comunicato stampa proveniente dall’avv. Dario Riccioli:
ecco link su vicenda
“Faccio seguito al comunicato del 15 marzo scorso per informare che, nonostante sia trascorso quasi un mese dall’udienza celebrata in seguito alla richiesta di incidente probatorio nel corso della quale, i periti nominati dal GIP presso il Tribunale di Roma hanno concluso ritenendo che l’unica ricostruzione compatibile con le lesioni riportate da Tony Drago e l’analisi della scena del crimine è quella che vede il militare siracusano vittima di omicidio, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma non si è, ancora, determinata a concludere le indagini.
Infatti, nonostante sia scaduto il termine massimo previsto dal codice di procedura penale per la chiusura delle indagini preliminari (art. 405 co. 2 c.p.p.) senza che il Magistrato del Pubblico Ministero abbia avanzato eventuale richiesta di proroga del termine delle stesse (art. 406 c.p.p.), seppure le conclusioni cui sono giunti i periti nominati dal GIP siano state inequivocabili, ad oggi, inspiegabilmente, l’Ufficio del Procuratore della Repubblica non ha notificato né l’avviso di conclusione delle indagini preliminari né la eventuale richiesta di archiviazione.
Tale inerzia è ancora più inspiegabile, anche in considerazione del fatto che eventuali ulteriori indagini, compiute oltre il termine di chiusura delle stesse, sarebbero inutilizzabili.
Inoltre, nessuna iscrizione successiva è stata fatta dalla Procura della Repubblica nel registro delle notizie di reato a carico di ignoti per il delitto di omicidio volontario.
Per tali ragioni, la prossima settimana questo difensore presenterà al P.M. formale denunzia per omicidio volontario a carico di ignoti e istanza di chiusura delle indagini a carico dei militari già denunziati.
L’eventuale inerzia da parte dell’Organo Inquirente costringerà questo difensore ad avanzare istanza al Procuratore Generale presso il Tribunale di Roma di avocazione delle indagini preliminari per mancato esercizio dell’azione penale.
La madre di Tony Drago, Rosaria Intranuovo e il di lei marito, Alfredo Pappalardo, si appellano alla stampa libera affinché continui a narrare i fatti che hanno portato alla morte del figlio.
La storia e le tradizioni della nostra Nazione non possono tollerare che, dopo l’omicidio di Emanuele Scieri, anche l’omicidio avvenuto lo scorso 6 luglio 2014 all’interno della Caserma Sabatini di Roma diventi l’ennesimo “delitto di Stato” irrisolto e che i presunti responsabili rimangano impuniti.
avv. Dario Riccioli.”
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