Giudiziaria, Agrigento: chiesti otto anni di carcere per mafia per il Senatore ed ex sindaco Calogero Sodano

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ecco la nota stampa dall’avv. Giuseppe Arnone:

“otto anni di carcere per mafia, per il Senatore ed ex Sindaco Calogero Sodano. Questa è la richiesta del Pubblico Ministero Giuseppe Fici. Trecentocinquantamila  euro è il risarcimento richiesto dalla parte civile Giuseppe Arnone, che non fu eletto sindaco per l’accordo tra la mafia e Sodano e la cui vita fu messa a rischio come provano gli atti processuali.

 Si è appena conclusa questa mattina la  requisitoria del Pubblico Ministero Giuseppe Fici avanti al Gup di Palermo Sergio Ziino, nel processo che vede Sodano essere imputato per il reato  di concorso esterno in associazione mafiosa, con un lunghissimo capo d’Imputazione che ricostruisce gli otto anni di sindacatura di Sodano e tutti i suoi scontri su appalti truccati e altro con Giuseppe Arnone.

La requisitoria del PM Fici è durata tre udienze e si è conclusa appunto con la richiesta di condanna a otto anni di reclusione. Fici è partito nell’illustrare l’accordo tra Sodano e la mafia agrigentina, dalle elezioni del 1993 quando Cosa Nostra Provinciale, preoccupatissima per la prevista elezione di Giuseppe Arnone, tiene riunioni per decidere il massimo impegno per sconfiggere Arnone e far vincere Sodano.  Il pentito Di Gati ha dichiarato che la riunione principale si è tenuta nella casa del Capo Mafia di Casteltermini, in campagna dove era latitante il super killer e Capo Mafia Provinciale, Salvatore Fragapane. Di Gati ricostruisce queste parole pronunciate da Fragapane: “Si vinci chistu Arnuni un putemu manteniri cchiù manu ad Agrigentu, pi travagli e appalti. Arnuni a tutti ni denunzia. A genti è pazza pi iddru”. In effetti il precedente Consiglio Comunale si era sciolto e la precedente Giunta era stata arrestata per un dossier di Arnone su appalti dati a ditte di famiglie mafiose.  Nella stessa riunione il Capomafia della città Arturo Messina raccontava che Sodano si era messo a disposizione per ogni esigenza di Cosa Nostra.

In quella riunione di Casteltermini viene deciso un  impegno elettorale per i mafiosi fortissimo, senza risparmio, a favore di Sodano. E nella stessa riunione si stabilisce –siamo nel 1993 anni delle stragi anche al nord Italia- che se Arnone avesse vinto le elezioni Cosa Nostra sarebbe intervenuta per eliminarlo.

Tutto questo e molto altro è stato ricostruito dal  Pubblico Ministero della sua requisitoria e nella lunga memoria depositata , nonché dagli avvocati di Arnone Gigi Restivo e Daniela Principato, il primo oggi ha tenuto la sua arringa concludendo per il risarcimento di trecentocinquantamila euro.

Secondo il PM che ha valorizzato il racconto dei pentiti, Sodano viene appoggiato dalla Mafia anche  alle elezioni senatoriali del 2001, in questo caso con l’autorizzazione di Maurizio Di Gati, divenuto nel frattempo Capomafia provinciale. Di Gati testualmente dice  che Sodano fu eletto Senatore anche con i voti  della Mafia “ perché era un politico a cui in caso di bisogno si poteva” tuppiare” alla porta di casa anche di notte. Le prove della disponibilità piena di Sodano a favorire la Mafia vengono individuate dal PM Fici negli appalti truccati del depuratore del Villaggio Peruzzo, di  Favara Ovest,  dell’appalto Ecoter, dell’appalto della Nettezza Urbana, tutti appalti vinti da imprese o direttamente in mano a mafiosi o soci viziosi o a disposizione di Cosa Nostra.

Rilevantissime le ricostruzioni proposte dal Pubblico Ministero Fici nella sua requisitoria e nella sua memoria in merito  alle  “discussioni  ricorrenti dentro Cosa Nostra sull’omicidio di Arnone”. Arnone, è sempre il PM che parla, aveva denunciato tutti questi appalti truccati , bloccando pagamenti a Cosa Nostra e creando continuamente problemi.  Per cui  dal 1996 e fino a quando Di Gati era libero, dentro Cosa Nostra si discuteva se Arnone avesse fatto più danno da “eroe morto”, attirando su Agrigento ” l’attenzione Nazionale delle forze di Polizia” o da vivo, continuando con le sue denunce.

Il PM ha pure dedicato ampio spazio  alle dichiarazioni del pentito Giuseppe Tuzzolino, che ha ricostruito l’impegno di Calogero Baldo, ex Assessore di Sodano nonché progettista ed ideatore dell’appalto truccato di Favara Ovest, a fianco appunto di Sodano. E anche Baldo, secondo quanto lustrato dal PM, si sarebbe attivato impegnando cento milioni di lire per incaricare un killer per l’omicidio di Arnone. Di nuovo  Baldo sul progetto di assassinio veniva comunque ad invadere competenze che nella gerarchia di Cosa Nostra appartenevano ai massimi vertici. Per cui Baldo si limitò a perdere parte dei centomilioni di lire che voleva spendere per pagare il Killer .

 Questo è il racconto  di Tuzzolino per quanto riguarda la vicenda Baldo. Da notare che Arnone, da politico e da scrittore, ha denunciato e testimoniato contro Baldo e Sodano, e da avvocato ha ottenuto che la Cassazione rigettasse il ricorso proposto da Calogero Baldo.

Il Pubblico Ministero ha anche ricostruito gli antichi contatti dei corrotti tra Sodano e la Mafia agrigentina, a partire dalla metà degli anni ’80 , quando, con la vecchia legge, la corrente del Ministro Mannino nominò Sodano prima Assessore, poi Sindaco. La parte civile ha ricostruito che già nel 1994, trent’anni addietro, abbiamo il primo appalto della nettezza Urbana con un bando voluto dall’Assessore Sodano che già allora favorisce illegalmente  suo cugino,  imprenditore Mirabile, ritenuto a disposizione di Cosa Nostra.

Arnone, in esito alla requisitoria del PM ha dichiarato: “ certo fa impressione sentire in un’aula di giustizia, ricostruire le continue discussioni tra killer mafiosi sul proprio omicidio. Ci si sente sollevati e quasi miracolati. Ma non vi è risarcimento che possa risanare gli enormi guasti realizzati in danno di Agrigento e del futuro dei nostri giovani dal terribile accordo tra mafia e politica.  Bravissimo Fici, ottimo il lavoro degli avvocati Gigi Restivo e Daniela Principato, che ringrazio, ma rivolgo un appello alla Procura di Palermo finchè non si perdano altri vent’anni per fare chiarezza e pulizia  in merito al rapporto ampiamente comprovato tra il neo eletto Sindaco Firetto o i mafiosi empedoclini, e gli atti illeciti da me dettagliatamente ricostruiti e denunciati, sempre in ordine ad affari che interessano Cosa Nostra, di illeciti posti in essere in coincidenza, o in connessione,o in collegamento con disegni affaristici della mafia, come del caso della corruzione del rigassificatore e dei reati commessi da Firetto nell’edilizia. La Giustizia per servire i cittadini deve essere puntuale come un treno e non arrivare con decenni di ritardo”.

Sodano è difeso dagli avvocati Nino Mormino e Salvatore Pennica. È anche costituita Legambiente con l’avv. Federico Melazzo.”

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Redazione Iene Siciliane

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