Si attendeva la conferenza stampa dopo il comunicato di ieri sera e il “mistero” è stato “svelato”: a picchiare Fulvio Frisone, il noto ricercatore, sarebbe stata la sorella, mentre il cognato successivamente lo avrebbe minacciato e avrebbe chiosato: “io chiamo le Iene…”
A intervenire in sua difesa il badante colombiano che conferma la ricostruzione nella denuncia presentata ai carabinieri. E’ la ricostruzione dell’aggressione a Fulvio Frisone ricostruita ai giornalisti dallo stesso fisico nucleare con forte disabilità, stamane, nello studio del suo legale, l’avvocato Giuseppe Lipera (nella foto). Nell’esposto denuncia il ricercatore ipotizza una causa: “Tutto ciò – scrive nell’esposto – è accaduto perché mia sorella è inspiegabilmente convinta che io abbia maltrattato nostra madre, circostanza assolutamente non vera”.
Oggi Frisone ha raccontato ai cronisti:
“La violenza è sempre da condannare – ha commentato l’avvocato Lipera – lo è ancora di più quando commessa contro persone deboli e fisicamente fragile come Fulvio Frisone, una persona affetta da tetraparesi spastica con distonie ed è quindi costretta su una sedia a rotelle, parla a fatica, non può mangiare e muoversi da solo.”
Sulla vicenda è intervenuta la Cgil con un comunicato:
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