“Rifondazione Comunista plaude all’azione dell’Autorità Giudiziaria sul sistema delle esternalizzazioni dei servizi nella sanità pubblica, presente anche nella catena della Grande Distribuzione, che si intreccia con quello clientelare-politico-mafioso.
Non è solo corruzione sistemica (e ormai sistematica), è anche, se non di più, un rodato meccanismo di sfruttamento del lavoro prevalentemente manuale, della mancata applicazione dei CCNL di settore, in favore dei famigerati “contratti Multiservizi” o “servizio sociale”. Capiremo dagli sviluppi dell’inchiesta se le mazzette vengono anche e principalmente dalla mancata applicazione dei CCNL socio-sanitari-assistenziali, con aggiudicazioni farlocche in dispregio del Codice degli Appalti. Viene infatti utilizzato ampiamente lo strumento del ricatto occupazionale del mancato subentro e/o quello dell’accordo sindacale basato sulla rinuncia all’anzianità di servizio.
Rifondazione, per porre un freno a questa grave situazione, chiede l’applicazione del Codice dei contratti pubblici (d.lgs. n. 50 del 2016 come modificato dal d.lgs. n. 56 del 19 aprile 2017) che prevede espressamente all’art. 50: “1. Per gli affidamenti dei contratti di concessione e di appalto di lavori e servizi diversi da quelli aventi natura intellettuale, con particolare riguardo a quelli relativi a contratti ad alta intensità di manodopera, i bandi di gara, gli avvisi e gli inviti inseriscono, nel rispetto dei principi dell’Unione europea, specifiche clausole sociali volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato, prevedendo l’applicazione da parte dell’aggiudicatario, dei contratti collettivi di settore di cui all’articolo 51 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81.
Da un punto di vista politico, lo scandalo che investe alcuni vertici della sanità di stampo manageriale, nominati da Musumeci in Sicilia, non è che l’ultimo di una lunga serie e che hanno coinvolto le Giunte dei suoi predecessori di centrodestra e di centrosinistra, da Crocetta a Raffaele Lombardo a Cuffaro. Una mafia bianca dove l’intreccio tra corruzione, privatizzazioni, destinazione delle risorse pubbliche è asservito a garantire accumulazioni illecite.
E che non ha pudore di sfruttare il lavoro nero e servile, approfittando della evaporazione dei controlli, a partire da quelli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Si conferma ancora una volta la necessità di una radicale riforma della sanità, riconducendola ai principi costituzionali della pubblicità, del controllo dal basso, della partecipazione delle e dei cittadine/i, della rottura dei conflitti di interesse e del connubio tra il mondo del settore privato e le sue proiezioni politiche e manageriali.
Mimmo Cosentino
Segretario Regionale PRC Sicilia.”