Si è svolta la seduta della 9° Commissione Consiliare Permanente, presieduta dalla Consigliera Comunale Mpa Simona Latino, dedicata alla questione che riguarda il bando sulle progressioni verticali indetto dal Comune di Catania lo scorso anno. Nel corso della seduta è intervenuta la dott.ssa Gambino del Sindacato USB Sicilia Pubblico Impiego, che ha reso noto di […]
Giudiziaria, antiracket Catania: sotto estorsione da due gruppi criminali, si è ribellato. Arrivate le richieste di condanna
Pubblicato il 09 Marzo 2014
Alla stretta finale un processo emblematico….di iena giudiziariane abbiamo parlato in passatohttp://www.ienesiciliane.it/cronaca/12795-catania-imprenditore-coraggio-sotto-estorsione-da-due-gruppi-criminalicinque-enti-parte-civile.html
ebbene, il processo è entrato nelle fasi conclusive. Il Pm Andrea Bonomo ha chiesto complessivamente per gli imputati oltre 60 anni di carcere. Ecco le richieste: Domenico Filippo Assinnata 20 mesi di reclusione in continuazione; Salvatore Chisari 5 anni e 4 mesi; Rosario Indelicato 12 anni; Pietro Puglisi, accusato anche di detenzione di armi, 13 anni e sei mesi; Giuseppe Fioretto 6 anni e 8 mesi; Giovanni Messina 10 anni; Lorenzo Pavone e Salvatore Scuderi 6 anni ciascuno.
Stralcio -dovuto a motivi di salute- per Salvatore Assinnata. Prossima udienza il 16 aprile.
L’imprenditore Carmelo Reitano, assistito dall’avv. Enzo Faraone, è parte offesa. Con lui parte civile sono i comuni di Catania e Paternò, la Fai (federazione italiana delle associazioni antiracket) e l’Asaae (Associazione Antiracket e Antiusura Etnea). Il comune è costituito con il prof. Giovanni Grasso, il comune di Paternò con l’avv. Alfio Platania, la Fai con l’avv. Francesco Pizzuto, l’Asaae con l’avv. Vincenzo Ragazzi.
Si tratta di un procedimento per molteplici episodi di presunta estorsione a danno del medesimo imprenditore Carmelo Reitano (sotto protezione da parte delle forze dell’ordine), svoltisi nel territorio di Catania e Paternò. Le indagini da cui è scaturito il procedimento hanno preso avvio dalla denuncia dell’imprenditore che si è ribellato al racket e sono state condotte dalla Procura di Catania e dai carabinieri.
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