Giornalismo e Regime, da “Libero”: il Comune di Catania non paga nessuna tassa


Pubblicato il 14 Luglio 2016

Due righe di presentazione: non siamo affezionati lettori di “Libero”, ma certo la cosiddetta grande stampa (quella che ai tempi dell’amministrazione Scapagnini, ad esempio, di occupava, con enfasi indimenticabile, anche delle donne del primo cittadino) da tempo ha “cassato” Catania. E allora, stavolta, un giornale nazionale ne parla. E scrive che…(iena)

di Mario Giordano

dalla prima pagina di Libero del 12/07/2016

«Gentile contribuente, a tutt’oggi non risulta pagato l’importo complessivamente ammontante a 19.438.636,30». A prima vista sembra una cartella esattoriale come tante. Ma con un piccolo particolare: il «gentile contribuente» in questione non è un imprenditore furbetto né un commerciante avido e neppure uno dei soliti evasori con conto off shore nei paradisi fiscali. Macché: il «gentile contribuente» è il comune di Catania. Ma sì, proprio quello gestito da Enzo Bianco, ex ministro dell’Interno, già esponente di spicco della sinistra moralista, nonché pezzo grosso dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni. Uno di quelli che dovrebbe dare l’esempio, insomma. E che invece non paga le tasse. Per oltre 19 milioni di euro.

L’elenco delle imposte evase tiene quasi 300 pagine ed è impressionante. Si comincia con un mancato pagamento di Iva (251.227 euro) dell’anno d’oro 1980 (anno in cui Breznev governava l’Urss e Bobby Solo cantava Gelosia a Sanremo) e si arriva fino ai giorni nostri, passando per montagne di contravvenzioni non pagate (dal 1993 al 2015), multe e bolli dimenticati, diritti di cancelleria mancanti, 1.563.619 euro di Irap da saldare, addizionali Irpef indebitamente trattenute, debiti con l’Inps contributi previdenziali e imposte immobiliari allegramente evasi. All’appello mancano persino i pagamenti dovuti all’Anci e 22.799 euro del canone Rai per l’anno 2000 e 2001 che non sono mai arrivati alla tesoreria dello Stato. In pratica la lista delle cartelle esattoriali notificate al Comune di Catania è una specie di prontuario: il catalogo dell’evasore perfetto. Non manca nemmeno uno dei balzelli più odiati dagli italiani.

Resta il dubbio, però: come è possibile che le istituzioni possano chiedere ai cittadini di pagare le tasse se loro sono le prime a evaderle? Mister Bianco, si sa, non è nuovo a gaffe nella sua lunga carriera iniziata ai tempi della Prima Repubblica, di Spadolini e del Pri: indimenticabile per esempio la foto in cui, da ministro dell’Interno in visita ufficiale in Turchia, infilava una banconota nel reggiseno di una ballerina di cancan. E anche con i pasticci del finanziamento pubblico dei partiti ha avuto qualche problema, a cominciare dalla paghetta che gli passava il tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, poi reietto e condannato. Ma finora era sempre riuscito a riemergere come un ercolino sempre in Bianco della politica: possibile che ora voglia finire la sua carriera di cinque volte sindaco con la medaglia al valor dell’evasione? Va detto che il Comune di Catania non è l’unico nel mirino. Riscossione Sicilia, cioè l’Equitalia dell’isola, da quando è arrivato alla presidenza l’avvocato Antonio Fiumefreddo, sta facendo le pulci un po’ a tutti, rimuovendo antiche incrostazioni e cattive abitudini sedimentate negli anni.

È nota a tutti la battaglia ingaggiata contro i deputati regionali debitori nei confronti del fisco, arrivata fino al pignoramento di indennità e vitalizi. Allo stesso modo nel mirino ci sono 133 Comuni della Sicilia, che devono alle casse pubbliche la bellezza di 42.869.796 euro. E la domanda, ora nel caso dei deputati regionali, è la stessa: se i rappresentanti delle istituzioni non rispettano le regole, come possono pretendere che lo facciano i cittadini? In cima alla lista degli inadempienti fiscali ci sta proprio il Comune di Catania. Di quei 42,8 milioni mancanti, infatti, quasi la metà sono dovuti dal municipio amministrato dal sindaco Bianco, che non a caso nei giorni scorsi si è visto recapitare la notifica, con annesso l’annuncio del blocco dei conti correnti e anche delle automobili. Proprio così: l’agenzia di riscossione è decisa ad andare fino in fondo e, per la prima volta, tratterà l’istituzione locale come un cittadino qualsiasi.

Se entro 30 giorni non paga i debiti, si vedrà congelare i conti correnti comunali, i 27 conti postali dove i cittadini versano i tributi e imposte e anche il conto tesoreria di Banca d’Italia dove finiscono i trasferimenti dello Stato della Regione. E inoltre saranno bloccati anche i 137 automezzi municipali tra cui le auto dei vigili, gli scuolabus, le autobotti, i mezzi speciali, i motorini e persino l’auto blu del sindaco, che così potrà aggiungere un altro insuccesso nel suo curriculum inutilmente e inspiegabilmente lungo. Sindaco Evasore e appiedato: lo ricorderemo così, travolto dal fisco, ancor prima che dai fischi e dai fiaschi.

dalla prima pagina di Libero del 12/07/2016.


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