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Europee: quale Dc vincerà? Quella di destra, di centro o di sinistra?

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Fra poco si vota…

iena politica.

I “dorotei” scarsi di Fratelli d’Italia sono impegnati in una lotta feroce e fratricida contro Salvo Pogliese e i suoi: se dovesse andargli bene (all’ex sindaco di Catania e al “suo” Massimiliano Giammusso) si rilancerebbe, altrimenti è già pronto un posto in curva al “Massimino”. Naturalmente con gli ultras per tifare Catania. In nome dell’amore.

Portato a forza dal partito è, invece, Ruggero Razza, che voti non ha dai tempi delle guerre puniche. Ma Fratelli d’Italia lo ha scelto, come avveniva alle corti feudali, ai tempi della cavalleria. E tutti devono votarlo. In nome della meritocrazia e delle “persone che si fanno da sé”, aliene dall’assistenzialismo di Stato, da soluzioni tipo social card.

Lui quando parla quasi ti fa sentire che la Dc di Ciriaco De Mita non è mai morta. Ma tutta Fratelli d’Italia è una Dc, scadente come la sua “classe dirigente”, ma sempre democristiana nel fondo. Non a caso, il nuovo che avanza ha il volto di Gaetano Galvagno, che è più democristiano di suo zio Mimmo.

Fratelli d’Italia è quel partito che a Catania, ad esempio, propone -democristianamente- con la giunta Trantino concorsi elettorali a pochi giorno dal voto. Trantino sembra un democristiano della Prima Repubblica che ogni tanto ci mettere la faccia di fronte alle operazioni più indifendibili e lo fa naturalmente, suscitando (ma lui se ne accorge?) l’ilarità di tanti.

In mezzo gli “scudi” e ai “crociati”, non può mancare la Lega di Luca Sammartino, la versione sicula del populismo da social. Quest’anno, la “campagna acquisti” prevede la “scelta di vita” di Raffaele Stancanelli, in sintesi da Almirante a Sammartino. Una linea politica molto più coerente di quanto a prima vista potrebbe sembrare: da difensore dell’ordine contro i giovani della nuova destra (Roma, Università, 1968) per continuare nel ruolo di “serbatoio Dc” in versione anticomunista (con il Msi “grande mamma” anche per i “discoli” della neofascismo eversivo) e per finire con il nuovo Potere democristiano in versione “holding sanitaria”. Raffaele Stancanelli forse non lo sa, ma è stato anche stavolta coerente. Sempre con il Potere. Come accade a quelle donne che –involontariamente- scelgono sempre la soluzione più coerente, che involontariamente è la più conveniente. Cose che capitano. Poi ci sono i populisti che stanno col sociale, in nome del Reddito di Cittadinanza: una soluzione democristiana, anche quella.

Al centro, restano sempre loro, Lombardo, Cuffaro e affini (renziani, renziani pentiti, postrenziani, calendiani e altra umanità). Lombardo dice di puntare su Caterina Chinnici, alfiere di Forza Italia. Scelte di vita. Controcorrente, da Sammartino a Lombardo, passando per il Pd. Vedi sopra.

Forza Italia viene indicata -democristianamente- come lista vincente, Marco Falcone è da tempo in una “fase esplosiva”. Lasciatelo credere in questo fotoromanzo dal grande futuro che è la politica sicula.

A sinistra il Pd è l’altra “ala” della nuova Dc: un blocco di Potere che va dall’Anm alle corporazioni della paramafiosità italiana, per finire ad un pezzo consistente del pubblico impiego. Non cercate operai fra di loro, che poi vi sghignazzano in faccia. Una “sghignazzata antifascista” ma sempre sghignazzata. In Sicilia giustamente il loro segretario è un Dc come Anthony Barbagallo. E lo sarà anche il 10 giugno.

Anche stavolta ai militanti stanno facendo credere che è in arrivo un “regime fascista” e quelli li votano. Fra qualche tempo, magari, al “risveglio” ricominceranno ad incazzarsi, quando non troveranno olio di ricino contro di loro, anche perché non troveranno più forse nemmeno i soldi per comprarlo l’olio. A conferma che il blocco ideologico è più forte dei fondamenti del ragionamento.

A sinistra, resta la lista dell’alleanza Sinistra Italiana e Verdi, con la candidatura di Ilaria Salis, una “candidatura occidentale” fondata sulla rivendicazione di diritti umani e del cittadino, contro gli abusi di Stato. Molti che la voteranno non se ne accorgeranno nemmeno, anche perché per molti di loro, ad esempio, vivere sotto il modello politico e giudiziario della Federazione Russa non sarebbe un problema. Del resto, come aveva detto Leonardo Sciascia, per molti italiani –di destra, di centro o di sinistra- non è un problema vivere sotto il fascismo.

Poi, ci sono quelli che non votano, mai. Quelli che hanno capito.

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Benanti

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