Giornalismo “ienesco”, Ignazio De Luca: “io cronista in mezzo ad un’esplosione di bigotto perbenismo”

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Faccia a Faccia con “Lui”,  quello di cui parlano -male- in tanti, magari sottovoce. Come avviene nei “salotti giusti”.

Un uomo che gira in cerca di notizie e viene attaccato da tempo, “colpevole” di avere un processo per fatti -tutti da dimostrare- risalenti a quando faceva un altro lavoro! Ecco le sue risposte….

di marco benanti iena anti antimafiosa

Ignazio De Luca ha la barba lunga e si veste con stile anticonformista. “Segni particolari”? In una categoria, quella giornalistica catanese, ma non solo, abituata a dare giudizi magari soltanto guardando all’abito (e non alla sostanza) per non parlare delle “sacre appartenenze o tribù varie” (una contraddizione in termini in una professione liberale doc come quella giornalistica), da tempo De Luca ha fatto storcere il naso a tanti benpensanti della categoria. La “colpa”? Un processo quando faceva un altro lavoro. In realtà, De Luca è solo un giornalista, ergo un “Rompiscatole” che scrive anche del “giornalismo di corte” radicato a Catania da tempo.

“Fa la morale”, “non ha i titoli giusti”, “non dovrebbe scrivere”: queste e altre affermazioni o dicerie sottovoce -tutte di stampo autenticamente liberale- sono arrivate alle nostre orecchie, quando non sono state scritte.

Nulla di nuovo, siamo abituati alla farisaica canea dei benpensanti, alle loro “campagne sotterranee”, alle loro diffamazioni senza prove e anomine, all’aggressione sottobanco come accadeva ai tempi della scuola, quando c’era qualcuno che soltanto con la propria testa dimostrava di valere. Senza avere magari cognomi o doppi cognomi “giusti”, o papà ricco o il parente capo partito. 

Tutto già visto. La coincidenza -stavolta- è che una categoria -dove il malcostume e la doppiezza allignano da tempo immemore- tenta in modo piuttosto maldestro di “alzare barriere morali” contro chi si sbatte per strada e non attende la “velina” in redazione. 

Allora, sentiamo che dice De Luca (sconsigliato alle “anime candide”)

Ignazio De Luca, ti senti “moralmente adeguato” per fare il giornalista a Catania?

Non solo SONO adeguato, ma ho tutte le carte in regola per fare il Giornalista come lo intendeva il Presidente Luigi Einaudi: “giornalisti sono tutti coloro che hanno qualcosa da dire o che semplicemente sentono di poter dire meglio o presentare meglio la stessa idea che gli altri dicono o presentano male.”

Hai mai provato “imbarazzo morale” -per la tua condizione di imputato in un processo- quando ti sei trovato ad un tavolo di conferenza stampa davanti ai rappresentati ufficiali del giornalismo?

Come si può provare “imbarazzo morale” per una categoria che senza batter ciglio annovera tra le sue fila  tipacci come Sallusti e Farina?

Da quanto scrivi articoli su malcostumi amministrativi etnei sembra che l’opinione della Categoria Giornalistica su di te sia profondamente negativa: hai mai pensato di scrivere di gastronomia o di squash?

In parte devo correggere la tua domanda: l’opinione della Categoria Giornalistica è profondamente negativa non perché scrivo di malcostumi amministrativi, ma perché ho osato guardare e criticare la casta, loro stessi.

Indro Montanelli a tal proposito parlava di confraternite :“In Italia il giornalista non si sente espressione dell’opinione pubblica ma portavoce della sua fazione. Attacca in nome della confraternita di cui fa parte ma non dirà mai una parola contro la sua confraternita.” Più chiaro di così.

Comunque, l’opinione di questi nanerottoli non mi interessa. Però questa esplosione di bigotto perbenismo di maniera dei peggiori della categoria, l’ho interpretata come un segnale positivo. Ho azzeccato anche questa volta, la strada giusta. La strada della Rinascita, del Riscatto e della Vittoria del Bene contro il male. Ti dirò, di più, per i malcostumi amministrativi come tu li definisci argutamente, ho potuto attingere moltissimo dalla mia precedente esperienza di burocrate.
Nella mia vita sono stato stimolato sempre da nuove esperienze.

Chi già da anni, arranca in questa professione, cominci a preoccuparsi per la mia discesa in campo. Ho intenzione di trattare anche di temi di mafia, di collaboratori di giustizia etc, individuando nella tua lunga esperienza di cronista di giudiziaria, il Giornalista che mi potrà dare una mano per primeggiare e per non essere banale, come alcuni “giornalisti” che non hanno vergogna a firmarsi gli articoli di “nera”, cambiando qualche virgola dai comunicati stampa della DIA, lasciando perfino inalterati gli strafalcioni con le consonanti apostrofate invece del corretto accento.

Addirittura alcuni “giornalisti” sono talmente “scecchi” che fidandosi e consegnando le briciole d’intelletto superstiti al correttore automatico, non sono in grado di correggere gli eventuali errori di default dello stesso correttore.
Io quando scrivo, ho sempre il vocabolario sul tavolo. Per chiudere questa domanda voglio annunciare il progetto a quattro mani per un libro, che non ci faremo pubblicare da Ciancio Sanfilippo.

A proposito di gastronomia: è vero che stavi preparando un pezzo dal titolo “come fanno le polpette al sugo a Palazzo degli Elefanti”?

Sai nella vita, almeno per la mia esperienza, ho imparato a fare le cose solo
se mi giovavano nel quotidiano. Per come avevo strutturato la mia vita, nei primi 58 anni, oggi ne ho 60 compiuti, trovavo sempre qualcuno che preparava  per me mi sedevo, mangiavo e non toglievo da tavola nemmeno i piatti che sporcavo.

Oggi quando la mia splendida, fantastica, adorabile, meravigliosa moglie
deve trattenersi lavoro,(campiamo col suo stipendio) mi occupo di mia figlia dodicenne, di cucinare, lavare stendere i panni etc. Riguardo le pietanze faccio cose veloci e rapide e le polpette al sugo non hanno queste caratteristiche. Per quanto attiene al Palazzo degli Elefanti, sai bene che clima ( pesante) si respiri. La nostra “mission” sarà quella di riuscire ad aprire qualche finestra per alleggerire questo clima, ne trarremo tutti vantaggio.

Sarà un caso ma quando scrivi nei tuoi pezzi di testate o giornalisti catanesi sembrano partire immediatamente online le “difese d’ufficio” : hai notato? Secondo te queste “difese” hanno un connotato legato a sinceri ideali di amore per la Verità?

Prima  ti ho risposto con le parole del l’immenso Indro Montanelli. Aggiungo io. Che c’entrano gli ideali? Le “difese d’ufficio” semmai servono alla difesa del loro “filagno” che rende meglio della pagnotta il concetto che certi difensori d’ufficio hanno per amore della Verità. Tu che hai la responsabilità penale delle cose che scrivo, non cambi MAI nemmeno una virgola, perché ritieni che quella sia la VERITÀ! I nanerottoli, invece si ribellano e si meraviglino che ci sia qualcuno appena arrivato, che tira ad alzo zero contro la casta dicendo per giunta la verità e come stanno le cose. Di tutto questo danno la colpa a te, misurando la loro incapacità di discernimento e d’analisi come il solo e unico standard di raziocinio esistente. Poveracci!

E’ vero che un noto e valente esperto del comune di Catania ti ha querelato? Sei eventualmente pronto a fare pubblica ammenda in pubblica piazza, magari con annesso cartello di “autocritica morale”?
Noto certamente sì! Fin dai tempi della buonanima di Scapagnini bivaccava, nulla facente, su una delle sedie dell’ufficio stampa del comune. Dentro fino al collo in Forza Italia, se si accennava, oltre il nero all’altra tonalità cromatica dei colori iuventini, veniva colto da disturbo bipolare. Anzi a tal proposito rievoco, per i non addetti ai lavori, un episodio delle amministrative 2005. La location gli studi televisivi di ‘Teletirreno’ per il confronto dei candidati sindaci  Scapagnini -Bianco. Nell’entourage del compianto sindaco Scapagnini, proprio l’attuale esperto del sindaco Bianco, mediante la creazione dal nulla di compromettenti dossier, riuscirà a intimorire a tal punto il candidato sindaco Bianco, che uscirà letteralmente stracciato dal confronto.

Ebbene, si presentò nello studio televisivo mezz’ora prima di Bianco, depositando in bella vista e in posizione strategica, impossibile per i presenti non vederli, due voluminosi faldoni con la scritta “Dossier Bianco 1 e Dossier Bianco 2”. I faldoni contenevano carta straccia e anche qualche pietra per dare peso agli stessi.

Magari il sindaco “spacchioso” come tu lo definisci, ricordandosi dell’episodio, che all’epoca dovette preoccuparlo tantissimo,ha creduto bene di assegnargli il ruolo di esperto e altri incarichi, pur non avendone i requisiti richiesti dalla legge.

È vero sì, sono stato querelato da questo ex tipografo, c’è un articolo su “Iene” abbastanza particolareggiato, chi vorrà potrà approfondire. Quanto a fare pubblica ammenda, naturalmente non ci penso nemmeno, interpreto questa querela “lampo” come il colpo di pistola che lo starter esplode ai competitors schierati sulla riga di partenza. Vedremo chi avrà più birra nelle gambe.

Hai mai pensato (o lo farai) di scrivere un pezzo dei tuoi sul direttore di Ienesicule?
Assolutamente sì. Se vuoi un pensiero in negativo te lo do in diretta. Non condivido il linguaggio scurrile che adoperi in alcuni post su FB. Mortifichi te stesso e chi ti apprezza, rallegrando i beoti nanerottoli.

A proposito, il direttore di ienesicule ti pare moralmente adeguato alla categoria?
Hai tenuto sempre la schiena dritta, anche quando poteva giovarti, per il filagno, curvarla un po’, dunque “altamente adeguato” .

Che ne pensi di chi è accusato di fare giornalismo, anche di non fare talora il “copia e incolla” della Procura della Repubblica?
Beh, in negativo e in parte ho risposto prima. In positivo sinteticamente rispondo che per non fare il “copia e incolla”della Procura della Repubblica bisogna essere dei fuori classe e in questa categoria, che siete una sparuta minoranza, tu ne fai parte a pieno titolo, perché fai giudiziaria in ambiente a te ostile.

Tu qualche anno fa sei finito ai “domiciliari” quando facevi un altro lavoro. In attesa del giudizio di primo grado, cosa ti senti di dire?
Sono stato ai domiciliari, per lo scrupolo professionale (incensurato, primo reato) della GIP dottoressa Sammartino, mentre la P.M. aveva disposto la mia traduzione nel carcere di piazza Lanza. Ho scontato, quasi in anticipazione della pena, 6 mesi, 19 giorni e 12 ore, ai domiciliari. Sono stato sbattuto in prima pagina con foto segnaletica e generalità, non ricordo lo stesso trattamento, per tutti i rinviati a giudizio, nel cosiddetto scandalo dei servizi sociali. Forse perché tra gli accusati, molti personaggi erano collaterali al sistema? Due pesi e due misure.

Un altra stortura del sistema consiste nella “discrezione” con la quale gli stessi organi inquirenti omettono di comunicare alla stampa le generalità degli imputati per reati di: truffa, furto, spaccio di sostanze stupefacenti.. due pesi e due misure.
 Comunque il 26 settembre 2012 alle 18 punto 45 la Polizia penitenziaria, mi notificava l’ordine di scarcerazione e alle 19 e 30, mi recavo in palestra per “scaricare”. Da quel giorno di fine settembre sono entrato nel tuo mondo professionale che non mi apparteneva per niente ma che mi sta appassionando sempre più.

Sono l’unico caso in Italia di un dipendente pubblico che malgrado sia in corso  un procedimento penale, non solo è stato sospeso dal servizio, ma con atto burocratico banditesco anche licenziato. Buttato letteralmente in mezzo alla strada. Considera che non ho ancora maturato il diritto alla pensione che arriverà al compimento di 66 anni e 4 mesi.Dimenticavo che del milione di euro di cui mi sarei appropriato, la Guardia di Finanza sta ancora cercando gli spiccioli.Ti basta o continuo?

Hai pensato di pentirti davanti alla Categoria Giornalistica catanese chiedendo di poter assurgere alla Sua Altezza?

Ma scherzi? Guarda uno con appena un barlume di discernimento non può invidiare nulla a taluni soggetti mummificati della categoria. Giusto ieri si è “liberato” il  lungomare per una domenica al mese. Tutti della categoria a plaudire questa bella iniziativa e che bravo Bianco e bla, bla. Ma ti ricordi le polemiche, anche di inaudita violenza verbale, quando Stancanelli “liberò” Piazza Duomo? Apriti cielo! Oggi con la “primavera” imperante liberare, la prima domenica del mese, una zona periferica, seppur ” in” della città, ha più valenza della liberazione per sempre della Piazza simbolo del Centro Storico di Catania. Amico “così è se vi pare”, ma anche ” ha da passari ‘a nuttata”.

A tuo avviso, togliendo o riducendo gli incarichi pagati -direttamente o indirettamente- con il denaro pubblico ai giornalisti catanesi, si potrebbero o no sanare tante situazione di autentico disagio a Catania?

Guarda il problema non è risparmiare soldi pubblici sulla pelle dei giornalisti catanesi, ma piuttosto: si configurano reati se sono assegnate risorse pubbliche a giornalisti cui forse non si potrebbe? Magari aggirando la norma conflittuale interponendo una partecipata del comune al cento per cento?

Ultima domanda: hai misurato la tua lingua? Per caso, il tuo problema reale per fare il giornalista a Catania è magari che è troppo corta?

No, no! La mia lingua è molto lunga. Già ai Salesiani che ho frequentato dalla terza elementare fino alla quinta ginnasio aggallavo tra il sette e l’otto in condotta, perché già da allora non le mandavo a dire, riguardo al lecchinaggio, non è stata mai pratica a me congeniale.


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Redazione Iene Siciliane

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