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Giudiziaria: “caporalato” nelle campagne di Paternò, blitz dei carabinieri
Pubblicato il 31 Marzo 2015
di iena giudiziaria
“Slave” (“schiavo”): questo il nome dell’operazione dei carabinieri -illustrata stamane durante un incontro con i giornalisti, alla presenza del procuratore della Repubblica Giovanni Salvi- contro il fenomeno del “caporalato” nelle campagne di Paternò.
Sono nove le persone destinatarie del provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica, perché ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata alle estorsioni.
Si tratta di due italiani, sei rumeni ed una ucraina.
Nel blitz sono finiti in carcere: Rosario e Calogero Di Perna, rispettivamente padre e figlio di 59 e 29 anni, entrambi richiusi a Piazza Lanza così come Nicu Rata di 32 anni. Si trovano ai domiciliari, invece, Nelu e Loredana Radu di 41 e 36 anni, Tetyana Mrozek di 59 anni e Ilie Dima di 45. Due persone sono attualmente ricercate.
L’indagine ha fatto luce su un’organizzazione accusata di sfruttare la manodopera a basso costo proveniente dalla Romania; sarebbero stati proprio i due paternesi a capo del gruppo che si occupava del reclutamento e del trasferimento in Sicilia, mentre sarebbero stati dei romeni ad occuparsi delle “selezioni”.
Una volta “ingaggiate” le vittime venivano alloggiate in strutture fatiscenti e costrette ad accettare condizioni di lavoro in assenza delle garanzie minime di tutela spettanti ai lavoratori.
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