Fabio Cantarella: “Trasformare la cenere vulcanica in occasione di sviluppo e farla uscire dal sistema dei rifiuti”


Pubblicato il 13 Luglio 2024

Sulle emergenze cenere e rifiuti abbiamo rivolto qualche domanda all’Avv. Fabio Cantarella, già assessore all’ecologia nella giunta Pogliese a Catania.

Fabio Cantarella Catania è sommersa dalla cenere dell’Etna: di chi è la responsabilità? 

Non vedo una responsabilità in particolare ma la nostra solita incapacità collettiva a valorizzare il patrimonio naturale e architettonico siciliano. In Europa c’è chi pagherebbe per avere la terra dell’Etna e noi ancora oggi la trattiamo come un peso da smaltire piuttosto che come un’opportunità di crescita e sviluppo.

Si possono fare, a tuo avviso, paragoni con quanto accaduto in passato?

Una copiosa caduta di cenere vulcanica si è verificata anche durante l’amministrazione Pogliese, quando ero io a ricoprire il ruolo di assessore alle Politiche ambientali. E ricordo, a chi ha la memoria corta, che durante l’amministrazione comunale della buonanima di Umberto Scapagnini, sindaco che ricordo con immutato affetto ma stima crescente alla luce della moderna incapacità di assumersi responsabilità, sulle cose che contano, “chiddi di sustanza”, camminammo per giorni con le mascherine proprio in seguito a un’ordinanza sindacale che mirava a prevenire potenziali rischi per la salute pubblica. Si vedeva anche tanta gente passeggiare con gli ombrelli, tanto importante fu la caduta di cenere quell’anno. 

Ci sono stati o ci sono errori da parte dell’Amministrazione comunale?

Non lo penso e in ogni caso non è questo il punto. Oggi ci sono più opportunità per amministrare meglio rispetto a quando facevo io l’assessore nella giunta del sindaco Salvo Pogliese. A partire proprio dal nuovo appalto dei rifiuti che qualcuno critica, alcuni per farsi un alibi altri per strumentalizzare, dimenticando che prima di questo appalto non esisteva neanche la raccolta differenziata a Catania (era riservata ad appena diecimila privilegiati abitanti del centro).

Di che parliamo? Lasciamo stare la difficoltà di far rispettare le regole, ma oggi il servizio della raccolta differenziata è esteso a tutta la città, nessun abitante ne escluso. Poi farla spetta al cittadino e far rispettare le regole al Comune. E parlando di quel numerino che qualcuno strumentalizzava per attaccarci perché la percentuale di raccolta differenziata non raggiungeva la doppia cifra in città e Catania era fanalino di coda col 7%, oggi col nuovo appalto si punta al 50% che è poco ma è tantissimo rispetto a ciò che ci aveva lasciato l’amministrazione Bianco.

Ecco, non capisco con quale faccia e quale coerenza oggi alcune associazioni di sinistra non trovino imbarazzo nel criticare l’attuale gestione che è avanti anni luce rispetto a quella dell’era della “primavera” catanese. E poi oggi c’è un altro vantaggio che l’amministrazione Pogliese non aveva.

A cosa ti riferisci?

Oggi c’è un presidente della Regione Siciliana che quando chiude una discarica si siede, fa riunioni, cerca e trova soluzioni e soprattutto firma ordinanze delicatissime assumendosi in prima persona rischi e responsabilità per carenze amministrative ereditate dai precedenti governi regionali, a partire da quello di Crocetta …

Come si dovrebbe organizzare il Comune, in particolare, per simili eventi?

L’ho detto, trasformare la cenere vulcanica in opportunità di sviluppo e farla uscire dal sistema dei rifiuti. Creare una gestione separata, naturalmente il Comune da solo non può imporre questa svolta, ci vuole l’impegno di qualche ministero…

Taluni chiedono l’intervento della protezione civile: sei d’accordo?

Quando si crea un’emergenza come questa, certamente. La cenere non rimossa rappresenta un’insidia per la circolazione stradale oltre che per la nota questione sanitaria delle polveri sottili inalate camminando per strada o spazzando. Peraltro vedo tanta disattenzione rispetto all’illegale e irresponsabile utilizzo dei soffiatori da parte di privati ma anche di soggetti incaricati di pubblici servizi, specie in orari in cui c’è gente in giro. Non mi riferisco solo a Catania città ma all’intera provincia. Domenica facevo colazione con le mie figlie Giada e Ambra nella pasticceria di un noto comune pedemontano a trazione turistica e siamo dovuti andare via perché alle 10 del mattino erano con i soffiatori mentre le persone stavano sedute ai tavoli.

 In generale, si può fare un paragone su quanto accade per la cenere e quanto accaduto per i rifiuti in termini di inefficienza della risposta dell’Amministrazione?

Non ho visto inefficienza. Il sindaco Trantino e l’assessore Tomarchio hanno ben gestito l’ennesima emergenza rifiuti dettata dalla chiusura della discarica, evento che periodicamente tutti i comuni subiscono impotenti (fatevi un giro per gli altri comuni della provincia salvo rare eccezioni). Trantino e Tomarchio sono stati anche bravi, a mio avviso, a fare dell’emergenza una opportunità per far presente ai cittadini l’importanza di differenziare al massimo.

Quando chiude una discarica il Comune può solo attendere soluzioni che arrivano da enti sovracomunali. Ribadisco che la buona gestione dell’emergenza è stata facilitata dal presidente Renato Schifani che con senso del dovere istituzionale e competenza ha riunito dirigenti e organi competenti e si è poi assunto la responsabilità di firmare anche più ordinanze.

Ai miei tempi questa opportunità non l’abbiamo avuta perché si scaricava la responsabilità, ingiustamente, sui comuni lasciandoli da soli. E questo pur essendo sotto gli occhi di tutti che il disservizio parte da una cattiva gestione della problematica da parte dei precedenti governi regionali, nessuno escluso. Solo il presidente Renato Schifani sta mostrando coraggio e determinazione, anche puntando, non a parole ma coi fatti, sui termovalorizzatori. Però approfitto per ribadire che non servono a bruciare tutto l’indifferenziato ma solo ciò che non è tecnicamente differenziabile. Quindi alla base della organizzazione deve sempre esserci una differenziata spinta al massimo che tradotto significa che chi pensa di risolvere l’emergenza rifiuti causata dall’inciviltà con i termovalorizzatori rappresenta egli stesso un pericolo per l’ambiente e le future generazioni.

Quali sono le soluzioni di questi problemi?

Incentivare la differenziata premiando il cittadino con importanti abbattimenti della Tari. Far funzionare concretamente, anche h 24, le isole ecologiche. E poi far valere la questione sottovalutata da tutti: Catania ogni giorno accoglie, tra lavoratori, studenti, utenti di servizi vari, centinaia di migliaia di residenti in altri comuni e i loro rifiuti prodotti in città se non addirittura portati su Catania dal loro paese. Praticamente Catania per la gestione e lo smaltimento dei rifiuti sostiene costi che in parte sono di altri comuni. Pensate a chi viene a lavorare e pranza o cena a Catania, pensate ai rifiuti ospedalieri, universitari, scolastici, alle migliaia di lavoratori catanesi provenienti da altri comuni. Sono popoli di non residenti che producono rifiuti a Catania città (ripeto se addirittura non se li portano da casa loro come appurammo in migliaia di casi sotto la mia gestione grazie all’ottima ma senza sufficiente organico Polizia Ambientale di Catania). 

In generale, quale valutazione dai dell’Amministrazione Trantino?

Questa risposta non la dedico solo a me ma ai tanti che, tra i social e le tv locali, vedo esibirsi nel fare la morale agli altri:  Matteo 7,1-5 1 Non giudicate, per non essere giudicati; 2 perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. 3 Perché osservi la pagliuzza nell’occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? 4 O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell’occhio tuo c’è la trave? 5 Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello.


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