Catania

“FICTION MERITOCRAZIA”: CHI COMANDA NELLA GIUNTA TRANTINO

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di iena Marco Benanti.

Chi comanda ora al comune di Catania? A poche ore dalla presentazione ufficiale della giunta Trantino, vediamo chi si cela dietro uomini e cose.

Il vice di Enrico Trantino è, quindi, il prof. Paolo La Greca, “figura tecnica” (come le tutte le “figure tecniche” in politica) che lavora per la destra catanese da anni: da Stancanelli a Pogliese fino a Trantino. Per lui, la “mission” -si dice- dovrebbe essere il Piano Regolatore della città, una sorta di “impresa titanica” in una città cresciuta senza regole, per la gioia dell’ “imprenditorìa” locale, quel coacervo di speculatori, amici degli amici, maneggiatori di denari pubblici (la maggioranza) e varia umanità assortita, talora sedicente “liberale”.

Gli annunci in materia sono stati innumerevoli, fatti zero. Ora, che farà La Greca? Il Prg e il Corso dei Martiri? Qualcuno ci giura, ma qualche voce proveniente dagli uffici comunali avrebbe detto: “Il Prg a Catania non si fa nemmeno se viene “Putin cu ‘ i bummi “ ”.

A Palazzo degli Elefanti, comunque, ci vuole capire come vanno le cose dovrà vedere le “mosse” di personaggi come i “tecnici” Bisignani e Finocchiaro. A proposito: ma dov’è finito l’ing. Cascone?

La giunta Trantino appare, nel complesso, di levatura modesta, con taluni personaggi “nuovi” e diversi “volti noti”. Partiamo dai presunti “fascisti” o “ex fascisti” (ci scusiamo con i fascisti veri per l’accostamento del caso): “in quota Fdi-Mpa” spicca l’unica donna della giunta (per l’ “ira” dei “radical chic” del Pd), Viviana “Nuccia” Lombardo, avvocato, figlia di “Nuccio” Lombardo, un personaggio che ha volteggiato nella politica catanese partendo da “Stupor Mundi” Raffaele Lombardo, per andare prima a destra (Stancanelli) e a sinistra (Bianco). Una serie di “scelte di vita”. Sempre -per coincidenza- dalla parte del vincente. In “quota Pogliese” non esce da Palazzo Sergio Parisi, bravo ragazzo. Una persona che ha lavorato negli anni agli impianti sportivi, con buoni risultati. Doveva essere il candidato sindaco della continuità: no problem, con Trantino non cambia nulla, anche da questo punto di vista. Parisi si occuperà anche di lavori pubblici, auguri.

Fdi resta, di fatto, un partito neodemocristiano, un aggregato centrista, allineato nel catanese alle “anime” dei La Russa e dell’alleanza “strategica” (per Lombardo) con Raffaele Lombardo.

Fra i “lombardiani” arriva in giunta Bruno Brucchieri, non proprio un volto conosciuto ai più. Casualmente, finisce ai servizi sociali. Una sicurezza delle poltrone di Palazzo degli Elefanti è, invece, Alessandro Porto (con una serie di deleghe per le quali, in sintesi, lo si potrebbe denominare come una sorta di “disaster manager”), politico di razza, noto anche per le sue “acrobazie” fra centro-destra e centrosinistra, insomma da Stancanelli a Bianco, da Bianco a Pogliese. Una storia di “scelte di vita” finita qualche anno fa con un “divorzio rumoroso” con Pogliese, prima del ritorno alla “Casa del padre”, ovvero a casa di Raffaele Lombardo. Che perdona sempre, soprattutto quando hai i voti. In attesa di arrivare ad un posto all’Europarlamento alleandosi con gli “ex fascisti” (un posto per Lombardo, naturalmente).

In “quota Sammartino” ci sono quel simpaticone di Peppe Gelsomino (faticatore di aula, indimenticabile per i nodi della sua cravatta) e l’imprenditore Andrea Guzzardi. Volto nuovo-dicono. Si dovranno occupare di commercio e scuola.

Nella “tumultuosa” Forza Italia c’è spazio per uno dei “re delle preferenze” Giovanni Petralia (manutenzioni, autoparco, servizi cimiteriali) e per la “munnizza” per l’imprenditore Salvatore Tomarchio. Per ultimo, poi, il “colpaccio”: quello realizzato da Totò Cuffaro che “piazza” l’ “inconsapevole” avvocato Giuseppe Marletta a bilancio, affari legali, partecipate e patrimonio. Gli facciamo tanti auguri, ne ha di bisogno.

“Sorte ingiusta” finora per Daniele Bottino (“superstar di preferenze”) e un assertore della legalità come Riccardo Pellegrino. Meritano.

Finale con la “scelta strategica” del sindaco: ha trattenuto per sé le deleghe alla cultura, al turismo e alla zona industriale. Con lui e il con il prof. La Greca -in prima battuta- la città è certa di grandi risultati.

Dimenticavamo: chi si opporrà a tutto questo “ben di Dio”? Nessuno o quasi: grazie al Pd e alla “sinistra rivoluzionaria alla catanese” -senza dimenticare i “legalitari all’italiana” del M5s- Catania resta una città senza oppositori veri. Bravi.

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Benanti

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