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Gaetano Armao: “Dopo la crisi nulla sarà come prima”. Da Blogsicilia.it il parere dell’economista e assessore regionale all’Economia
Pubblicato il 10 Agosto 2012
di iena blogsicilia.it
Da www.blogsicilia.it, vi proponiamo una intervista esclusiva all’economista-assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao.
È l’economista e assessore regionale all’Economia Gaetano Armao il protagonista del primo dei forum della redazione di BlogSicilia, una serie di incontri con personalità di rilievo della nostra Isola che vi proporremo nelle settimane a seguire.
Un focus per analizzare, discutere, capire quanto ci accade intorno, rispondendo così a quell’idea di giornalismo partecipativo capace di dar voce ai cittadini.
Ricco di spunti di riflessione il dibattito con Gaetano Armao, che ha risposto alle nostre domande da economista e docente universitario. E’ stata l’occasione per parlare di spending review, delle prospettive future per la nostra Isola, delle opportunità e delle minacce del panorama economico che la Sicilia non può esimersi dal valutare attentamente.
“Dopo la grave crisi economica che stiamo vivendo – premette Armao – nulla sarà più come prima in ogni parte del mondo. E’ un momento da economia da guerra. E’ come se il nostro Paese si fosse svegliato da una guerra di 3 0 4 anni”. In Sicilia poi, la macchina amministrativa e burocratica, per troppo tempo ha proceduto allo sbando, “come se non si dovesse mai arrivare allo stop, e invece – dice l’assessore – ci siamo arrivati e lo stiamo capendo adesso”.
Se la fotografia del presente è causa degli errori del passato è soprattutto la visione del futuro a stimolare il dibattito con Armao “perché dobbiamo preoccuparci soprattutto di quello che sarà”. L’economista formisce qualche dato: “Nel 2050, la Sicilia avrà perso un terzo dei suoi abitanti ed un quarto del suo prodotto interno lordo. I residenti avranno un’età media di 55 anni, mentre ben 3 miliardi di uomini e donne del pianeta avranno un’età inferiore a trenta anni”.
Rischiamo di diventare una regione vecchia e povera e alla domanda “Investirebbe in Sicilia del denaro, cimentandosi nel mondo imprenditoriale?” Armao risponde senza esitazione: “No, mai. Siamo rimasti indietro. Nella classe politica non vedo la capacità di andare oltre ma solo quella di fare beghe, spesso paesane”.
Necessario dunque un cambiamento di rotta, la cui attuazione non sarà semplice. Complici le disfunzioni del sistema politico ed amministrativo, e quell’affezionamento “alla autonomia dei privilegi che ha permesso che si sprecassero miliardi di risorse pubbliche in rivoli clientelari, senza arrivare a proposte risolutive. Solo favorendo chi produce, investe e osa usciremo da questa situazione. Basta con i meccanismi finanziari di captazione del consenso“.
E poi c’è quella burocrazia che pesa come un fardello. La razionalizzazione della macchina burocratica viene indicata da Armao come esigenza ineludibile. Molteplici i problemi da risolvere, ma si corre il rischio di guardare troppo in casa nostra senza capire cosa succede fuori.
“Se la Sicilia non cambierà – puntualizza l’assessore – si ritroverà ad essere una piattaforma di passaggio dove nessuno avrà interesse a rimanere”. E poi, una chiara consapevolezza: “La centralità della Germania ha sepolto il sogno euromediterraneo perseguito da Aznar e Sarkozy”. Per la Sicilia, inevitabile il confronto con i paesi dell’area del Maghreb: “Milioni di giovani stanno prendendo in mano il proprio futuro. Hanno voglia di fare, di acquisire competenze imprenditoriali e tecnologiche, di emanciparsi rispetto ai propri genitori. Hanno idee interessanti e non temono di correre qualche rischio. Per la Sicilia, il Maghreb rappresenta una opportunità di investimento che non bisogna lasciarsi sfuggire”.
E poi, qualche constatazione sui conti della Regione Siciliana. “Abbiamo tagliato gli sprechi in tutti i settori – racconta l’assessore – puntando all’efficienza. Se il bilancio del 2008 fosse stato approvato dall’Assemblea regionale, adesso non ci troveremmo in questa situazione. Perché da lì sarebbe partita, prima della grande crisi, la nostra spending review che oggi ha imboccato la via amministrativa. Non ci è stato permesso di tagliare certi privilegi dell’Ars“.
E ancora: “Sono due anni che cerchiamo di indurre questa Assemblea a fare delle riforme. Sono stati molti gli scontri tra governo regionale e Assemblea, che costa 165 milioni di euro all’anno. Abbiamo chiesto due volte di offrire un 10-15% di riduzione della spesa. Ci è sempre stato risposto che la spesa era incomprimibile”.
Che si sia trattato di una guerra in stile indiani-cowboys, con i primi a riempire gli scranni dell’Ars ed i secondi difendere i siciliani dai deputati cattivi e spreconi? “No, non sono auto-assolutorio – risponde Armao -. Anche il governo Lombardo ha delle colpe. Ad esempio l’eccessiva turnazione dei dirigenti negli assessorati. Molti sono andati via subito dopo aver capito come funzionava la macchina che erano stati chiamati a guidare. Ciò ha determinato un ritardo nella spesa europea insostenibile”.
Qual è il futuro per la Sicilia? Individuare e mettere a frutto le nostre energie migliori, puntare all’eccellenza, valorizzare quelle specificità che possono determinare la differenza, ed il successo.
“Molti giovani si sono affermati eccellentemente all’estero esportando la nostra enogastronomia. Il cibo, il turismo, il recupero, in chiave moderna degli antichi mestieri, attualizzandoli. La strada da perseguire è l’innovazione, in ogni campo. Penso al vino della Sicilia. E’ sempre più conosciuto ed apprezzato, ad ogni latitudine. Molti giovani hanno ereditato vecchie cantine di famiglia e sono stati in grado di trasformarle in aziende competitive, dinamiche, capaci di gestire fette importanti di mercato. Guardiamo quanto abbiamo intorno, ripensiamolo alla luce del futuro”.
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