Cosa è successo nella storica testata?…
“CRONISTI-MANAGER, NOT IN MY NAME
Per mettere in piedi una redazione che gestisce un sito di informazione davvero indipendente oggi in Sicilia occorrono, oltre a una forte dose di incoscienza, fondi, professionalita’, un robusto senso civico e una insuperabile passione per il giornalismo. Attenzione agli aggettivi: insuperabile non è scritto a caso, segna una precondizione di convivenza professionale da coltivare in ogni istante.
Colmi di ragionevole incoscienza, io, Sandra Rizza e Vittorio Corradino abbiamo trovato i primi, attivato la seconda e il terzo e alla fine abbiamo infranto la coesione raggiunta in 25 anni di conoscenza professionale sul quarto requisito. Nel senso che per qualcuno di noi quella passione e’ stata superata da altre passioni, altrettanto legittime, intense e appaganti. Non mi lamento, ne’ mi scandalizzo: sono consapevole che ad una certa stagione della nostra vita le ambizioni percorrono strade che la tensione etica degli anni giovanili avrebbe considerato in divieto di accesso. Tuttavia un progetto come il nostro non consentiva e non consente ‘’sorpassi’’: e le legittime aspirazioni, amministrative e gestionali, della societa’ che edita il sito avrebbero dovuto, a mio avviso, sempre cedere il passo all’esercizio di un mestiere che considero il piu’ gratificante forse perche’ non ne so fare altri. Per due ragioni: per non sovrapporre due professioni fra loro border line, in una terra in cui la maggior parte dei siti di informazione e’ funzionale agli interessi di lobby politico economiche improvvisando un mestiere che non e’ il nostro, l’amministratore, e aggiungendo cosi’ una terza categoria di giornalisti alle due coniate dal film su Giancarlo Siani: ‘’giornalisti-imprenditori’’. Ma anche per non sottrarre energie professionali fondamentali a una redazione giovane, volenterosa e motivata, ma in larga parte da formare.
Cosi’ non è stato e le scelte fin qui compiute dai miei due colleghi, che comprendo, ma non condivido, mi hanno indotto a lasciare dopo pochi giorni la direzione di quest’avventura editoriale nella quale ho creduto, e continuo a credere, molto: lo faccio con la certezza di avere lasciato a tutti i colleghi e collaboratori un segno di diversità deontologica che sarà loro utile quando si troveranno di fronte a scelte importanti della propria vita professionale, ai lettori un sito ricco di contenuti e di idee che mi auguro i miei colleghi, ormai privi di motivi di attrito, sapranno condurre al meglio ‘’risorpassando’’ in curva ambizioni ormai appagate dal trionfo della maggioranza. Per quello che ho vissuto in queste poche settimane di start up mi resta il timore che quelle quattro lettere, L’ORA, che segnano una fetta importante della mia vita di lavoro giornalistico, pur rimanendo in buone mani, abbiano qualche difficolta’ in piu’ a proseguire una storia centenaria di informazione ‘’altra’’, realmente svincolata da ogni guinzaglio. Cio’ di cui oggi ha piu’ bisogno questa terra, meravigliosa e disgraziata, che si chiama Sicilia.
Giuseppe Lo Bianco”.
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