Giornalismo alla siciliana, Agrigento: lettera aperta dell’avv. Giuseppe Arnone

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Ecco il testo a firma del noto legale:

“Al Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti di SICILIA

 e p. c. Al Consiglio Nazione dell’Ordine dei Giornalisti

Al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di

PALERMO

(in relazione alle sue competenze in materia di disciplina degli Ordini Professionali)

 

Agli Organi di Informazione Siciliani

Lettera Aperta sullo stato di intimidazione, degrado e soprattutto censura dell’informazione agrigentina inviata in occasione della riunione dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia

ad Agrigento, venerdì 16 Ottobre, Hotel Colleverde.

 

Ill.mi Signori componenti dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia,

probabilmente nessuna sede di riunione è stata mai opportuna come quella odierna ad Agrigento alla luce dei fatti che documenterò e che impongono un intervento deciso per porre fine – o quanto meno limitare – la costante violazione di regole minime, e soprattutto la sanguinante ferita inferta ad Agrigento al diritto costituzionale di essere informati.

Poiché non amo parlare a vanvera, vi invito immediatamente a visionare su You Tube questo video: “La Polizia aggredisce l’avv Arnone dentro il suo studio (versione finale)”. Si tratta di un documento incredibile, che testimonia gravissimi reati posti in essere a mio danno dalla Polizia guidata dal Dirigente della Sezione Anticrimine, Giovanni Giudice. Costui, con le mani ancora calde del mio sudore, viene poi abbracciato dal Procuratore della Repubblica, Ignazio Fonzo.

Alle scene di violenza e ai fatti di reato, cagionati dal tentativo della Polizia di inibire una mia conferenza stampa in data 30 settembre ove intendevo commentare il servizio del Tg5 della sera prima dedicato allo scontro tra il Procuratore Capo e la mia persona, erano presenti numerosi ed importanti giornalisti.

Costoro, questi giornalisti presenti, violando regole elementari, con un servilismo da scandalo, non hanno scritto una parola, non hanno realizzato un servizio. Era presente innanzitutto il capo del principale giornale online locale (Agrigentonotizie.it), nonché corrispondente de La Repubblica da Agrigento, Silvio Schembri, erano presenti Lelio Castaldo e Antonello Pace, direttori di due giornali online (Sicilia 24h e Sicilia Live), era presente la giovane e fortemente intimorita redattrice di Tva, unitamente al suo operatore. Questi ultimi, piegandosi alle minacce dei poliziotti, prima hanno evitato di fare le riprese dei fatti gravissimi che stavano accadendo, poi sono letteralmente fuggiti via, quando l’aggressione, con le minacce alla mia persona di TSO e di “cattura” con la forza, si erano spostate da dentro il mio studio, alla pubblica via a due metri dalla videocamera di Tva.

Questo è lo stato dell’informazione agrigentina: presente ad eventi gravissimi, abbiamo la censura totale. La censura totale. La censura totale.

Ma anche gli altri organi di informazione, pur non essendo presenti, hanno ricevuto la formale denunzia da me inoltrata contro i poliziotti –aggressori al Procuratore Generale presso la Corte d’Appello, dott. Roberto Scarpinato, e tale denuncia è stata totalmente censurata.

Il capolavoro di violazioni deontologiche e di principi elementari di libertà l’ha posto in essere il giornalista Silvio Schembri, assieme al collega Fabio Russello, con Agrigentonotizie.it. Viene totalmente occultata la notizia dell’aggressione, vengono totalmente occultati gli eventi del 30 settembre, il lettore non deve conoscerli, deve invece conoscere il commento del signor Russello ove si infamia Arnone e si prendono le difese del poliziotto – aggressore e responsabile di gravi reati, Giovanni Giudice. Questa è informazione, signori dell’Ordine dei Giornalisti?

Potrei continuare a lungo. Una volta qui il problema era rappresentato da Franco Castaldo, per il quale giornalismo significa dedicare fiumi di inchiostro alla mia persona, non disdegnando di diffondere col suo giornale articoli vili firmati dal vile “Attila”, dal vile “Erasmo”, dal vile “Ulpiano” ecc. ecc. ove questi vili, trincerati dagli pseudonimi di fantasia, si diffondono persino in paragoni tra la mia persona e Rocco Siffredi e Jhon Holmes, indugiano sulle dimensioni del mio “striglio” (?!?!?!), mi individuano come protagonista di film particolari, e con un capolavoro di eleganza difficilmente pareggiabile, appellano le signore che frequento quali “giovenche, asine, troie”. Questi sono solo una parte degli insegnamenti diffusi dai maestri del giornalismo locale, insegnamenti che hanno prodotto frutti avvelenati. Ovviamente, non vogliamo far torto a Grandangolo, ovvero il giornale di Franco Castaldo, attribuendogli soltanto questi articoli fortunatamente di recente non ripetuti: quel giornale ha anche pubblicato ad esempio per cinque volte la tomba della mia famiglia, nonchè articoli dove mi si attribuiva ogni nefandezza e colpa “normale”, ad esempio di governare Agrigento “mediante l’intimidazione, il ricatto ecc. ecc.”, come se fossi Totò Riina. O ancora pubblicando a pagina intera la perizia di una …neurologa che sosteneva che Giuseppe Arnone è affetto da gravi patologie psichiatriche, ovvero è malato di mente.

Ma fino a quando questi comportamenti si limitavano a Franco Castaldo poteva essere l’eccezione che conferma la regola. Oggi, purtroppo, è diventata l’eccezione l’editoriale del giornale online Scrivolibero che prende posizione sull’aggressione, o le interviste di Agrigento Tv e di Tele Studio 98 che consentono al sottoscritto di potere parlare dell’aggressione e delle violenze subite. Per il resto censura, censura, censura.

La notte tra l’1 e il 2 giugno subisco una pesante intimidazione. Per un caso la mia auto è posteggiata in un parcheggio recintato, riservato, non accessibile. E’ la prima volta che il mio SUV Koleos rimane in quel luogo. Con un colpo da professionista – così definito dai Carabinieri – il lunotto termico posteriore viene mandato in mille pezzi. L’autore del gesto voleva lanciare il segnale – così può essere agevolmente interpretato – che sono conosciuti i luoghi che frequento, ed io costantemente pedinato.

Poche ore prima dell’intimidazione avevo diffuso un documento pesantissimo in ordine alle collusioni di mafia e di politica relative alla più grande opera in progetto in Sicilia, il Rigassificatore di Porto Empedocle, ai piedi della Valle dei Templi.

La notte successiva arriva puntuale l’intimidazione.

Signori dell’Ordine dei Giornalisti, provate a vedere quanti giornali, stampati, online, televisivi hanno dato notizia di tale intimidazione e diffuso la foto che vi allego dell’auto danneggiata. Quasi nessuno.

La principale emittente di questa realtà, Teleacras, ha diffuso la notizia, mi ha fatto un’intervista, a condizione che omettessi di dire che nella mia denunzia ai Carabinieri avevo collegato l’intimidazione al mio impegno contro il Rigassificatore, Rigassificatore in ordine al quale la Dda di Palermo aveva pure disposto il sequestro del cantiere perché vi operavano imprese di mafia.

Censura, censura, censura: gli agrigentini e i siciliani non devono neanche sapere che Arnone ha subito una grave intimidazione.

Potrei continuare a lungo, ma mi pare di avere definito i tratti essenziali di una situazione intollerabile.

Adesso, Signori del Consiglio dell’Ordine, la parola e i provvedimenti spettano a voi.

Concludo, chiedendo di essere convocato con urgenza.”  

 

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Redazione Iene Siciliane

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