Giudiziaria catanese: a Palazzo di “giustizia” la famiglia Lombardo. Che replica alle ultime accuse

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Mattinata di dichiarazioni e frasi anche ironiche….”El Diablo” Raffaele si conferma, anche nei momenti più difficili…di iena in corridoio

“Uno stillicidio continuo di notizie. Ci sia un avviso di garanzia, tanto io sono collezionista di avvisi di garanzia e poi dimostreremo la nostra innocenza, che avrà il bollo ovviamente del giudice, questo e’ ovvio”.Stamattina, prima dell’avvio dell’udienza –dedicata anche oggi all’arringa difensiva dell’avv. Alessandro Benedetti- l’ex presidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo ha parlato con i cronisti dell’ultima indagine, quella sulla formazione professionale.Nell’indagine sarebbe al vaglio degli investigatori, come affermano alcuni articoli di stampa, la posizione della moglie dell’ex governatore, Saveria Grosso. Raffaele Lombardo ha preannunciato l’invio, nel pomeriggio, di una lettera scritta dalla moglie.”Ma di che stiamo parlando?” –la signora Grosso si è rivolta anche così ai cronisti, stamattina, per chiare e chiedendo di rettificare quanto riportato sula stampa.Ha dichiarato: “vi dico come stanno le cose. Io entro all’Enap, ente che e’ stato sciolto, nel 1986 – afferma – e vengo assorbita dall’Anfe. Nel 2001 pren do un periodo di aspettativa non retribuita di un anno come previsto da contatto. Non rientro piu’ all’Anfe, non percepisco piu’ stipendio. Nel 2009 mi viene notificato il licenziamento. Andate a fare tutte le verifiche: ufficio provinciale del lavoro, ispettorato, dove risulta il mio permesso non retribuito. Io non ho percepito una lira e quando andavo all’Anfe, io firmavo, facevo il mio lavoro. C’è tutto il mio carico di lavoro, ci sono le lettere firmate da me, i protocolli fatti da me, quindi di che cosa stiamo parlando?”.Invece, sul processo, in abbreviato, davanti al Gup Marina Rizza Lombardo ha detto ai cronisti:”credo che la Procura negli ultimi 20 anni abbia messo sotto controllo i telefoni di centinaia di persone: mafiosi, portaborse dei mafiosi, autisti, fiduciari, presta-telefono. Non c’e’ una sola telefonata che mi interessa”.Ieri -ha aggiunto Lombardo- “si e’ visto come la cosiddetta fuga di notizie che ha determinato in fondo gli articoli di primi giorni dell’esplodere di questa vicenda, in cui si parlo’ di tutto con dovizia di particolari, ha ispirato le dichiarazioni dei pentiti che, passate al vaglio della difesa, si sono rivelate un castello di carte, una serie sciocchezze che sono state abilmente demolite dalla prima all’ultima”.

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Redazione Iene Siciliane

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