Expo Pubblicità e ragionevolezza delle norme

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“Pur non volendo entrare nel merito del caso specifico (che personalmente non conosco) e ritenendo che le regole, anche se poco ragionevoli, vadano sempre rispettate,  la vicenda della Fiera della Pubblicità porta alla ribalta una questione che ci riportiamo da oltre un anno e che il sottoscritto ha ripetutamente già  sollevato . La chiusura – apertura del complesso delle attività economiche deve rispondere a criteri di equità e ragionevolezza. Troppo spesso, invece,  questi criteri non hanno caratterizzato le relative norme e regole, e così sono apparse irragionevole ed ingiuste. Nei momenti di gravissima  crisi economica un pericolo per la tenuta della convivenza democratica e sociale è da rinvenire proprio  nella percezione di regole ingiuste.
Orbene,  abbiamo visto ristoranti chiusi per l’intera giornata e centri commerciali aperti, teatri e cinema chiusi e grandi magazzini del centro storico che consentono, proprio per norma, l’accesso fino a 500 persone per volta.  Eventi fieristici professionali e  specializzati , che si rivolgono a platee particolari e selezionate, con accessi contingenti, inibiti e, a fare da contraltare,  assemblamenti e code chilometriche addirittura per vaccinarsi. Come si può accettare, ragionevolmente,  che un ristorante o un teatro con accessi guidati, distanziamento garantito e norme di sicurezza applicate debba restare chiuso mentre  un supermercato, o un grande magazzino o un centro commerciale nei cui corridoi e corsie gli spostamenti dei clienti non sono assolutamente gestibili, possa restare aperto? Ed un evento fieristico rivolto solo agli addetti ai lavori cosa ha di maggiormente nocivo rispetto alle anzi dette attività economiche? Nulla, sono sovrapponibili.  Dopo un anno di pandemia, coerenza, ragionevolezza ed equità non sono più procastinabili e le regole devono essere declinate con coerenza. La crisi delle imprese e  la perdita dei posti di lavoro meritano  competenza e serietà. 
Troppe norme, invece,  oltre a essere incoerenti puzzano di ipocrisia, per non dire di parzialità.

 

FRANCESCO SORBELLO ESPERTO SETTORE COMMERCIO.

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Benanti

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