di marco pitrella
“Allor che i miei buoni fratelli
m’avevan due volte sepolto,
disse una voce: Assolto…” (da “L’Assolto” di Aldo Palazzeschi)
Con “il fatto non sussiste” s’è magistrAlmente concluso il processo per un “munnizzaro” che politicamente era iniziato. Il teatrino magistrAle, infatti, in due atti è andato in scena; dal voto di scambio in omaggio al pubblico pagante al reato elettorale per addetti ai lavori… perché quando ahi! i Lombardo&Co. sotto mano, comunque, “il reato” s’ ha da fare…
Quanto c’è costata tutta sta farsa processuale? Certe cose non sono affari da sinistra borghese pronta ad indignarsi a corrente alternata & quannu ci cummeni… per i costi, certo, di questa guasta e ingiusta giustizia magistrAlmente “anti-lombardesca” non né vale la pena.
Se Lombardo non avesse avuto la nommina di Don Raffaè – chi vuol capire capisca – si sarebbe mai aperto anche un solo fascicolo per aver segnalato egli l’assunzione di uno spazzino ad una cooperativa per soli tre mesi?
Non serve essere lombardiani o “giuridicamente tali” per rispondere di no.
E del resto, mi viene in mente solo un altro processo più surreale di questo “al munnizzaro” ed è in quell’invenzione magistrAle che chiamano concorso esterno dove né il fatto e né tanto meno il reato sussistono e che, guarda caso, vede imputato sempre lo zio Raffaele.
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