“Il 25 novembre è una data simbolica, ma la lotta agli abusi contro le donne è un impegno quotidiano: la galleria vuole contribuire a sensibilizzare le coscienze, soprattutto quelle dei giovani, affinché siano consapevoli e capaci di riconoscere e contrastare qualsiasi forma di prevaricazione”: a dichiararlo è Sabrina Di Gesaro, direttore artistico del “Centro d’arte Raffaello” […]
“Giornalismo per appuntamento”
Pubblicato il 16 Febbraio 2021
“Giustizia alla catanese”: è accaduto stamane.”
” Alla cortese attenzione del Presidente della
Corte d’Appello
e del
Presidente del Tribunale
Catania
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Il sottoscritto Marco Benanti, nato a Roma, il 08-03-1969, residente in Catania, in via Milano 33, giornalista, n. tessera professionale n. 092485, espone quanto segue:
in data 16/02/2021, intorno alle h 11,15, mi sono recato a Palazzo di Giustizia per svolgere il mio lavoro. All’ingresso, due poliziotti mi hanno impedito l’ingresso, malgrado io mi fossi qualificato e avessi spiegato la ragione della mia presenza in loco, ovvero esercitare la professione di giornalista. Mi è stato risposto che avrei dovuto avere o APPUNTAMENTO o essere parte di un procedimento penale!
Nonostante questo, non è stato possibile entrare, ergo ho subito una limitazione nel mio lavoro che svolgo da circa 30 anni. Da circa 30 anni, infatti, seguo la cronaca giudiziaria catanese e siciliana. Mai avuto problemi di sorta o procedimenti per violazione del segreto investigativo. Credo, anche alla luce delle mie caratteristiche fisiche(sono alto 1 metro e 83 centimetri, peso 110 chili) di non essere soggetto difficilmente identificabile.
Per mia forse “malsana” abitudine, seguo i processi, i dibattimenti, ovvero non vado a Palazzo di Giustizia o in uffici vicini per ricevere “carte” o altro, come –sembra- che accada, anche alla luce delle dichiarazioni del dott. Luca Palamara nel libro “Il Sistema” scritto con il collega Alessandro Sallusti.
Da circa 30 anni, inoltre, ascolto periodicamente le relazioni o gli interventi di qualificati esponenti del mondo del diritto e della politica che puntualmente fanno appello al “giornalismo libero” e all’esigenza -in una democrazia- che il giornalista sia attento, preciso e professionale, ovvero non segua i processi “dal buco della serratura” o tramite telefono.
Anche per questo, faccio appello alla Vostra sensibilità per trovare una soluzione a questa incresciosa situazione.
Ossequi,
Marco Benanti
Catania 16/02/2021.”
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