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Gas a Catania: centro storico a rischio esplosione! La rete è obsoleta e l’Authority sanziona l’Asec con 75.000 euro
Pubblicato il 30 Gennaio 2012
Allarme per la pubblica incolumità: la rete comunale dell’Asec è vecchia. L’Autorità per l’energia e il gas sanziona, ma il Comune non provvede. E l’azienda è senza finanziamenti. Al prossimo “botto” chi pagherà?
di Iena Infame, Marco Benanti
Il sindaco, il prefetto lo sanno da tempo: il centro storico di Catania è a rischio esplosione! La rete del gas è obsoleta, non garantisce adeguati standard di sicurezza. Eppure, malgrado siano stati informati dai vertici dell’Asec, l’azienda partecipata del Comune, dagli “inquilini” di Palazzo degli Elefanti e da Palazzo Minoriti non risultano azioni concrete per affrontare l’emergenza.
L’allarme, per una situazione già sollevata anni fa in sede sindacale, è giunto, di recente, in commissione consiliare sulle “partecipate”: ma non è una novità. Il pericolo per la pubblica incolumità il presidente dell’azienda del gas comunale Nuccio Lombardo (a dirigere l’azienda dal luglio 2010) lo ha reso noto in assemblea dei soci mesi addietro, lo sa anche l’assessore comunale competente, Roberto Bonaccorsi; Lombardo ne ha scritto a sindaco e Prefetto con una lettera, ma i risultati? Zero… Si attende forse la tragedia?
Il dato è davvero allarmante: ci sono 50 chilometri di rete da rifare. Sono in ghisa, materiale inadatto, che conferma la vetustà dell’infrastruttura di distribuzione, che risale a 150 anni fa! Il rischio di dispersione del gas è alto: il centro storico, dalla Pescheria, a via Plebiscito, alla zona della stazione, alla via Etnea é di fatto una “polveriera”. E il sindaco, come accadeva un tempo per un suo predecessore per l’acqua al Pigno, se ne fotte.
Se ne prende cura di come è gestita l’azienda del gas, invece, l’Autorità per l’energia e il gas che sollecita interventi radicali: intanto, visto che l’Asec non ha adempiuto agli interventi raccomandati dall’Authority, l’azienda comunale è stata sanzionata con 75.000 euro di multa. Pagata dall’Asec, di fatto dai contribuenti. Che “pagano” anche i “rattoppi” eseguiti dall’azienda di fronte alle emergenze quotidiane, senza risolvere davvero i problemi. Bel risultato!
E come si è difesa l’azienda? Ha, tra l’altro, evidenziato che dal 2003 al 2009 si sono succeduti sei consigli d’amministrazione. Per l’ Autorità la circostanza è “del tutto irrilevante”. Niente male come difesa! In sede di quantificazione della sanzione, l’Autorità sottolinea che “…la violazione è idonea a pregiudicare un interesse di particolare rilievo, quale quello all’incolumità e alla sicurezza delle persone e delle cose…”. Non solo: oltre al materiale vetusto, si aggiunge il rischio dovuto alla presenza contigua di sottoservizi, di interferenze conseguenti.
C’è un problema di soldi, che la “partecipata” comunale non ha. Ci vogliono 30 milioni di euro per ammodernare la rete: ma chi glieli dà all’Asec? No la Cassa Deposito e Prestiti, no eventualmente le banche, no il Comune, peraltro proprietario della rete e della sede sociale di via Cristoforo Colombo, un immobile ampio ma sottoutilizzato rispetto a quanto potrebbe dare in termini di utilità sociale ed economica.
“Chiediamo al sindaco Stancanelli –dichiara Francesco Navarria, presidente della commissione consiliare sulle ‘partecipate’- di mettere l’Asec in condizione di eseguire i lavori di rifacimento delle condotte e questo sarebbe possibile trasferendo la proprietà della rete all’Asec o concedendo l’immobile di via Cristoforo Colombo, che potrebbe essere valorizzato incrementando la patrimonializzazione della società”.
Possibilità, parole, ma i fatti sono una sorta di “condanna” di fatto di inadempienze e menefreghismo: eppure l’Autorità per l’energia e il gas aveva intimato all’Asec “tappe” precise per l’opera di risanamento delle condotte. Quale il programma previsto e finora non rispettato? Il 30% degli interventi entro il 31 dicembre del 2008 (sono stati fatti interventi solo nella misura del 7,15%), il 50 entro il 2010: ora entro quest’anno si dovrebbe arrivare a fare il 75%. Una “chimera”.
Il rischio concreto è l’irrogazione di nuove sanzioni. E sullo sfondo –dicono i bene informati- il pericolo concreto di perdere addirittura la licenza per l’Asec! L’Autorithy intima la sostituzione generale delle condotte in ghisa entro il 31 dicembre 2014: un “traguardo” che sembra irragiungibile. Tranne un “colpo di reni” dell’amministrazione comunale. Ci sarà? Chi lo farà il sindaco “temporeggiatore”? Forse meglio sperare nello stellone.
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