Operazione delle Fiamme Gialle….
I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Caltagirone, Salvatore Acquilino, su richiesta del Procuratore della Repubblica, Francesco Puleio, e dal Sostituto Procuratore, Ilaria Corda, hanno tratto in arresto 13 persone, 8 in carcere e 5 ai domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla illecita percezione di aiuti comunitari all’agricoltura. Nel complesso sono state denunciate 29 persone, tra cui interi nuclei familiari che, negli anni dal 2008 al 2013, secondo l’accusa, avrebbero percepito indebitamente oltre 1.500.000 euro di contributi.
Tra gli arrestati, i responsabili di 3 Centri di Assistenza Agricola (CAA) che secondo l’accusa, avrebbero omesso di eseguire i previsti controlli sulle domande presentate, attestandone falsamente la regolarità e contribuendo alla commissione delle frodi da parte dei percettori. In dettaglio, le indagini condotte dai finanzieri della Compagnia di Caltagirone, durate circa un anno, hanno preso avvio dalla denuncia presentata dal proprietario di un terreno che, rivoltosi a un Centro di Assistenza Agricola per presentare la domanda di aiuti per l’agricoltura, aveva scoperto che il suo fondo era già stato destinatario di incentivi. Le attività investigative delle Fiamme Gialle calatine si sono concentrate sul controllo di centinaia di fascicoli aziendali e hanno consentito di evidenziare la presenza di un gruppo affaristico ben organizzato, che si avvaleva secondo l’accusa di una fitta rete di complicità di operatori dei Centri di Assistenza Agricola al fine di beneficiare dei contributi.
Secondo la ricostruzione, gli indagati, infatti, interrogavano le banche-dati dei CAA per individuare le particelle catastali dei terreni non ancora utilizzati per l’ottenimento degli aiuti. Acquisite le informazioni necessarie, riproducevano secondo l’accusa, fittizi contratti di affitto e/o di comodato con soggetti del tutto ignari e, in taluni casi, addirittura deceduti, intestandoli a persone compiacenti. I responsabili dell’organizzazione, infatti, reclutavano individui (tutti indagati) che, dietro corrispettivo di mille euro circa, consegnavano copia dei propri documenti di riconoscimento necessari per le istanze di accesso ai finanziamenti. Tra le particelle utilizzate, oltre a quelle di privati cittadini, anche quelle di proprietà del Demanio della Regione Siciliana e di numerosi Enti locali, tra cui il Comune di Butera (CL), Caltagirone (CT), Gela (CL), Termini Imerese (PA) e Trapani (TP), che, ovviamente, non avevano mai concesso l’uso di tali fondi agricoli.
Al fine di mascherare la frode, inoltre, i terreni venivano trasferiti di anno in anno da un indagato all’altro, attraverso cessioni incrociate, in modo da non far risultare lo stesso beneficiario per il medesimo fondo agricolo. Ancora, sono state costituite ad hoc decine di imprese agricole che avrebbero gestito “cartolarmente”, per ogni annualità (campagna agricola), oltre 1.500 ettari di terreno. Nel corso dell’indagine è stato accertato che il gruppetto aveva presentato anche per l’anno 2014 domande di pagamento di contributi all’AGEA per circa un milione di euro. Sono state, pertanto, avviate le procedure per il blocco di tali erogazioni.
Sono in corso di esecuzione, infine, provvedimenti di sequestro di immobili, terreni, autoveicoli, quote societarie e denaro per garantire il recupero delle somme indebitamente percepite dagli indagati.
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