ECCO LA NOTA STAMPA
“Inviata a mezzo posta elettronica certificata al Procuratore della Repubblica di Agrigento e a quello di Caltanissetta
Il sostanziale fallimento del processo ai funzionari della Provincia conferma la volontà persecutoria, il poco giustificabile accanimento, nei confronti dell’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi. E’ tempo di occuparsi seriamente del Procuratore Fonzo, dei suoi collaboratori e del principio “la legge è uguale per tutti”.
Mentre si garantisce l’impunità all’onorevole Capodicasa relativamente alla villa abusiva, realizzata con autorizzazioni edilizie illecite e truffaldine nell’area super vincolata di Eraclea Minoa, mentre si lascia dormire, da anni, il rapporto dei vigili urbani sui gravissimi illeciti relativi alle occupazioni di spazio pubblico, con connessi interessi economici enormi, mentre ci si benda gli occhi quando si passa dalla Valle dei Templi, per non vedere gli enormi scempi edilizi nella zona della Mosella, sotto il Tempio di Giunone (scempi edilizi che riguardano imprenditori collusi con la mafia, delle dimensioni del Colosseo, e si fanno processi per mini muretti di quaranta centimetri di contenimento delle aiuole e lavelli abusivi!), mentre non ci si avvede che di fronte al Tribunale un imprenditore sotto processo per omicidio completa un palazzone illecitamente autorizzato dalla associazione per delinquere che operava al Municipio di Agrigento, mentre ci si dimentica di citare il teste principale nei processi a carico del capo di tale associazione per delinquere (e dell’intera associazione), mentre ci si dimentica e si trascura tutto questo, il Tribunale di Agrigento ha fornito la sua chiarissima risposta in ordine agli enormi sforzi per dimostrare che l’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi era un delinquente pericolosissimo.
Sforzi investigativi ed economici assolutamente sostanziosi per incastrare, nel processo parallelo, i funzionari della Provincia complici di Eugenio D’Orsi, si è concluso tra i fischi e altre sonorità varie. Su quattro imputati, tre totalmente assolti e uno condannato solo per alcuni, limitati, capi di imputazione ad una pena assolutamente poco significativa, connessa a danni di scarso rilievo cagionati all’Ente Provincia.
L’azione penale è obbligatoria – cosa che non avviene per Capodicasa, per gli imprenditori che speculano sulle aree pubbliche, per gli imprenditori collegati ai mafiosi che devastano la bellezza della Valle dei Templi, ecc.. ecc.. – e quindi nulla quaestio sulla condanna del funzionario Gennaro, ma una riflessione su come funziona la Procura di Agrigento, sugli accanimenti persecutori, sullo strabismo giudiziario, va senz’altro compiuta.
E l’obbligatorietà dell’azione penale significa che questa gestione della Procura deve essere oggetto di una vera indagine penale in ordine all’applicazione della legge.
Se il Procuratore di Caltanissetta lo avesse dimenticato, glielo ricordiamo: abbiamo ad Agrigento un magistrato del pubblico ministero che ha accusato il suo procuratore aggiunto di “costruire schieramenti alle spalle” del politico suo grande nemico, e di fare questi schieramenti alle spalle utilizzando “i legami fortissimi” che questo procuratore aggiunto, che di nome si chiama Fonzo, ha ritenuto di costruire. Complimenti! Ci si consenta il sarcasmo e l’ ironia a fini di vera Giustizia . Il Procuratore di Caltanissetta gradisce che gli venga fornita una benda? Dei tappi per le orecchie? Dei paraocchi? (Come hanno fatto sinora alcuni suoi brillantissimi sostituti?). O vogliamo invece dare forma e sostanza al principio secondo il quale “la legge è uguale per tutti”?
Se qualcuno vuole indicazioni e chiarimenti, siamo ben lieti di darglieli. Ma è anche il caso di chiarire al Ministro della Giustizia che tutto ciò espone enormemente chi, in questo quadro di omissioni e favoritismi, oggettivi ed indubbi favoritismi, viene a ledere interessi illeciti enormi, connessi a soggetti che si sono macchiati di fatti di sangue (oltre alla vicenda del palazzone di fronte il Tribunale, anche le storie dei colossali affari delle aree pubbliche occupate hanno tra i protagonisti soggetti che possono vantare in famiglia omicidi). Sono meccanismi di personalizzazione dell’impegno per la legalità che già da soli meritano valutazione da parte dei competenti Organi al fine della pronta rimozione da Agrigento di alcuni soggetti istituzionali adusi a fare “schieramenti alle spalle” o a consentire o a tollerare o a favorire tali schieramenti alle spalle.
Concludo: il Procuratore capo di Caltanissetta, dottor Sergio Lari, individui un fine settimana libero che potremo trascorrere istituzionalmente assieme, nella sua stanza, possibilmente in compagnia dei suoi aggiunti e di un buon verbalizzatore perché vi è molto molto molto da fare. A meno che non si vogliano seguire le linee di “penetrante investigazione” che hanno elaborato nell’indagine a carico di Mirello Crisafulli i Procuratori Messineo, Condorelli, Di Natale, con esiti che bisognerebbe far conoscere a Ficarra e Picone perché potrebbero impostare su tale indagine uno dei più grandi film comici della storia cinematografica italiana.
Per la Procura di Caltanissetta – o per alcuni PM di Caltanissetta – è reato sostenere in un’arringa in udienza, in riferimento all’operato del PM non consono al principio della obbligatorietà dell’azione penale, che non vi è “peggior asino di quello che non vuol bere”, con riferimento alla testardaggine nel non voler fare il proprio dovere, mentre non si indaga su “gli schieramenti alle spalle” e si ritiene lecito minacciarsi, da parte di un PM, un politico di “brutte mazzate” utilizzando gli “strumenti infidi ed invasivi” di cui la Procura dispone, se il politico non accetterà di “accordarsi” con il dottor Fonzo, ovvero di calare le corna e subire passivamente gli abusi di Fonzo.
Una prima risposta l’abbiamo avuta dal Tribunale di Agrigento nel processo ai funzionari della Provincia. Adesso attendiamo risposte da Caltanissetta.
P.S. Procuratore Lari sapeva che Fonzo & co. hanno chiesto nove anni di galera per Arnone e hanno perso tutti i processi? Anche di questo potremo parlare in quel weekend.
Agrigento, 27/11/2014
Avv. Giuseppe Arnone.”
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