di iena assonnata marco benanti Preso dalle sue quotidiane “direttrici di vita” (il libretto degli assegni e il santino di Sant’Agata) il catanese”sperto” forse non vede alcune cose. Alcune cose evidenti, palesi, e anche un po’ ridicole. Quelle che accadono a Palazzo e nell’amministrazione pubblica. Malgrado la “visione onirica-mediatica”, Catania continua ad essere una “città […]
Giudiziaria, Catania: 17 anni di carcere ad un pensionato. Che uccise chi era entrato nella sua proprietà. L’avv. Lipera: “la Corte è stata capace di far diventare il ladro la vittima e colui che voleva difendersi il carnefice”
Pubblicato il 27 Ottobre 2015
dallo studio Lipera (nella foto il noto legale):
“è sin troppo evidente che l’Italia non è come il Sudafrica e Oscar Pistorius non è come Giuseppe Caruso.
Battute sarcastiche e amare a parte, dico che ovviamente non condivido per niente la sentenza di condanna emessa oggi dalla Corte di Assise di Catania e lo dichiaro con assoluta convinzione e senza alcun bisogno di attendere, come dicon tutti, le motivazioni della decisione che si avranno solo entro novanta giorni.
Impugnerò, nell’interesse del mio assistito e del superiore interesse della Giustizia, questa sentenza, che non credo rispecchi il pensiero della stragrande maggioranza dei cittadini onesti italiani. Caruso Giuseppe ha ucciso, è vero, ma in maniera preterintenzionale e per legittima difesa un ladro non un onesto cittadino, per questo considero inaccettabile la decisione della Corte di Assise di Catania che oggi ha condannato per omicidio volontario l’anziano uomo, che ha sparato mortalmente al ladro che, in piena notte, travisato nel volto, si è furtivamente introdotto nella sua proprietà, ad anni diciassette di reclusione.
Come ebbi a sostenere, in sede di arringa conclusiva, quella tragica notte il signor Caruso si è dovuto difendere e dalle risultanze dibattimentali è emerso incontrovertibilmente che non si fosse trattato di omicidio volontario ma di legittima difesa o tuttalpiù di eccesso colposo di legittima difesa.
Per me non vi sono dubbi che la pronunzia, oltre ad essere errata e sbagliata, disattende la novella del 2006 che tutela coloro che si vedono costretti a difendere se stessi e i propri beni da chi, a tutti i costi e con prepotenza, li minaccia e li aggredisce.
Credo il mio pensiero peraltro rispecchi molto il momento storico-sociale che il nostro paese sta attraversando, purtroppo, come diceva Piero Calamandrei giudici possono far diventare nero ciò che è bianco e bianco ciò che è nero come, nel caso del signor Caruso che, ripeto senza bisogno di leggere le motivazioni, la Corte è stata capace di far diventare il ladro la vittima e colui che voleva difendersi il carnefice.
Concludo facendo rilevare che anche il risarcimento dei danni che la Corte ha liquidato in favore dei parenti del ladro risulta essere eccessivamente elevato.
Avv. Giuseppe Lipera.”
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