Ecco il comunicato dalla Procura della Repubblica di Catania DIREZIONE DISTRETTUALE ANTIMAFIA
“La Procura Distrettuale della Repubblica di Catania ha coordinato un’indagine condotta dal ROS Carabinieri che ha portato all’arresto di 23 indagati, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal locale ufficio GIP, per associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza nel mercato dei trasporti, intestazione fittizia di beni ed altri delitti, tutti aggravati dalle finalità mafiose.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine avviata in direzione del vertice strategico della famiglia mafiosa di Catania, che ha permesso di raccogliere importanti elementi probatori sull’evoluzione di Cosa Nostra dopo gli interventi frutto della indagine IBLIS.
L’inchiesta ha confermato la particolare vocazione imprenditoriale della famiglia di Cosa Nostra catanese e consentito di individuare alcuni dei settori all’interno dei quali essa si è infiltrata tra cui:
Gli elementi acquisiti consentono di ritenere che il settore del trasporto continui ad essere di speciale interesse per Cosa Nostra etnea che, in tale ambito, ha saldato delle alleanze a livello regionale che hanno visto protagonisti esponenti della famiglia di Catania che si sono relazionati con i PASTOIA di Belmonte Mezzagno (PA) ed imprenditori collegati a Cosa Nostra agrigentina.
In tale ambito, in particolare, si è verificato il ruolo significativo rivestito da ERCOLANO Vincenzo, titolare di imprese di trasporti di considerevoli dimensioni, che per implementare i propri affari ha utilizzato la forza di intimidazione derivante dalla sua appartenenza anagrafica ad una delle famiglie che da decenni costituiscono la famiglia catanese di Cosa Nostra ed i poteri e le facoltà connaturate alla sua effettiva appartenenza a quest’ultima famiglia.
Nel corso dell’indagine si è altresì accertato che gli ingenti guadagni derivanti dalle attività imprenditoriali svolte nel settore dei trasporti hanno anche determinato l’interesse e l’occulta partecipazione di AIELLO Vincenzo e del fratello di questi AIELLO Alfio.
ERCOLANO Vincenzo ed AIELLO Vincenzo hanno di fatto operato nel settore anche per il tramite di CARUSO Francesco e SCUTO Giuseppe, imprenditori-affiliati impegnati nel settore dei servizi correlati alle attività imprenditoriali di trasporto via terra e via mare, oltre che nel settore assicurativo, ai quali hanno fornito il proprio sostegno per sviluppare i loro affari, traendone ovviamente pari vantaggi.
Le investigazioni hanno evidenziato l’attività di CARUSO e SCUTO che intrattenevano rapporti con affiliati mafiosi (catanesi ed agrigentini) e con esponenti della politica (tra cui CRISTAUDO Giovanni e LOMBARDO Raffaele, entrambi indagati ed imputati nell’ambito della indagine IBLIS, successivamente condannati per concorso esterno in associazione mafiosa), giungendo fino alla costituzione nel 2008 di un partito (il Partito Nazionale degli Autotrasportatori) che, al fine di preservare gli interessi di cui erano portatori in conto proprio ed altrui (ad esempio per avere un canale privilegiato con le PP.AA. per incassare i c.d. ecobonus), mettevano a disposizione dell’allora Presidente della Regione in occasione delle elezioni europee del 2009.
Dall’insieme delle attività investigative svolte è emerso che Cosa Nostra catanese, attraverso la Servizi Autostrade del Mare fittiziamente intestata a CARUSO ed in cui avevano occulti interessi ERCOLANO Vincenzo, AIELLO Vincenzo ed AIELLO Alfio, aveva stipulato con la società Amadeus S.p.A. riconducibile al noto MATACENA Amedeo un contratto di affitto di tre navi da utilizzare come vettori per i collegamenti tra la Sicilia e la Calabria; l’attività di traghettamento si protrasse con ottimi risultati nei mesi a cavallo tra gli anni 2005 e 2006, fino a quando – per ragioni legate a scelte effettuate da altra società estranea alle indagini – si interruppe improvvisamente la navigazione con consistenti danni per la Servizi Autostrade del Mare.
Le investigazioni effettuate hanno altresì consentito di documentare che Cosa Nostra catanese si è infiltrata nelle attività relative alla commercializzazione delle carni per la grande distribuzione; in tale ambito, infatti, sono emersi interessi dell’associazione mafiosa:
Nell’ambito dell’operazione sono stati inoltre sequestrati, ai sensi degli artt. 32l c.p.p. e 12 sexies L. 356/1992, beni di valore ingente, comprendenti 31 imprese ed i relativi beni strumentali, 7 beni immobili e 4 autoveicoli.
Il sequestro colpisce il patrimonio immobiliare, finanziario ed imprenditoriale illecitamente accumulato negli anni dall’associazione mafiosa, non solo nelle province siciliane di Catania, Palermo e Messina, ma anche nelle province di Napoli, Mantova e Torino.
I particolari della operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alle ore 11.00 presso i locali del Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania.”
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