Facciamo un pò come ci pare, l’ “Algese” a Sigonella: quando lo scandalo diventa la regola


Pubblicato il 04 Gennaio 2019

CONFEDERAZIONE UNITARIA DI BASE – SETTORE AEREO – CATANIA

COMUNICATO STAMPA

L’ALGESE A SIGONELLA: QUANDO LO SCANDALO DIVENTA LA REGOLA.

La recente chiusura della Mensa “Un fiore per la vita” nello Scalo di Sigonella non

è che l’ultima di una serie interminabile di insopportabili vessazioni ordite contro i

lavoratori aeroportuali della Base da parte della Algese, erede con GH, GESAC,

SAGA, KATANE’ ed altre macchinose invenzioni, della Alisud S.p.A. di Napoli,

con la puntuale e vergognosa complicità dei sindacati confederali, che dal 10

gennaio 2014 fanno spudoratamente, ma ufficialmente, da campieri e gabelloti a

Confindustria, alle Aziende ed ai Governi di questo Paese, contro le giuste

rivendicazioni dei lavoratori, dal salario alla sicurezza al vestiario. Per quanto

riguarda nello specifico la Base Aeronavale di Sigonella il conflitto è esploso nel ’97

allor quando gli stipendi furono dimezzati, i diritti cancellati e 34 lavoratori furono

licenziati senza alcun motivo. Fu la lotta del “Popolo dei cancelli”, con 4400 ore di

sciopero “a singhiozzo”, 46 giorni di digiuno, presidii ininterrotti ai cancelli della

Base, cortei di protesta e volantinaggi in diverse località e numerosi interventi e

comunicati stampa presso radio e tv locali. Una dettagliata descrizione di quella

vertenza è stata raccontata e documentata nel libro “Il Popolo dei cancelli: storia di

una lotta”, con speciali contributi del regista Ken Loach e dello scrittore Erri De

Luca. A quella situazione di per sé gravissima sono stati aggiunti ulteriori negazioni

e soprusi, compreso l’arretramento dei livelli professionali e retributivi. Nel Gennaio

del 2016 la posizione Inps e Inail dell’Algese rivela una nuova “anomalia”: per uno

strano ed oscuro “prodigio” la società di gestione aeroportuale, presente dal ’76 in

Assaeroporti diventa società di handling e aderisce ad Assohandlers, senza alcun

nuovo contratto da sottoporre e far firmare alle maestranze: ci avevano già pensato

i confederali! “Modifiche automatiche” in busta paga, mancati aumenti contrattuali,

un premio di produzione annuale che diventa “premio presenza”, o “di rendimento”,

o “di risultato” prontamente ed interamente sottratto con tre eventi di malattia anche

di un solo giorno ciascuno, o con tre giorni di “104” mensili, o con tre giorni di

donazione sangue nell’arco di 12 mesi; il lutto per il decesso di un “affine di 1°

grado” non è riconosciuto… Ma i permessi sindacali ed i frequenti e diffusi

distacchi” dei confederali non sono considerati assenze e perciò non causano loro

alcuna perdita… Da due quinquenni non vengono corrisposte le “una tantum” dei

rinnovi, ed il “Fondo Di Giesi” è scomparso nel nulla…! Persino la fornitura del

vestiario è ormai una semplice opzione… “Nessuna firma è richiesta ai lavoratori –

ci informano dalla “stanza dei bottoni”- perché abbiamo già la firma dei sindacati

confederali…!” In questo contesto, anche le istanze per la cessione del quinto dello

stipendio sono disattese ed ostacolate. Quanto sta accadendo viola palesemente le

regole del settore e le leggi vigenti, determinando gravissimi danni sul piano

contrattuale, economico e normativo contro tutti i lavoratori, tranne che per le r.s.a.

confederali, ormai quotidianamente prostituite alle turpi manovre padronali. In

estrema sintesi, pur avendo ancora ciascun lavoratore il proprio contratto di

assunzione presso una società di gestione aeroportuale aderente ad Assaeroporti e

pur continuando a svolgere da decenni le medesime, numerose ed impegnative

mansioni, si ritrova oggi a dover lavorare come “operatore unico” per una società di

facchinaggio aeroportuale, con un contratto mai firmato, uno stipendio le cui voci in

busta paga si riducono “a sorpresa”, progressivamente, mese dopo mese, e con

garanzie e tutele inesistenti, anche sul piano della sicurezza… il tutto, orario di

lavoro, turni e straordinari inclusi, asservito alle logiche schiavistiche del datore, in

linea con le “brillanti” risoluzioni del cosiddetto mercato globale, opzione criminale

che giustifica qualunque massacro, contro ogni principio di civiltà. Intanto le nuove

divise da “handlers” ed un “nuovo” (si fa per dire!) gestore mensa, notissimo “amico

degli amici”, attendono una quanto mai prossima collocazione… Nonostante queste

drammatiche condizioni, in Campania, sedicenti formazioni sindacali molto

autonome” spalleggiano l’azienda senza mezzi termini (quanto calore e sincero

affetto!) persino impedendo in pubbliche “assemblee operaie” le veementi denuncie

di lavoratori dapprima invitati (forse solo per far numero!) ad intervenire contro la

ferocia disumana della controparte. Davanti a tanta sicumera, certamente alimentata

da contingenze “favorevoli”, ed a tanta protervia, tipica di chi non conosce e non

vuole il confronto, la Confederazione Unitaria di Base – Settore Aereo della

provincia di Catania dichiara immediatamente lo stato di agitazione a partire da oggi,

02 Gennaio 2019

Catania, 02 Gennaio 2019

Per il Coordinamento Provinciale C.U.B. Catania Settore Aereo

Gaetano Ventimiglia.

 


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