La variante della concessione demaniale marittima richiesta dalla società La Tortuga Srl nel porticciolo di Ognina, a Catania, è stata rilasciata legittimamente dalla Regione Siciliana anche in seguito a decisione del Tar etneo e non avendo ricevuto formalmente dall’amministrazione comunale, dopo ripetuto sollecito e attraverso i canali procedurali previsti, una richiesta concorrente sul portale del […]
GIORNALISMO E CRONACHE MAFIOSE: L’ “AMBIENTALE” NELLO STUDIO DI MARIO CIANCIO. SI PUO’ OLTREPASSARE QUELLA PORTA E RESTARE ” CRONISTI MORALI”?
Pubblicato il 30 Agosto 2014
Metafore e paralleli alla luce di quanto scritto nella sentenza su Raffaele Lombardo…
DI IENA IGNAZIO DE LUCA
Terrore al palazzo de “La Sicilia”, non temete non è a rischio crollo, l’assessore Luigi Bosco rassicura la cittadinanza.
Il pericolo immanente è solo per i giornalisti “perbene” – non aprite quella porta – o un ordalìa criminogena vi sommergerà, perché il giudizio di Dio non potrà esservi favorevole, per manifesta colpevolezza.
Abbiamo cercato di “leggere” l’ormai famosa “ambientale” – contenuta all’interno del processo a Raffaele Lombardo- nello studio dell’editore Ciancio, del 28 luglio 2008. Non vogliamo entrare nel merito della questione, non solo perché non ci compete, di certo un nugolo di avvocati nazionali, sta affilando le spade per fare a fettine la romanzata teoria del supposto “Ciancio boss (contiguo)” e del simil o tale “picciotto Lombardo”.
No! Vogliamo porre l’attenzione del lettore sui pesi e contrappesi, insomma le garanzie che l’ordinamento giuridico appronta quando vengono ristrette, con grande virulenza, diritti personali garantiti dalla Costituzione. Poi passeremo a qualche riga di considerazioni finali come al solito graffiante e fuori dal coro, trattando di giornalisti “copia e incolla ” ma per bene, per carità, molto per bene, ma opportunisti.
Da “Altalex” leggiamo e apprendiamo: “per le intercettazioni tra persone presenti (cd. intercettazioni ambientali), ad esempio con l’uso di microspie, il secondo comma dell’art. 266 prevede un’ulteriore limitazione: nei luoghi indicati dall’art. 614 c.p. (domicilio o altro luogo di privata dimora) esse sono infatti consentite solo se vi è fondato motivo di ritenere che in tali luoghi si stia svolgendo l’attività criminosa…Le intercettazioni ambientali, secondo giurisprudenza costante, non violano in tali casi il limite dettato dall’art. 14 Cost. della inviolabilità del domicilio (primo comma), precetto che deve essere coordinato – al pari di quello di cui all’art. 15 Cost. sulla libertà e segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni – con l’interesse pubblico all’accertamento di gravi delitti tutelato dall’art. 112 Cost.”
E ancora:
“deroghe per il contrasto alla criminalità organizzata e al terrorismo, stabiliscono sostanzialmente un allargamento delle possibilità di ricorso alle intercettazioni per indagini relative a delitti di criminalità organizzata o di minaccia con il mezzo del telefono. A seguito dell’intervento del D.L. 374/2001 (L. 438/2001) analoga deroga riguarda le intercettazioni per i reati di terrorismo e di assistenza, fuori del concorso, ad associati ad organizzazioni terroristiche, anche internazionali.”
Per farla breve: l’ “ambientale” che viene riesumata, dopo oltre cinque anni, con ogni probabilità per “stendere” Lombardo, ma anche Ciancio, viene autorizzata nel domicilio o altro luogo di privata dimora, se vi è fondato motivo di ritenere che in tali luoghi si stia svolgendo l’attività criminosa…
Ancora ci appare tanto grossa che ce lo dobbiamo ripetere: la stanza dove l’avvocato Mario Ciancio, da decenni gestisce poteri e affari, dove riceve sindaci, ministri, alte personalità istituzionali, anche internazionali (specie americane) i massimi esponenti delle tre forze dell’ordine, e ancora prefetti, questori e governatori regionali, ė considerata, dal magistrato che firma l’ordine di 40 giorni più 20 per autorizzare l’ambientale: “un luogo dove si stia svolgendo l’attività criminosa…” È questo il dato giuridico che ci piace porre in risalto.
E siccome abbiamo alcune teorie che non coincidono con quelle di alcuni cialtroni “copia e incolla” che a dileggio della professione, amano farsi chiamare “giornalisti”, come la mettiamo?
Chi supera la porta di quella stanza può essere un potenziale complice di attività criminosa, e non ci annacate i “cabbasisi”, come fanno con le candelore i portatori, durante la festa della Patrona(n. d. a. solo per i lettori settentrionali) lo pensa un Piemme, e perciò è sicuramente così.
Orrore! Orrore! Orrore! In quella stanza che se messi in fila, i potenti che l’hanno visitata, coprirebbero il percorso Catania Palermo, andata e ritorno, si svolge attività criminosa. Lo mette per iscritto un Piemme e non si discute.
Che pensano, alcuni “giornalisti perbene”di questa sventurata Catania, della “moralità” dell’editore Ciancio? Prima un Piemme (attività criminosa nella sua stanza) e poi una Giudice in sentenza lo definisce quasi alla stregua di un boss di rango perché legato a “Cosa Nostra palermitana”!
“Scassapagghiara” di comunicati stampa -metafora del giornalismo nostrano-,
il tuo editore, in una sentenza in nome del Popolo Italiano, è “configurato” come soggetto, che avvalendosi “della contiguità con Cosa Nostra palermitana” favorisce gli affari degli imprenditori vicini a Cosa Nostra etnea, ovvero appoggio esterno all’associazione mafiosa, e l’autorità decidente trasmette gli atti alla Procura, per le valutazioni sulla posizione di “to patrozzo”, Ciancio Sanfilippo Mario – pagina 247 della sentenza.
Che farai ora? Un trafiletto, nella cronaca di Catania de “La Sicilia”, non firmato, è nel tuo stile abituale! Per postulare che magari un “infiltrato non autorizzato” si è inserito con un virus, nel pc della Procura, e spunta in sentenza ciò che Giuseppe Fava, solo e come un pazzo, gridava ai quattro venti più di 30 anni fa?
Un tale Spedaletti o forse Scendiletti, si, si Scendiletti, un nome una metafora del giornalismo! Un damerino che sembra stia sempre in posa, come se avesse inghiottito un manico di scopa, agghindato, spesso, con lo charme del villico che mette sempre lo stesso vestito buono per le grandi occasioni. Dovrebbe lavorare, lo Scendiletti, in una televisione, che da qui a breve, per la “crisi”, potrebbe farlo fuori, buttandolo, con nostro sommo gaudio(solo per lui), in mezzo alla strada.
Come farà lo Scendiletti, a salvarsi da questa catastrofe, se non potrà nemmeno superare la porta del potere, oltre la quale regna incontrastato e terrificante una “stanza horror” del crimine?
Potrà incrementare il suo profilo FB, con sponsor come gli sfascia carrozze?
Lascia un commento