Giornalismo, “Repubblica edizione Catania”: ‘Scandalo a Ct: il sindaco Stancanelli diserta il Pride’. Insorge il Pdci: ‘la cultura fascista si conferma’. Duro il capogruppo Pd D’Agata: ‘noi per i diritti, mica per inseguire facili consensi”

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Ennesima brutta figura del primo cittadino…dall’inviato GianRoberto Gesuita

(nella foto il sindaco Stancanelli sempre alla ricerca di flash, anche ieri)

“Repubblica Edizione Catania”:

Non si parla d’altro oggi a Catania: sotto gli ombrelloni, nei bar, nelle piazze, dal centro alla periferia. L’ennesima “pagina nera” (in tutti i sensi) si è consumata ieri pomeriggio: il sindaco Raffaele Stancanelli –che ricordiamo guida una giunta frutto di trasformismo politico, rappresentante variegati interessi- ha disertato la grande festa dell’ orgoglio omosessuale. La parata partita da piazza Cavour è stata aperta da vari esponenti della Catania democratica e popolare, con in testa il capogruppo del Pd in consiglio comunale, il principe del foro avv. Rosario D’Agata.

Il noto legale e politico impegnato in prima fila ha dichiarato: “il sindaco Stancanelli ha stancato. Ha veramente stancato. Cerca sempre occasioni per mettersi in mostra, per finire sui giornali, per ragioni d’ immagine e magari sotto sotto per avere incarichi sul palcoscenico nazionale. Veramente un metodo di comunicazione e di governo che denunciamo, con determinazione. E noi lo possiamo fare, perché non guardiamo in faccia a nessuno. Talora nemmeno noi.

Comunque, il Pride è l’ennesima dimostrazione che la Catania migliore, quella di centrosinistra, è sempre unita. Per nobili ragioni, perché noi crediamo in quello che facciamo. Non cerchiamo né facili consensi, né altro, come fa sempre la destra, da cui rimaniamo distanti, anche fisicamente. Come è possibile vedere in consiglio comunale”.

D’Agata ha, fra l’altro, annunciato: “presto ci faremo artefici di un’iniziativa per ricordare le vittime omosessuali del nazifascismo: una targa che collocheremo in un luogo simbolo, forse il Palazzo della Cultura. Perché la Cultura è di sinistra. E a nessuno venga in mente di poterla eventualmente togliere: noi vigileremo. Con fermezza”.

Il corteo del Pride, composto da alcune migliaia di persone, ha attraversato il centro cittadino: erano presenti tutti gli uomini della Catania democratica, antifascista e popolare. A conferma di un clima che vede la città nettamente divisa: da una parte la destra becera e reazionaria, dall’altra l’Italia migliore, quella antifascista.  Per il Pride, la parte migliore della città ha rinunciato ad impegni (la preparazione dell’occorrente per il prossimo Festival del Cinema di Frontiera a Marzamemi) e lavori in corso (qualcuno persino alla gita alle isole Eolie) per essere presenti: una testimonianza di passione civile, che evidentemente la “Catania nera” continua a dimostrare di non avere.

Il sindaco Stancanelli era impegnato altrove, nella ricerca, come suo costume, di flash a buon mercato, in linea con tutta una strategia fatta di comunicazione ossessiva e cura dell’effimero. “E’ un primo cittadino che taglia nastri ed inaugura piazze”-ha denunciato in un comunicato “di fuoco” l’associazione di società civile “Compari Uniti”. Posizione analoga, sempre d’attacco, a quella del Pdci che ha aggiunto: “la cultura fascista di Stacanelli si vede sempre. La cultura dell’assenza o peggio della ricerca del facile consenso, privo di profonde convinzioni filosofiche”.

“Mentre Catania muore, Stancanelli si occupa di cose di nulla, tutte immagine” –ha aggiunto il sodalizio “Antimafia, ma con un Incarico è Meglio”. Ma dal gruppo “AntiTutto a Parte… Una Costituzione di Parte Civile” si è evidenziato: “il primo cittadino vive in una realtà parallela, senza contatti con la città, stretto fra un ristretto circolo di amici. Noi lo denunciamo con forza”.

Il “club per la Legge (degli amici) nella Festa di S. Agata” ha tuonato: “Stancanelli ha stancato, soprattutto con l’occupazione del Potere realizzato ricorrendo a gente del suo giro di amici. Siamo indignati. La politica non deve mettere piede dentro le cose di Chiesa”.

Per fortuna, il corteo del Pride è stato allietato dalla disinteressata presenza dell’on. Enzo Bianco. Salutato dalla folla, è salito sul carro del Pride, dopo il perentorio invito a scendere dallo stesso rivolto ai presenti. E l’on. è salito sul carro. I catanesi presenti lo hanno subito osannato: uno che sa salire sul carro giusto, evidentemente un po’ come loro.

E’ arrivato così un discorso veramente di sinistra, veramente progressista, nel delirio di applausi dei presenti: del resto, le forze democratiche, popolari, di sinistra, antimafiose e antifasciste si riconoscono nel loro leader, tranne una residua parte, legata a schemi arcaici e probabilmente in combutta –secondo fonti investigative autorevoli, tra le quali lo Scerlock Holmes di Picanello (il nome lo omettiamo perché impegnato in delicate operazioni di intelligence), di recente promosso ad alti incarichi-con la destra. E Bianco lo è di certo. Insomma, le parole di Bianco hanno acceso il “popolo di sinistra”.

Ma mai come le frasi appassionate del segretario generale della Cgil di Catania Giacomo Rota che dal palco della centrale piazza Teatro Massimo Bellini ha ricordato, per convinzione e sincerità, i vecchi oratori dell’epopea -dei primi del Novecento- del sindacalismo socialista.

Nel complesso, quindi, la sinistra catanese da Bianco a Rota  ha mostrato il suo attuale volto migliore (che resiste, con eroismo, alle deviazioni di destra di una parte minoritaria, come quella che fa riferimento al giovane Berretta e al noto “zio Pippo”, venditore di frutta del centro storico).

Un volto, quello della parte migliore della sinistra catanese, alieno da logiche di Potere o dalla ricerca di facili consensi, come è costume,invece, della destra.

Insomma, Catania è sempre più “nera”: dopo l’arrivo del segretario del sindaco alla presidenza del comitato dei festeggiamenti della Patrona, un’altra giornata “di fuoco” sotto l’Etna. Che promette presto di “eruttare”. Lo confermano ambienti vicini al “comitato Stancanelli vattene”: “siamo vicini all’alternativa…ma non possiamo fare nomi”.

G.R.G.

 

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Redazione Iene Siciliane

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