Giornalismo ed etica: caro Marco Benanti, grazie…


Pubblicato il 05 Novembre 2015

di marco pitrella

Lettera al mio direttore.

Ho intrapreso un anno fa questa avventura giornalistica al tuo fianco che m’ha dato la possibilità di scrivere articoli “dove non si capisce niente”. L’aver gentilmente declinato l’incarico di Capo Ufficio stampa all’assessorato “Beni & Servizi” del governo regionale (che mai abbiamo appoggiato) ci permette di proseguire questo “libero” percorso. Sono sollevato, quindi, dal vederti fuori dal “sistema”.

In coerenza con le vostre storie, tu & Antonio Fiumefreddo (che l’assessorato non ha accettato) rifiutando le rispettive proposte governative siete stati un fulgido esempio per tutti i siciliani; alla faccia di chi tanto sperava e niente otteneva. Non si stupiscano i lettori della benevola “missiva”; l’avvocato, è vero, è stato chiamato in causa diverse volte in questa testata ma sempre col rispetto che al “personaggio” è dovuto; militante “spassionato” del Partito Liberale, assessore di Scapagnini, Sovrintendente al Teatro Bellini, componente di un bel po’ di Consigli d’Amministrazione, per due volte assessore “in pectore” di Crocetta e attuale Presidente di Riscossione Sicilia, eccetera eccetera eccetera.

Caro Marco, credo che prendere la vita di panza ti consenta di “volare alto” tralasciando tutte le dicerie che farebbero di te un ricattatore. Ogni rigo tuo è un verso pieno d’onore, invece; sei una “bella penna” e negarlo è follia. Tuttavia, nel “paese dove condonano tutto tranne il successo”, diventa ostracismo la parola d’ordine verso i virtuosi. Ho ancora chiaro il ricordo di qualche mese fa quando qualche giornale da nonnina, in vestaglia & copertina, ti accusò di esserti venduto al Piddì cittì per aver espresso un plauso nei confronti di una certa “area” democratica; il tuo pensiero fu fatto flautolenza.

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.

Altri partivano da leoni e arrivavano da cog…ni, tu del “re” mostravi il coraggio e il cor… trafitti nell’orgoglio, lor signori, ti querelavano esponendoti al pubblico ludibrio. Le tue denunce indignano i “liberi & forti” e la tua generosità un freno alla mia “grammichelese ambizione” rappresenta.

Col fiuto da bassotto antimafffia riesci a svelare i vizi privati che la propaganda farisea rende pubbliche virtù agli occhi (cecati) dei più.

Sai camminare sulle acque di una città che lentamente affonda.

“Fischia il vento & infuria la bufera”; rubo alcuni versi alla lettera che PiGi Di Rosa – con cui ho avuto il piacere di lavorare – ha scritto stamane a Fiumefreddo: “bisogna mantenersi sempre pronti a dare il proprio contributo per impedire il prevalere dei peggiori sui migliori.”

Di tali pensieri, parole opere o missioni prendiamone e facciamone tesoro.

Perché, ricorda direttore mio capitano, “chi beve solo acqua ha qualcosa da nascondere”.

PS: provo “indifferenza” verso i lettori che hanno creduto che le lusinghe rivolte a Marco Benanti fossero vere. 


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