Tentiamo di far tornare l’intervista sui binari del dibattito politico, ma il governatore mostra davvero scarso interesse anche ad una seconda nostra provocazione. Presidente in giro ci si chiede quanto sia reale la rottura tra lei e Lino Leanza:“no guardi di Leanza ho già parlato, di politica comincio a disintossicarmi, diciamo a liberarmi da questa dipendenza. Mi permetta – ci chiede il Presidente della Regione- quindi di non rispondere a domande che riguardano il Mpa e la politica. Le dico solo che domenica 24 a Palermo, forse ci sarò come osservatore, dico forse, le anticipo che non parlerò e che mi sembra giusto che il Mpa s’interroghi su questa fase nuova della politica italiana. C’è una mia vicenda che lo riguarda, rispetto alla quale c’è una mia scelta che ritengo determinata, c’è la crisi internazionale che incombe, la recessione, la povertà, ma anche un attacco micidiale all’autonomia della Sicilia che finalmente pensava di iniziare ad alzare la testa: era il 2010, ma il 29 marzo quando, con grande clamore di stampa e prima che io ne fossi informato personalmente dalla magistratura, vengo iscritto nel registro degli indagati, ecco da lì il corso della storia è cambiato per la nostra terra, inevitalbimente”.
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