Documento diffuso in occasione della conferenza stampa di stamattina dell’associazione. “IL NUOVO PIANO REGOLATORE DEL PORTO: siamo sicuri che ci porterà dei vantaggi? In questi mesi i mezzi d’informazione ci hanno illustrato un avveniristico Piano Regolatore del Porto (PRP). A qualcuno sarà venuta in mente Barcellona o Genova, rinate con il rinnovamento del porto. Ma […]
GIUDIZIARIA, CATANIA: CONDANNATO COMMERCIALISTA “GUARDONE”
Pubblicato il 25 Novembre 2014
COM’ E’ FINITA?
DI IENA GIUDIZIARIA
Un anno di reclusione pena sospesa, provvisionale di 1.500 euro per ciascuna delle sei parti civili: questo il dispositivo emesso, stamane, dal giudice monocratico del Tribunale di Catania dott. Marini al processo contro il commercialista Vincenzo La Rosa, accusato di avere spiato, con una penna con telecamera, alcune collaboratrici del suo studio professionale. La Pubblica Accusa, nella scorsa udienza, aveva chiesto quattro anni.
Al termine dell’udienza, Giusy Marino, a nome delle donne vittime di questa condotta, ha dichiarato al nostro microfono: “sono contenta dell’esito perchè sono stati fatti salvi i diritti di chi ha avuto una lesione personale, privata della propria sfera. Oggi è il giorno in cui si festeggia, o meglio si tutelano le donne e quindi mi sembra più che giusto e doveroso quello che è accaduto oggi”.
Si è ventilato, in qualche maniera, l’ipotesi di una qualche manovra contro questa persona?
“Ma a quale scopo, per quale motivo? Noi abbiamo lavorato serenamente per tantissimi anni, purtroppo ci siamo resi conto di avere di fronte non la persona che conoscevamo ma un altro tipo di persona, non avevamo nessun interesse per svolgere o ideare un qualsiasi tipo di complotto, perchè non abbiamo avuto nessun beneficio”.
Ci avete o no “perso” da questa vicenda?
“Assolutamente. Ci abbiamo perso innanzitutto dal punto di vista della serenità personale perchè questo vuole dire non potere più avere fiducia in nessuno, ma sopratutto ci abbiamo perso dal punto di economico”.
Le cause di lavoro sono partite?
“Sono sospese, perchè le vicende civili e penali si intralciano tra di loro”.
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