Giudiziaria, Catania: fatti e protagonisti di “London Windows”


Pubblicato il 17 Gennaio 2019

Dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania:

“Su delega di questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania hanno dato esecuzione a un’ordinanza di misure cautelari emessa dal G.I.P. del Tribunale etneo nei confronti di 11 persone (delle quali una destinataria della custodia in carcere e 10 di interdittive dell’esercizio di imprese e di professioni) per la perpetrazione continuata, a partire dal 2013, di bancarotte fraudolente (patrimoniali e documentali) e reati tributari (sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte) nonché dei delitti di autoriciclaggio e riciclaggio anche quali reati presupposti per la responsabilità amministrativa delle società e degli enti coinvolti (D.Lgs. 231/2001).

Con il medesimo provvedimento è stato altresì disposto:

– il sequestro preventivo per equivalente (anche ai fini della responsabilità amministrativa delle imprese coinvolte), delle disponibilità immobiliari, mobili registrati e finanziarie nonché i compendi aziendali riconducibili agli indagati fino alla concorrenza di oltre 10 milioni di euro, pari al profitto delittuoso complessivo originato dalla perpetrazione dei reati fallimentari e tributari unitamente al valore di un’attività commerciale oggetto di autoriciclaggio;

– quale misura cautelare applicata per la responsabilità degli enti (D.Lgs. 231/2001), l’interdizione dell’esercizio dell’attività d’impresa per la durata di un anno nei confronti di 4 società commerciali (FOOD & CATERING s.r.l., attiva nella ristorazione con sede a Melilli, Siracusa; URBANISTIKA J.D.O.O., attiva nel settore delle costruzioni avente la sede legale a Pula in Croazia; M.A.S. s.r.l. e la M.A. MANAGEMENT D.O.O., entrambe operanti nel lavaggio industriale, la prima con sede a Catania e la seconda in Croazia); per la M.A.S. s.r.l. il G.I.P. ha nominato un commissario giudiziale per consentire la prosecuzione delle attività.

L’investigazione, condotta dal Nucleo di Polizia Economico- Finanziaria di Catania (Gruppo Tutela Economia) sotto le direttive di questa procura distrettuale, convenzionalmente nota come “LONDON WINDOWS”, ha disvelato l’esistenza di un collaudato sistema fraudolento finalizzato a garantire a gruppi familiari imprenditoriali la totale sottrazione dal pagamento delle imposte e la contestuale elusione di procedure esecutive e concorsuali. Il ruolo di regia è stato assunto da alcuni professionisti (avvocati, dottori commercialisti, esperti contabili, consulenti e broker esteri) abili nel delocalizzare all’estero imprese caratterizzate da manifesti squilibri finanziari, con l’unico scopo di trasferirne il patrimonio immunizzandolo così da azioni esecutive erariali. In particolare, il trasferimento di sede in Gran Bretagna e Croazia serviva a far perdere le tracce dell’effettiva proprietà che continuava a 2 operare in Italia, con gli stessi asset patrimoniali sottratti alle procedure esecutive, attraverso apparenti nuove società affidate all’amministrazione di prestanome.

La cerchia di professionisti coinvolta annovera soggetti già noti alle cronache giudiziarie per le medesime fattispecie di reato per le quali in data odierna la Guardia di Finanza di Catania ha eseguito le misure restrittive personali e reali. Trattasi dell’Avv. Mariolino LEONARDI (cl.1963), destinatario della misura cautelare in carcere, e promotore principale delle operazioni societarie straordinarie che consentivano a gruppi d’imprese di sottrarre alla giurisdizione nazionale patrimoni oggetto di bancarotte, reati tributari e riciclaggio. LEONARDI si è avvalso della collaborazione degli indagati Fabio CASTALDI (cl.1965) per il trasferimento delle imprese italiane in Gran Bretagna e Mario BARIGGI (cl.1971), referente per le localizzazioni in Croazia; con entrambi, per incomprensioni professionali, le relazioni commerciali si sono interrotte. Sul territorio nazionale, LEONARDI, in specifiche vicende, ha collaborato con gli indagati Giuseppe BENTIVEGNA (cl.1961), dottore commercialista e consulente aziendale, destinatario del “divieto temporaneo di esercitare la professione” per un anno e Salvatore FALGARES (cl.1965), anch’egli dottore commercialista, nei cui confronti i Finanzieri del Nucleo hanno già eseguito, nell’ottobre del 2018, un decreto di sequestro preventivo di 4 immobili del complessivo valore di oltre 250.000 euro, emesso, su richiesta di questo Ufficio, dal G.I.P. del Tribunale etneo in quanto indagato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

A beneficiare deliberatamente dell’opera criminale dei professionisti coinvolti, vi è un gruppo di società riconducibili ai seguenti soggetti:

– Sebastiana ALESCIO (cl.1963), il genero Daniele ROMANO (cl.1981) e la figlia Monia INCARDONA (cl.1985) – tutti destinatari del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per le ipotesi di bancarotta fraudolenta e autoriciclaggio – amministratori di società (SIR catering s.r.l., SIR Catering LTD, fallite e Food & Catering s.r.l., in attività) operanti nel settore della ristorazione, con il supporto professionale dei già citati LEONARDI e CASTALDI, pianificavano e realizzavano negli anni 2013 – 2015 una triangolazione societaria (affitto d’azienda concesso dalla società gravata da debiti per circa 2 milioni di euro a favore di una nuova costituita italiana, cancellazione dal registro italiano delle imprese della fallenda e suo trasferimento con incorporazione nella società londinese “LTD”) avente quale finalità ultima quella di continuare a operare nel mercato di riferimento senza il rischio di essere sottoposti a procedure fallimentari non onorando le passività contratte;

3 – Carmelo BELFIORE (cl.1967) – destinatario del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per l’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte – amministratore della “Europa 2000 Costruzioni s.r.l.”, già attiva dal 1994 nel settore della costruzione di edifici residenziali e non residenziali fino alla cancellazione dal registro delle imprese italiane per trasferimento e incorporazione nella neo costituita londinese Pierros LTD. Anche in questa vicenda l’Avv. LEONARDI e CASTALDI, per vanificare eventuali azioni esecutive promosse dall’erario per un debito d’imposta superiore ai 2 milioni di euro nonché protesti già elevati per circa 500 mila euro, realizzavano il consolidato schema “triangolare” con l’estero al fine di far confluire il soggetto economico indebitato in una nuova realtà imprenditoriale “sana”; incrinatisi i rapporti professionali tra LEONARDI e CASTALDI, l’avvocato catanese tentava di realizzare un ulteriore trasferimento estero su estero della società londinese in Croazia, avvalendosi della collaborazione di BARIGGI e di professionisti croati senza però riuscirvi;

– Antonio PARDO (cl.1960) – destinatario del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per l’ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte – amministratore della “MARTINA s.r.l.” e titolare di una ditta individuale omonima prima e della croata “URBANISTIKA J.D.O.O.” poi, quest’ultima attiva nella “costruzione di opere di ingegneria civile” con partita I.V.A. italiana, si avvaleva dell’opera di LEONARDI per sottrarsi alle procedure esecutive scaturenti da un’esposizione erariale complessiva, nel 2016, di circa 2 milioni e 500 mila euro; LEONARDI, con la collaborazione di FALGARES (consulente di PARDO) e di BARIGGI (referente per la Croazia), realizzavano il trasferimento del patrimonio immobiliare della “MARTINA s.r.l.” e della ditta individuale (valutabile complessivamente in un milione e mezzo di euro) con atto di conferimento a titolo gratuito a favore della società croata che continuando a operare sul mercato italiano si avvantaggiava del profitto riciclato e impediva all’Erario di rivalersi sulle imprese di PARDO, nel frattempo, in liquidazione volontaria.

L’ultima vicenda oggetto di indagini vede coinvolta la famiglia MASCALI: Antonio MASCALI (cl.1950) e i suoi figli Salvatore (cl.1978) e Anna (cl.1977) – tutti destinatari del divieto temporaneo di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche per un anno per le ipotesi di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte, autoriciclaggio e riciclaggio – amministratori e proprietari di imprese operanti nel settore del lavaggio industriale di tessuti, vestiti e biancheria. Nel caso specifico, i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria, coadiuvati dai colleghi del I Gruppo della Guardia di Finanza di Catania, hanno tracciato i continui trasferimenti di sede, in Italia e all’estero, delle società originarie (la “Lavanderia Automatica Industriale Catanese – L.A.IC. s.r.l.” e la “MEDILAV s.r.l.”) gravate da oltre un milione e mezzo di debiti erariali. L’Avv. LEONARDI è stato coadiuvato dai già citati CASTALDI e BARIGGI nonché dal commercialista BENTIVEGNA, quale consulente del gruppo imprenditoriale MASCALI, per la realizzazione del progetto criminale che ha visto un primo trasferimento delle società italiane (con conseguente cancellazione dal registro delle imprese nazionali) nella city londinese e una successiva incorporazione delle società britanniche nella croata M.A. MANAGEMENT D.O.O.. Nonostante gli innumerevoli passaggi esteri, di fatto una neo costituita società italiana (M.A.S. s.r.l.) dal 2012 continuava ad esercitare l’attività di lavaggio industriale nella stessa sede delle società “L.A.IC. s.r.l.” e MEDILAV s.r.l. (nel frattempo estinte) utilizzando gli stessi macchinari e impiegando la stessa forza lavoro (circa 70 unità). Il patrimonio di beni immobili e mobili, dal valore complessivo di circa 3 milioni di euro, di proprietà della società croata restava in affitto all’impresa italiana attualmente operante (M.A.S. s.r.l.) che, quindi, allo stato dei fatti, fruisce del riciclaggio del profitto derivante dalla sottrazione fraudolenta delle imposte.

Va sottolineato che la cancellazione delle imprese dal registro italiano da oltre un anno impedisce a questa Procura di avanzare l’istanza di fallimento per le stesse; tuttavia, nell’ultimo caso (famiglia MASCALI, M.A.S. s.r.l.), questo Ufficio, a fronte di un esposizione debitoria di oltre un milione e mezzo fraudolentemente occultata nel bilancio della M.A.S. s.r.l., promuoveva nei confronti della stessa istanza di fallimento. L’instaurazione della procedura fallimentare ha prodotto quale effetto immediato il pagamento rateizzato dei debiti erariali, prima interrotto da parte degli indagati, così evitando la dichiarazione di fallimento della M.A.S. s.r.l.. Per quest’ultima società, destinataria del provvedimento cautelare dell’interdizione dell’esercizio dell’attività d’impresa per la durata di un anno, ricorrendone i presupposti di legge (dimensioni dell’azienda, condizioni economiche del territorio di riferimento e ripercussioni sull’occupazione), il G.I.P. ha disposto contestualmente la prosecuzione dell’attività per l’intera durata dell’interdizione imprenditoriale con la nomina di un commissario giudiziale.

La complessa indagine ha dunque consentito di far luce su un sistema affaristico tra imprenditori sleali e alcuni professionisti già oggetto di indagini per i medesimi reati, i quali, adottando illeciti progetti di riorganizzazione aziendali straordinari, riuscivano sistematicamente a frodare l’Erario rendendo vana qualsiasi azione di recupero. Tale vantaggio competitivo criminale, frutto di sistematiche operazioni di riciclaggio e autoriciclaggio anche in territorio estero, consentiva ai gruppi imprenditoriali indagati di continuare a operare nel mercato di riferimento in costante dispregio agli obblighi di legge, frodando il Fisco, gli enti assistenziali e 5 quelli previdenziali nonché arrecando danni economici alle imprese creditrici e a quelle concorrenti operanti nel medesimo segmento commerciale.”


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