di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
Favola…
Pubblicato il 14 Marzo 2013
di Fabiola FotiC’era una volta una piccola giungla dove convivevano gli animali e gli uomini.Un serpente, mosso dall’odio per l’uomo che prima lo aveva celebrato e poi scacciato, aveva formato un branco eterogeneo di bestie: usava quegli animali per depredare e dove passava il branco egli faceva in modo che non restasse più nulla.L’uomo piangente allora andava a pregare il serpente perché gli fosse risparmiato il raccolto e il rettile rispondeva “non ho voce in capitolo, non conosco nemmeno gli animali responsabili di tutto ciò. Però tu sei un brav’uomo e forse parlerò in tuo favore. Fino a quando ti sarai salvato ricordati di celebrarmi e, quando verrà il momento, di assegnarmi il ruolo che mi compete”.Il serpente fingeva di non essere a capo del pericoloso branco ma ogni notte sussurrava agli animali come agire, lui diceva di parlare in nome di Dio, e se questi si rifiutavano di compiere il male, l’ira del rettile non conosceva confini, alle povere bestie non restava altro che scappare dal gruppo.Vicino al serpente vi era sempre il babbuino. Nessuno comprendeva il rapporto che legava il primate al rettile. La scimmia disprezzava il serpente, perché chi lo conosce impara ad odiarlo, ma aveva legato a lui la sua stessa sopravvivenza.Il babbuino si intestava le battaglie della serpe e spingeva perché le bestie seguissero il detto del rettile.Quanti animali erano andati e venuti dal branco: il leone, l’orso, la pantera. Tutte bestie tanto aggressive, ma mai cattive quanto il serpente, il loro intento era solo la naturale sopravvivenza, e avrebbero agito, seguendo il loro istinto, fino a quando fossero stati convinti di colpire l’atteggiamento infame dell’uomo cattivo della giungla.Adesso il serpente e il babbuino sono rimasti da soli con la formica. Per vendetta, sono aumentati i saccheggi contro gli uomini ed il serpente quando lancia la sua piccola armata recita un mantra “Contro il bianco e marino ciancicare”[fine prima parte]
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