“Giornalismo di Procura”, storia di Riccardo Pellegrino, archiviato. Dopo sei anni di “massacro mediatico”

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“Un massacro mediatico”: questi sono stati gli ultimi sei anni per Riccardo Pellegrino da San Cristoforo, malgrado una serie di archiviazioni. La conferenza stampa nello studio dell’avv. Peppino Lipera, difensore con l’avv. Luca Mirone, del politico di Forza Italia, già consigliere comunale di Catania, è servita per riepilogare una vicenda tipica di questi tempi, sia nelle modalità che nei riflessi mediatici. L’ennesima archiviazione per voto di scambio politico-mafioso come è stata trattata?

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“Alla notizia dell’inchiesta -ha spiegato l’avv. Lipera- è stato dato massimo risalto, invece dell’archiviazione di Pellegrino non si è dato alcun spazio. O se si è dato, solo un piccolo trafiletto sui giornali. Questa conferenza stampa serve a far sapere all’opinione pubblica che la Procura dopo accurate indagini non ha trovato elementi per avviare l’azione penale”.

Il legale ha ricordato le stringenti attività d’indagine di cui è stato oggetto Pellegrino: intercettato, pedinato, perquisito in casa. Risultato? Niente.

Ebbene -ha ricordato Lipera “per le elezioni regionali 2017 Pellegrino è stato definito un candidato impresentabile”.

Da parte sua Pellegrino ha sottolineato che dalle attività d’indagine è emersa “la sua estraneità ai fatti contestati”. Ma allora di cosa è “colpevole”? “Quale è il mio reato? Essere nato in un quartiere a rischio come San Cristoforo?”

Ha aggiunto: “io chiedo alla stampa, dopo quattro archiviazioni, di non accostare mai più il mio nome alla criminalità organizzata. Io non ho mai omaggiato la mafia, anzi”. Da parte sua sono state avviate azioni giudiziarie a tutela, come nel caso dell’on. Claudio Fava: il processo civile comincerà il primo luglio prossimo.  https://www.ienesiciliane.it/articolo.php?aid=9133

Ma, la conferenza stampa, serve anche a precisare, con una lettera a “LaSicilia”, alcuni aspetti della sua vicenda.

In sede giudiziaria, cosa rimane? “Resta ancora il procedimento per voto di scambio semplice ma il dibattimento mi permetterà di dimostrare anche in questo caso la mia estraneità”.

Tante volte, è stata, però, ricordata la situazione del fratello Gaetano, condannato in primo grado per associazione mafiosa. “Io e mio fratello manteniamo la distanza -ha detto Pellegrino a chi scrive- se ha qualche domanda specifica la prego di porgerla a lui”.

Eppure, attorno a questa parentela la commissione regionale antimafia, ai tempi della presidenza di Nello Musumeci, fece rumore: e dire che Pellegrino nelle elezioni del 2017 ha appoggiato -l’ha ribadito anche in conferenza stampa- proprio Musumeci. Finale? Pellegrino conferma la sua fedeltà a Forza Italia e indica nel “lavorare per il mio quartiere” il suo obiettivo.

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Benanti

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