Riceviamo e pubblichiamo:“ANCORA A PROPOSITO DELL’UFFICIO STAMPA DEL COMUNE DI CATANIA E DEL SINDACATO PROVINCIALE DELL’ORDINE DEI GIORNALISTI.
Egregio Direttore Marco Benanti, ” Iene Sicule” ha ripreso il nostro post su Facebook, sul pasticciaccio dell’ufficio Stampa del Comune di Catania, pertanto per completezza d’informazione con somma gratitudine aspiriamo alla pubblicazione del sequel. Dicevamo Ufficio Stampa del Comune di Catania dove regna sovrana l’illegalità più trasparente tra tutti i Comuni d’Italia, chi volesse conoscere i particolari del pasticciaccio postato, visto che è stato rimosso dal sito FB del Comune, può trovarlo suhttp://nunziospano.wordpress.com.
In questa sede ci preme completare l’informazione sull’ufficio Stampa del Comune, per affermare che senza portentose facoltà divinatorie, presto o tardi amministratori di destra e sinistra nonché tutti i burocrati ai vertici del Comune di Catania, saranno chiamati a rispondere di danno erariale. Riassumiamo molto sinteticamente le anomalie dell’ufficio Stampa del Comune di Catania.Del dott. Sebastiano Molino, capo ufficio stampa legittimo con alta professionalità, a Palazzo degli Elefanti si sono perse le tracce, appena insediatasi l’amministrazione Bianco, con un provvedimento della Direzione del personale viene trasferito allo Sport con ignote mansioni.Molto improvvidamente, il dott. Molino, non solo non propose ricorso contro l’illecito trasferimento ma addirittura toglieva il disturbo all’amministrazione di averlo tra i piedi, andando in congedo ordinario per parecchie settimane. Risultato ? Da otto mesi il dott. Molino, in uno dei Comuni più “legali” dell’Italia tutta, al di fuori di ogni norma non esercita più le funzioni di capo ufficio stampa, sostituito dall’abusivo e in conflitto di interessi col Comune, dott. Giuseppe Lazzaro Danzuso, tra l’altro, ma guarda un po’, presidente del consiglio di disciplina dell’ordine dei Giornalisti.
Altra illegalità gemellata è la posizione giuridica della Signora Pavano che risulta redattore capo. Anomalo che la redattrice capo Pavano, giornalista professionista sin dal 2001, rivesta nella Pianta Organica del Comune la figura di istruttore amministrativo di categoria C, mentre la figura di capo redattore è da inquadrare nella categoria immediatamente superiore di fascia D .
Con queste premesse qualcuno dell’entourage del Sindaco Bianco, magari qualcuno cui si conferisce un incarico a titolo gratuito che abracadabra, dopo poco tempo, si trasforma in oneroso per le asfittiche casse comunali,dovrebbe spiegare che queste sono le premesse per esporre il Comune di Catania a sicuro ricorso, e conseguente certa soccombenza, innanzi al giudice del lavoro che riconoscerà mansioni di categoria superiore D a personale inquadrato in Pianta Organica con categoria C, con successivo, a causa della sentenza, creazione di debito fuori bilancio e danno erariale. Giova ricordare che l’amministrazione Comunale è già sotto scacco di danno erariale per il passato e lo sarà sempre per il futuro, anche quando la dipendente in questione sarà in pensione. Questi, asciutti asciutti, sono i (mis)fatti dell’ufficio Stampa del Comune di Catania, se qualcuno riscontrasse inesattezze, porti le argomentazioni per smentirci.
Dobbiamo ora dedicare un po’ di nero su bianco al Sindacato provinciale dei Giornalisti e al suo segretario Daniele Lo Porto, che ringraziamo per averci cancellato dagli “amici ” di FB, per il post sul pasticcio dell’ufficio stampa del Comune, gioiamo con grande gaudio, di non aver nulla da spartire con chi esercita la professione nell’assoluta osservanza del dogma delle tre scimmiette, o peggio del forte con i deboli e genuflesso con i ” bravi” di turno.
Della sconcia situazione dell’ufficio Stampa di Catania, con l’estrema e grave mortificazione professionale del Giornalista Nuccio Molino, abbiamo detto e naturalmente il dott. Lo Porto risulta non pervenuto. Porgiamo alla vostra attenzione un’altra anomala situazione creatisi all’ufficio Stampa del Comune di Misterbianco del quale ci siamo occupati sulla testata LinKSicilia, con un articolo dal titolo”Misterbianco, galeotto fu il concorso per il posto di addetto stampa!” Ebbene anche in quel Comune dove regna una legalità e trasparenza proprie delle repubbliche indipendenti, il Sindaco Di Guardo e la sua Giunta, hanno nominato, Carmelo Santonocito, addetto stampa in violazione industriale di leggi, normative e regolamenti. Non è questa la sede per censurare un atto illegittimo già sotto posto, dall’Osservatorio Regionale delle Autonomie Locali all’attenzione della Procura della Repubblica e della sezione Regionale della Corte dei Conti, ma anche qui, malgrado le palesi violazioni di legge e gli interessi legittimi del Giornalista Natale Bruno, che dall’improvvido atto della Giunta, si vedeva negato il rinnovo dell’incarico di addetto stampa, come previsto dalla legge, il dott. Lo Porto non sente, non vede, non parla.Sbagliamo a credere che in caso di violazione di legge negli uffici Stampa degli Enti Locali il Sindacato debba schierarsi a difesa del Giornalista “abusato”, a prescindere dalla sua personale adesione?
Al dott. Daniele Lo Porto per il ruolo che occupa e le modalità con cui ne espleta le funzioni, non possiamo che ricordare la citazione del mai abbastanza compianto GIORNALISTA Pippo Fava”Io ho un concetto etico di giornalismo. Un giornalismo fatto di verità, impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, sollecita la costante attuazione della giustizia, impone ai politici il buon governo. Se un giornale non è capace di questo si fa carico di vite umane. Un giornalista incapace, per vigliaccheria o per calcolo, della verità si porta sulla coscienza tutti i dolori che avrebbe potuto evitare, le sofferenze, le sopraffazioni, le corruzioni, le violenze, che non è stato capace di combattere.”Scelga Lo Porto, dopo un approfondito esame di coscienza, in quale categoria di giornalista si sente più congeniale per combattere le sopraffazioni e le corruzioni.Grazie per l’ospitalitàIgnazio De Luca”.
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