Stamane incontro con la stampa del capo dell’ufficio requirente (con al fianco il dirigente amministrativo Michele Russo, nella foto)…di iena giudiziaria marco benanti
Ancora non si conosce la decisione del Consiglio di Stato sulla nomina del procuratore della Repubblica di Catania: la conferma è arrivata, stamane, dal capo dell’ufficio requirente catanese Giovanni Salvi, nel corso di un incontro con i cronisti, in occasione della sua ormai rituale relazione semestrale sul lavoro in Procura. Dopo l’udienza di novembre, da mesi si attende di conoscere il verdetto dell’organo amministrativo, a cui si è rivolto lo stesso procuratore in carica dopo l’annullamento al Tar.http://www.ienesiciliane.it/cronaca/8242-catania-procura-della-repubblica-il-consiglio-di-stato-conferma-giovanni-salvi.html
Il Consiglio di Stato potrebbe confermare Salvi o potrebbe “riaprire i giochi” per la Procura di Catania. Una non tanto segreta speranza di una parte del “sistema Catania” e della suoi fan -presenti anche sui media alla moda- che con ogni probabilità si attendono una “soluzione interna” al Palazzaccio (di fatto una “restaurazione”), in linea con quel filone di “giustizia spettacolo” che tanto affascina taluni, per il clamore nelle prime fasi dell’indagine, ma che poi non poche volte, al termine del dibattimento, finisce in memorabili smacchi.
Comunque, Salvi va avanti nel suo lavoro di miglioramento della macchina della Procura, che sconta ancora anni di gestioni discutibili e deficitarie su vari aspetti: le sue capacità organizzative e manageriali sono indubbie, malgrado tante difficoltà per la carenza di personale, in particolare amministrativo (con un’età media sopra i 54 anni!), ma ancora animato in non pochi di entusiasmo, tanto da richiedere di non andare in pensione.
“Ancora una volta -scrive nel suo bilancio semestrale Salvi- hanno quindi prevalso antichi pregiudizi, che vedono Catania tra i disdetti tranquilli e a bassa densità mafiosa, nonostante decenni ormai di prove purtroppo contrarie. Per restare la presente, basterebbe indicare il numero di omicidi mafiosi o di estorsioni aggravate per le quali sono state emesse misure cautelari per avere il quadro reale delal criminalità del distretto. E ciò a tacere della struttura economica catanese, fonte di ulteriori pericoli di infiltrazione mafiosa…”
Il rendiconto del Procuratore indica anche una riduzione delle pendenze, una buona effettività della sanzione penale; si sofferma, ancora, sulla riorganizzazione delle segreterie, con particolare riferimento allo Sportello Unico per il pubblico, recentemente inaugurato. Sul miglioramento dei locali Salvi scrive: “…prosegue l’impegno per attuare il Protocollo d’intesa, sottoscritto tra i capi degli uffici giudiziari e il Presidente della Regione, cui ha aderito il Sindaco di Catania, Enzo Bianco, che prevede l’utilizzo dell’ ospedale Ascoli-Tomaselli come nuova sede degli uffici giudiziari, che si andrà ad aggiungere alle sedi centrali. innanzitutto potremo dismettere i locali dei privati, ora dispersi sul territorio e gravanti con notevoli costi sull’amministrazione pubblica…” Su questo versante, è stato rinnovato l’impegno per recuperare l’ex palazzo delle poste di viale Africa, che attualmente versa in un grave stato di degrado.
Sulle condizioni di detenzione il Procuratore ha sottolineato i risultati per eliminare le “porte girevoli”, quel fenomeno di rapido ingresso ed uscita di persone accusate di un reato. I dati sono ormai assestati. “Al 31 dicembre -scrive Salvi- infatti solo 341 detenuti hanno avuto una permanenza inferiore a cinque giorni, a fronte dei 1003 dell’anno 2011…”
In tema di intercettazioni, ci sono riduzioni di costi sensibili. “…Il risparmio complessivo, a numero di bersagli invariati, è certamente superiore ai due milioni di euro all’anno, rispetto ai costi del 2011, prima del riordino. Una valutazione effettiva potrà essere fatta a fine 2014..”
Al di là di questi risultati positivi, resta, a nostro avviso, un ritardo nell’azione di contrasto ai reati contro la pubblica amministrazione, alla verifica della spesa pubblica, forse il vero problema di questa città: troppe volte il controllo di legalità arriva in ritardo o manca. E così alla fine Catania resta una città con tanti “giovani cattivi” e pochi pubblici amministratori sanzionati.
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