Il Segretario Generale Fsi-Usae, Adamo Bonazzi, scrive al Presidente della Repubblica per chiedere di intervenire e di evitare a questo nostro paese che degli obbrobri legislativi escano dal Parlamento. La lettera è stata inviata anche ai Presidenti di Camera e Senato.
Stiamo parlano ovviamente dei numerosi emendamenti all’atto A.S. 1766, di cui il più conosciuto è quello a prima firma del Sen. Marcucci (i cui contenuti sono però, più o meno, replicati da numerosi altri emendamenti) che limiterebbe la responsabilità civile e penale dei professionisti sanitari riconoscendo il sacrificio profuso in questi mesi da coloro che sacrificano la propria famiglia e la propria salute a vantaggio dell’interesse generale e della salute collettiva. Emendamenti che, però, estendono lo stesso scudo di responsabilità anche alle strutture sanitarie e sociosanitarie sia pubbliche che private. Una uniformità di trattamento, quindi, tra coloro che hanno lavorato e rischiato tutto in prima linea (in alcuni casi purtroppo perdendo anche la vita) e coloro che hanno invece assunto decisioni dirigenziali non sempre corrette e che così sarebbero esentati dal rispondere (almeno) civilmente dei loro comportamenti.
Scrive Bonazzi: “Si eviti un simile colpo di spugna. Comprendiamo lo scudo penale anche per le Aziende. Ma l’esenzione della responsabilità civile quella no. Quella non ci può essere. Tecnici Sanitari di Radiologia Medica, Tecnici Sanitari di Laboratorio Biomedico, Tecnici di Neurofisiopatologia, Fisioterapisti, Logopedisti, Ortottisti – Assistenti di Oftalmologia, Dietisti, Tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare, Tecnici Audiometristi, Terapisti della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva, Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, Assistenti Sanitari, Tecnici di Riabilitazione Psichiatrica, Terapisti Occupazionali, Educatori Professionali, Tecnici Audioprotesisti, Tecnici Ortopedici, Igienisti Dentali, Podologi, Ostetriche, Infermieri, Medici, Autisti soccorritori, oss e gli altri lavoratori non meritano di essere trattati così. Si eviti che siffatti obbrobri legislativi escano dal Parlamento” .
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