Giudiziaria, Cassazione: confermata sentenza contro la guardia giurata Graziano Longo Minnolo


Pubblicato il 02 Febbraio 2017

(nella foto l’avv. Giuseppe Lipera, legale di parte civile)

Si è conclusa oggi, innanzi la Prima Sezione Penale della Corte Suprema di Cassazione, la vicenda processuale di LONGO MINNOLO Graziano, in servizio come guardia giurata al M.A.A.S. di Catania, che il 3 ottobre del 2013 ebbe a sparare mortalmente al giovane GIUFFRIDA Giuseppe Anthony.

In primo grado il LONGO MINNOLO, difeso dagli Avvocati Fabrizio Siracusano e Salvatore Trombetta, ancorchè imputato di omicidio volontario, fu condannato con il rito abbreviato dal G.U.P. di Catania, Dott.ssa Marina Rizza, alla pena di due anni e mezzo di reclusione, avendo il G.U.P. riqualificato il fatto nel reato di eccesso colposo di legittima difesa.

Avverso questa sentenza proposero tempestivamente appello il Pubblico Ministero, Dott. Angelo Brugaletta, e il Procuratore Generale, Dott. Gaetano Siscaro, nonché tutte le parti civili costituite e cioè il padre della vittima GIUFFRIDA Vincenzo (difeso dall’Avv. Giuseppe Lipera), la madre MIRABELLA Giovanna (difesa dall’Avv. Graziella Coco), il fratello GIUFFRIDA Agatino (difeso dall’Avv. Luca Tancredi Lipera) e la sorella GIUFFRIDA Anna (patrocinata dall’Avv. Salvatore Cavallaro).

La Corte di Assise di Appello di Catania, Prima Sezione, con sentenza del 9/11/2015, riqualificava il fatto come omicidio volontario per cui, in riforma della sentenza di primo grado emessa dal G.U.P., condannava l’imputato ad anni sei e mesi quattro di reclusione.

Decisive sono state le videoriprese delle telecamere di sorveglianza che hanno ripreso l’accaduto.

Avverso la suddetta sentenza proponeva ricorso per Cassazione l’imputato LONGO MINNOLO.

Stamani, si è celebrata l’udienza di trattazione dinnanzi la Suprema Corte di Cassazione, Prima Sezione Penale, la quale ha rigettato il ricorso presentato dall’imputato e ha confermato la sentenza emessa dalla Corte di Assise di Appello di Catania.

Soddisfatte le parti civili, tutte assistite nel suddetto grado di giudizio dall’Avv. Giuseppe Lipera (nella foto), che dopo tre anni e quattro mesi dalla prematura scomparsa del loro caro, finalmente hanno ottenuto Verità e Giustizia, anche se nessuna sentenza di condanna potrà alleviare il dolore e colmare la mancanza del giovane Giuseppe Anthony.

 


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