Corteo a Catania in via Etnea: ironie e proteste contro la classe dirigente. E alle viste un’altra manifestazione…
di Iena Forcona
L’annuncio è arrivato a metà mattinata: il 6 marzo prossimo Forza D’Urto e Forconi saranno sotto la sede dell’Ars per una manifestazione cui sono invitati tutti, dai pensionati agli studenti. La protesta, quindi, sale e rinnova appuntamenti. A Catania, il Palazzo ha promesso un consiglio comunale “straordinario”, ma poi non ha mantenuto la parola. Di qui, il corteo di stamane, lungo via Etnea, di Forconi e di tutti i simpatizzanti, agricoltori, pescatori, studenti, semplici cittadini sempre più disgustati dalla classe dirigente nazionale e siciliana. Davanti al loro decine di uomini delle forze dell’ordine: davvero imponente la loro presenza. Magari ci si attendeva maggiore partecipazione alla manifestazione tanto che qualcuno ha ironizzato: “ma sono più le guardie dei manifestanti?”. Comunque la curiosità della gente si nota: in molti si sono avvicinati ai manifestanti e hanno espresso la loro vicinanza.
“Se non sono in grado di affrontare la situazione, traggano le dovute conseguenze”: questo il leit-motiv dei Forconi, con il leader Mariano Ferro, per il quale “siamo vicini alla situazione della Grecia”. Il “grido” comune è, quindi, contro la classe dirigente, ritenuta assolutamente incapace di affrontare la crisi devastante che vive la Sicilia e in generale l’Italia.
Non a caso, nel corso del corteo di stamane, sono state mostrate e portate in giro le foto di politici nazionali e regionali, con tanto di parole ironiche e di inviti a “non ricandidarsi”. Ferro, nel suo intervento, ha ricordato i temi di fondo del movimento, a cominciare dai problemi economici, occupazionali e di critica aspra alle condotte della classe politica.
Poi, simbolicamente, Franco Crupi dei Forconi si è più volte disteso per terra, quasi in segno di “morte” a causa di una “classe politica” che abbatte la Sicilia. La manifestazione si è poi conclusa poco dopo piazza Università, con momenti di polemica con le forze dell’ordine: non c’era, infatti, l’autorizzazione per arrivare in piazza Duomo e quindi sono state “minacciate” denunce per l’organizzazione del corteo in caso di passi ulteriori. Nessun problema, comunque, alla fine e appuntamento a Palermo per il 6 marzo prossimo.
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